NEWS
Open Banking: il futuro è qui, ma a che prezzo?

L’Open Banking è oggi una priorità negli investimenti ICT delle banche. Si stima, inoltre, che nel 2020 il 7% dei ricavi in Europa proverranno da banche che avranno adottato modelli bancari innovativi, mentre il 57% delle banche avrà un impatto significativo dall’adozione di modelli di Open Banking. È quanto è emerso dal workshop “Open Banking – Sarà questo il futuro delle banche?”, organizzato da The Innovation Group.

Il 28 Maggio si è tenuto a Milano l’evento “Open Banking – Sarà questo il futuro delle banche?”, secondo workshop nell’ambito del Banking Program 2019 che ha fatto seguito al “Digital Investment Management”, organizzato lo scorso 27 febbraio con l’obiettivo di creare un solido dibattito attorno ai cambiamenti che stanno impattando l’industria finanziaria italiana e agli effetti provocati dall’ introduzione della nuova normativa sulla cost transparency Mifid 2.

L’evento, volto a comprendere lo stato dell’arte dell’Open Banking e della PSD2 nel contesto italiano, è stato animato dalla presenza di esponenti sia del mondo bancario sia di Fintech quali Matteo Baido, Head of IT Innovation – UBI Banca, Massimo Tessitore, Head of multichannel, mobile payment & e/m commerce – Intesa SanPaolo, Matteo Concas, CMO – Penta e Stefano Musso, CEO & Co -Founder – Utego.

Quali, dunque, le opportunità dell’Open Banking? A che punto siamo in Italia? Le banche evolveranno davvero verso un modello di “piattaforma”? Nel suo intervento iniziale, Ezio Viola, AD The Innovation Group, riportando i dati Abi Lab, ha affermato che l’Open Banking è una priorità negli investimenti ICT delle banche, anche se allo stato attuale solo un numero limitato si trova ad un livello avanzato dei progetti. Il trend è stato confermato anche dalla Digital Business Transformation Survey 2019 di The Innovation Group, secondo cui tra gli elementi più presenti nelle strategie digitali aziendali figura la possibilità di poter contare su partner tecnologici affidabili a supporto delle strategie digitali.

In crescita anche le revenue: secondo Accenture nel 2020 il 7% dei ricavi in Europa proverranno da banche che avranno adottato modelli bancari innovativi, mentre il 57% delle banche avrà un impatto significativo dall’adozione di modelli di Open Banking.

Numerose, invece, le best practice e gli use case mostrati da Carlo Giugovaz, Fintech Influencer e CEO Supernovae Labs, per sviluppare opportunità di business per le banche italiane. A tal proposito di particolare interesse sono le esperienze di banche del calibro di BNP che ha creato un ecosistema in grado di unire persone, idee e soldi e ING che ha adottato una strategia ampia, incentrata sulla risoluzione dei problemi dei clienti e sulla comprensione delle loro necessità. La strategia di ING si è basata su quattro leve principali: partnership strategiche, M&A, incubatori/acceleratori e venture capital.

Alcuni momenti del workshop

 

GAFA: minaccia o opportunità?

Tra i diversi fattori abilitanti l’Open Banking rientra senz’altro l’ingresso nel mercato bancario dei GAFA  (Google – Apple – Facebook – Amazon) o GAAFA (se si considera anche Alibaba con il suo Alipay), attori tradizionalmente non operanti nel mondo bancario ma in grado comunque di rappresentare una presenza “ingombrante” per chi ha sempre fatto banca.

Durante l’evento, infatti, le posizioni in merito sono state diverse: chi (in particolare esponenti Fintech) ha ritenuto che la presenza dei GAFA, che da sempre hanno fatto della conoscenza dei bisogni degli utenti un vantaggio competitivo, possa rappresentare un’occasione per migliorare le proprie capacità relazionali con il cliente: elementi come customer satisfaction, customer journey e User Experience assumono un valore sempre più significativo per il successo di qualsiasi business. Altri, invece, (soprattutto esponenti del mondo bancario) hanno ritenuto di temere la presenza dei GAFA solo nell’ambito del payment, in modo particolare per quanto riguarda i pagamenti transnazionali (in questo indicativa l’esperienza di Apple Pay o Alipay).

Di sicuro i GAFA, pur avendo il proprio core business in settori che esulano da quello bancario (retail, social network, mercato dell’hardware) hanno dimostrato, grazie a strategie data-driven e a tecnologie scalabili, di poter raggiungere qualsiasi mercato.

Al di là della presenza dei GAFA, ci saranno sfide da affrontare per tutti gli stakeholder coinvolti, sia per le banche che per le Fintech, le prime interessate a mantenere quella che un tempo era una posizione privilegiata e le seconde operanti con l’intento di consolidarsi sempre di più. Ad ogni modo le banche dovranno modificare innanzitutto il proprio mindset e la propria cultura interna, iniziando a concepire la possibilità di sviluppare attività diverse dal proprio core business e dotandosi di una visione precisa: in questo caso è fondamentale l’execution, comprendere cosa fare e come farlo. Soltanto così l’Open Banking diventerà realmente un’opportunità irrinunciabile.

 

#TIGBanking

Font Resize
Contrasto