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Intelligenza Artificiale: anche l’Italia ha la “sua” Strategia

Il 13 settembre si è concluso il periodo dedicato alla consultazione pubblica della “Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale”, elaborata dal Ministero dello Sviluppo economico con il supporto di un gruppo di 30 esperti. Con il documento l’Italia, in linea con il Piano europeo, si impegna ad elaborare un’AI human centric.

Qualche giorno fa il neo-rieletto Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel suo discorso di insediamento alla Camera, ha espresso la volontà di rendere l’Italia <<una smart nation>> con l’intento di aumentare la competitività e il posizionamento internazionale di un sistema industriale la cui <<forza viene universalmente riconosciuta>>; una potenzialità che, a detta delle parole del Presidente, merita di essere sfruttata adeguatamente. Tale impegno sembra supportato anche da fatti concreti: la creazione del Ministero dell’Innovazione e della Digitalizzazione indica di fatto la consapevolezza sulla necessità di definire una linea strategica precisa che permetta all’Italia di utilizzare al meglio le opportunità della trasformazione digitale, cercando allo stesso tempo di colmare il gap con le principali economie europee e mondiali.

Il Presidente Conte ha, inoltre, proseguito il suo discorso sottolineando la necessità per l’Italia di <<crescere nella digitalizzazione, nella robotica e nell’Intelligenza Artificiale>>. Ed è proprio nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale che lo scorso agosto è stata pubblicata la bozza di una “Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale” che fa seguito alle “Proposte per una strategia italiana per l‘Intelligenza Artificiale”, elaborate tra gennaio e giugno 2019 da un gruppo di 30 esperti nazionali. Con la Strategia l’Italia accoglie le misure previste dal Piano coordinato europeo sullo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale “Made in Europe”.

 

Cosa prevede la Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale

La Strategia si propone il raggiungimento di nove obiettivi, tra i quali:

  • aumentare gli investimenti sia pubblici sia privati dedicati all’AI e alle tecnologie correlate,
  • potenziare la ricerca e rafforzare l’offerta educativa,
  • sfruttare al massimo il potenziale di una data driven economy,
  • promuovere un maggiore utilizzo dell’AI nella PA per aumentare l’efficienza delle politiche pubbliche e favorire la cooperazione europea e internazionale.

 

Quattro i punti chiave che guideranno il Governo nell’attuazione delle misure previste:

  • creazione di partenariati pubblico-privati,
  • collaborazione intra- e inter-istituzionale,
  • sinergia con l’azione europea
  • monitoraggio e valutazione delle evidenze.

 

A suscitare interesse è l’attenzione che dedica il documento allo sviluppo di una strategia sull’Intelligenza Artificiale che sia improntata ai principi dell’antropocentrismo, dell’affidabilità e della sostenibilità.

Del resto, il tema dell’Intelligenza Artificiale etica è stato più volte affrontato anche nell’ambito della Commissione Europea all’interno del Piano per un’AI Made in Europe dove si richiama l’importanza di sviluppare soluzioni AI che siano “responsabili” e “democratiche”. Sul tema è intervenuto più volte anche il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che nelle principali strategie disegnate per il periodo 2019-2024 ha previsto proprio la creazione di tecnologie digitali che permettano all’Ue di emergere in uno scenario globale dominato dai colossi hitech americani e asiatici. Tuttavia, la priorità del Presidente sarà quella di proporre <<una legislazione per un approccio coordinato alle implicazioni umane ed etiche dell’Intelligenza Artificiale>>, proseguendo così un percorso già sviluppato dai suoi predecessori e formalizzato nel documento “Building Trust in Human-Centric Artificial Intelligence”, che descrive le linee guida da seguire in ambito comunitario nello sviluppo di applicazioni e sistemi di AI fortemente basati sulla componente umana. È dello stesso parere anche la Commissaria UE al digitale Maryia Gabriel che di recente ha presentato le linee guida della UE su un’AI “affidabile”, dichiarando che l’approccio europeo sarà “human-centric”, con l’uomo al centro di un processo di cambiamento il cui obiettivo è <<migliorare l’agire umano e i suoi diritti e non ridurre la sua autonomia>>.

Lo sviluppo di un approccio human centric all’Intelligenza Artificiale è quello che può essere considerato la strada europea (e italiana) all’Intelligenza Artificiale, ma sarà la strategia giusta? Permetterà all’Europa di competere con i “Giants” Usa e Cina e all’Italia di colmare un divario che sta diventando sempre più avanzato?

È sicuramente presto per un bilancio conclusivo, ma una cosa è certa: la Strategia nazionale, seppur lentamente (il 13 settembre si è concluso il periodo di consultazione pubblica, dopo il quale il Governo completerà la redazione del documento definitivo), e in misura contenuta (la Strategia prevede lo stanziamento di investimenti pubblici di circa 1 miliardo di euro) segna un’inversione di tendenza e, soprattutto, la consapevolezza sul ruolo di driver strategico dell’Intelligenza Artificiale a sostegno della produttività e della crescita del Paese.

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