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Is it time for a post digital banking?

Immaginare un banking post digitale potrebbe essere tanto impegnativo quanto profondamente sfidante, soprattutto per contesti in cui l’utilizzo della tecnologia non è ancora del tutto maturo. Se ne è discusso lo scorso 10 e 11 ottobre al Banking Summit di The Innovation Group.

È possibile pensare a un banking post digitale? È stato questo il tema che ha accompagnato l’edizione 2019 del Banking Summit, l’evento organizzato da The Innovation Group lo scorso 10 e 11 ottobre a Bardolino con l’obiettivo di proporre un solido confronto sui diversi cambiamenti che stanno impattando le banche italiane e su come dovrebbe evolvere il business bancario con il digitale e le tecnologie ICT.

Ma cosa si intende per banking post digitale? L’espressione vuole indurre a riflettere sul fatto che introdurre e sviluppare un ampio utilizzo del digitale all’interno del contesto bancario non deve essere un obiettivo da raggiungere ma un punto di partenza, uno strumento grazie al quale poter offrire prodotti innovativi e inaugurare nuovi business model. Se, infatti, il 2018 e il 2019 hanno segnato il ritorno alla profittabilità per molte banche italiane, rendendo necessaria una forte spinta a investire in strategie di “digitalizzazione”, il focus continua ad essere l’aumento dell’efficienza e la creazione di nuovi servizi a valore aggiunto per semplificare la relazione con una clientela sempre più esigente e sempre meno fedele. Al riguardo una delle principali sfide che le banche dovranno affrontare nei prossimi anni sarà come intercettare il nuovo target dei Millennial (allo stato attuale in Italia se ne contano 13 milioni), i clienti del futuro, nativi digitali che concepiscono le tecnologie digitali come parte integrante della propria quotidianità e richiedono user experience all’insegna dell’always connected.

Diversi gli speaker intervenuti: da Gregorio De Felice, Chief Economist, Intesa Sanpaolo che ha mostrato una panoramica sull’industria finanziaria italiana per il biennio 2019-2020 a Pietro Candela, Head of Business Development, Alipay Italy che ha parlato di come supportare il retail ad affrontare la forte sfida competitiva posta dall’ecommerce a, infine, Cosimo Pacciani, former Chief Risk Officer, European Stability Mechanism (ESM) secondo cui la fase di transizione che stanno vivendo le banche italiane conduce, da una parte, alla difficoltà di comprendere il grande cambiamento che stanno vivendo, dall’altra, a comprendere come avviare l’integrazione di tecnologie in maniera coordinata e regolata.

Alcuni momenti del #TIGbanking 2019

 

Nonostante sia stato avviato un percorso di cambiamento e di espansione, per le banche diventa, dunque, necessario intraprendere una profonda revisione del mercato partendo da una vera e propria rivoluzione tecnologica e digitale.

Quali, quindi, le strategie da adottare? L’evento ha messo in luce diversi aspetti.

  • Prendere in considerazione lo sviluppo di soluzioni agile e di modelli multichannel e ibridi, basati sull’interazione continua di canali online e offline.
  • Cogliere le opportunità offerte dall’introduzione della PSD2 e dallo sviluppo di modelli di Open Banking e di “Bank as a Platform”.
  • Modelli come WeChat potrebbero essere importati in Italia? Sono realmente in grado di apportare valore aggiunto alle modalità con cui i prodotti finanziari vengono erogati e usufruiti?
  • La disruption e il coinvolgimento tecnologico sono solo all’inizio: sempre più nei prossimi anni la vera risorsa sarà il capitale umano ma sarà necessario comprendere come adeguarlo ai cambiamenti in atto. Al riguardo si è parlato di “agito digitale” e di come lavorare sulle persone e sulle loro competenze.
  • Importanza di utilizzare i dati per rafforzare il cross selling e intercettare il cliente con offerte mirate, attività che rendono necessario sviluppare una data strategy efficace basta su progetti di data governance e data quality per proteggere le informazioni più sensibili degli utenti.
  • La dimensione è un elemento competitivo molto importante che rende per le banche necessario, da un lato, puntare alla crescita, dall’altro, porsi obiettivi di aggregazione e partnership. Fondamentale è, inoltre, il tema della “smart specialization”, del focalizzarsi su alcune dimensioni di competenza e di come farlo attraverso alleanze e accordi con gli altri stakeholder.
  • Per le banche è, infine, necessario creare un ecosistema di attori che aiutino a rispondere al meglio alle sfide in essere, integrando la supply chain con attori terzi e avvalendosi della collaborazione di partner tecnologici. In questo contesto un ruolo rilevante spetterà anche al regolatore che dovrà individuare le condizioni adatte per favorire e supportare le banche ad affrontare al meglio queste evoluzioni.

Vis a vis: la parola alle challenger e new banks

Una sessione specifica dell’evento è stata dedicata ai nuovi attori bancari, le new e challenger banks che nascono come banche sfidanti quelle tradizionali e che operano in virtù della teoria del “Jobs to be done” basata sul far emergere i bisogni reali degli utenti per innovare prodotti e servizi. Al riguardo è stata portata sul palco la testimonianza di Penta, N26, Revolut, Illimity Bank e qonto, realtà in forte crescita quasi esclusivamente online che:

  • Operano per offrire nuove e avanzate forme di UX e per far crescere la brand identity,
  • Sono specializzate per offrire un servizio differenziante,
  • Offrono semplici e veloci processi di onboarding,
  • Si basano sulla connessione e collaborazione, considerati i valori vincenti per un business di successo.
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