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L’anno che verrà: cosa ci lascia il 2020 e come impostare la ripartenza

2020

Il 2020 è stato da molti definito «annus horribilis», rappresentando un momento di crisi e forte discontinuità rispetto al passato. Adesso la sfida è ripartire da quanto imparato in questi mesi per rendere l’anno che verrà un’importante occasione di rinascita del Paese. Di questi temi TIG si occuperà nel corso del 2021: scopri il nostro calendario eventi!

La scorsa settimana è stata pubblicata la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede nel complesso investimenti pari a 196 miliardi di euro da destinare a sei ambiti differenti; di questi 123 miliardi saranno dedicati alla transizione verde e digitale, nel rispetto delle linee guida europee.

I cluster individuati sono i seguenti:

  • Digitalizzazione, innovazione, cultura (a cui saranno destinati 48,7 miliardi di euro).
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica (74,3 miliardi).
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile (27,7 miliardi).
  • Istruzione e ricerca (19,2 miliardi).
  • Parità di genere, coesione sociale e territoriale (17,1 miliardi).
  • Salute (9 miliardi).

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Fonte: TIG, 2020

Analizzando i diversi cluster emerge come in maniera trasversale la componente digitale compaia in ciascuno di questi, anche in quelli ad essa non direttamente correlati: è il caso, ad esempio, della sanità in cui si prevedono investimenti in telemedicina e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria con l’obiettivo di promuovere nuove forme di assistenza e fruizione dei servizi sanitari (una necessità di cui è stata avvertita l’esigenza in seguito all’emergenza sanitaria). Allo stesso modo intervenire nell’ambito delle infrastrutture per lo sviluppo di nuove forme di mobilità sostenibile richiederà un potenziamento degli investimenti in digitale (si pensi all’area che nel Piano è stata individuata come manutenzione stradale 4.0).

Tali misure, in questi giorni ampiamente discusse, pur non rappresentando il quadro definitivo a partire da cui saranno utilizzate le risorse del Piano, rendono senz’altro l’idea dell’approccio intrapreso dal governo e riflettono un indirizzo esplicitato sin da subito, ovvero l’intento di proseguire e dare attuazione a dei trend che si sono andati affermando quasi naturalmente, resi necessari da un’emergenza improvvisa, ma che si vuole rendere parte strutturale del «New Normal» che si andrà delineando.

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Fonte: TIG, 2020

A richiedere un intervento volto a disciplinare tali fenomeni sono, del resto, gli stessi i cittadini che, in qualità di consumatori, lavoratori e studenti, hanno conosciuto durante l’emergenza nuovi modi di vivere ed agire, nella maggior parte dei casi apprezzati. Smart working, e-commerce, e-learning e video streaming sono destinate ad affermarsi come pratiche sempre più diffuse provocando impatti significativi su tutti i settori verticali: dalle banche (che muoveranno sempre più verso un “contactless ecosystem” – e il Piano Cashless del governo già va in questa direzione) ai cambiamenti attesi nell’ambito della mobilità e dei trasporti (la pandemia ha riconfigurato il ruolo delle città, comportando importanti processi di riqualificazione urbana). Notevoli cambiamenti sono attesi, inoltre, anche nell’ambito dell’Industria/Retail in cui sempre più si dovrà far fronte al forte cambiamento delle abitudini dei consumatori a cui si è assistito in questi mesi. Al riguardo, si cita la recente analisi di Salesforce “State of the Connected Customer”, pubblicata lo scorso 11 dicembre e condotta fra luglio e agosto 2020 su un campione di oltre 12mila consumatori e 3.600 responsabili d’acquisto di 27 Paesi (tra cui anche l’Italia) da cui è emerso come l’atteggiamento “digital-first” degli utenti rilevato durante il lockdown sia destinato a consolidarsi anche nella fase del «New Normal». In particolare, per l’89% degli italiani le aziende dovranno accelerare sul canale digitale, mentre il 58% del campione ha affermato di aver interagito in forma digitale con i brand (rispetto al 41% del 2019). In questo senso, inoltre, alle aziende viene richiesto di investire nella propria capacità di personalizzazione del servizio (soprattutto grazie a strumenti di analytics) e nella qualità del CRM, passando da una logica di customer engagement ad una di customer management, indicando iniziative più strutturate ed integrate verso la propria clientela.

Infine, significative trasformazioni sono attese anche all’interno di quella che è stata più volte definita la «più grande azienda del Paese», ovvero la Pubblica Amministrazione. Il prossimo 28 febbraio sarà atteso lo switch-off al digitale della Pubblica Amministrazione che prevede, tra le altre cose, che SPID e CIE (Carta d’Identità Elettronica) diventeranno le credenziali uniche per accedere ai servizi digitali della PA e che l’app IO sarà il canale per accedere dallo smartphone ai servizi pubblici in digitale. Prevista, altresì, l’applicazione del principio “oncle only”, tale per cui gli enti pubblici dovranno condividere tra loro le informazioni nel rispetto della privacy delle informazioni e volto a superare la frammentazione tra i database pubblici, nonché a promuovere l’interoperabilità dei dati.

Come impatteranno tali fenomeni sull’andamento del mercato digitale?

Come più volte affermato, quest’anno il mercato digitale, seppur in decrescita, limiterà la flessione al -2,5% (nello scenario positivo) o al -4% (nello scenario negativo), a fronte di una diminuzione del PIL che i principali istituti nazionali e internazionali concordano nel circoscrivere in un range tra -8,3% e -10% (e che si potrebbe assestare intorno al -9%).

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Fonte: TIG, 2020

Per il prossimo anno, secondo The Innovation Group, si assisterà ad un consolidamento di molti dei fenomeni che si sono verificati nel 2020, oltre che ad una ripresa degli investimenti in quei settori che, prima della pandemia, avevano trainato la crescita del mercato ma che nel 2020 erano stati bloccati in quanto non considerati prioritari per affrontare l’emergenza improvvisa (si pensi, ad esempio, al mercato del digital advertising o del Business Analytics/Intelligence). Per tali ragioni, la stima sull’andamento del mercato digitale per il 2021 è del +1,5% (nello scenario base) e del +2,9% (nello scenario favorevole), a fronte di una crescita del PIL che potrebbe variare tra il 3% e il 6%.

Fonte: TIG, 2020

Se, dunque, il 2020 ha rappresentato un anno di forte discontinuità in cui sono state assunte nuove consapevolezze, l’anno che verrà dovrà porsi come una grande occasione di ripartenza per intervenire con importanti progetti di riqualificazione del Paese. All’industria ICT sarà richiesto di ricoprire un importante ruolo a supporto di tali cambiamenti per far fare al Paese quell’importante “salto quantico” dal punto di vista digitale da tempo atteso.

Di questi temi The Innovation Group discuterà nel corso del 2021 attraverso le diverse iniziative che saranno organizzate durante l’anno, proseguendo la sua attività di supporto alle aziende clienti per individuare le strategie di go to-market e posizionamento sul mercato più efficaci. Seguici per scoprire il calendario eventi TIG!

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