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Digital Infrastructure Summit 2019: come abilitare (con successo) la digital transformation in azienda

Infrastrutture e architetture IT enabler della digitalizzazione in azienda. The Innovation Group ha portato il dibattito al Digital Infrastructure Summit che si è tenuto lo scorso 27 marzo a Milano: quattro sessioni plenarie e tre tavole rotonde per parlare della necessità di dotarsi di strutture resilienti, efficaci e in grado di rispondere al meglio alle continue sfide del business.

Cloud Platform, Data Management, Data Protection, Quantum computing, architetture Agile sono stati solo alcuni dei temi affrontati durante il Digital Infrastructure Summit, organizzato da The Innovation Group lo scorso 27 marzo e nato con l’obiettivo di creare un solido dibattito attorno alle infrastrutture che supportano e abilitano la trasformazione digitale di qualsiasi azienda.

I lavori sono stati introdotti da Ezio Viola (AD, The Innovation Group) che ha presentato i risultati della DBT Survey 2019 di The Innovation Group, rilevando nel 2018, da parte delle aziende, un utilizzo sempre più spinto di Cloud Computing, Agile/DevOps, Analytics e Intelligenza Artificiale /Machine Learning, trend che continueranno a crescere anche nell’anno corrente. Ha fatto seguito l’intervento di Enrico Prati, Ricercatore CNR, che ha parlato del Quantum Computing, non più futuro ipotetico ma realtà in corso, e dei prossimi sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, ribadendo la necessità di investimenti privati e il ritardo sia in termini di fondi erogati che nell’ambito di sperimentazioni e use case che caratterizza il mercato italiano rispetto ai suoi competitor internazionali (prima fra tutti la Cina).

Numerosi anche gli speaker intervenuti: da Claudio Bassoli (Vice President HPE) che ha mostrato le ultime attività di HPE nell’ambito dell’Intelligent Edge per evitare lo spreco dei dati in azienda e valorizzarli al meglio a Giandomenico Oldano (Responsabile Operations ICT, RCS) che ha ribadito la necessità (soprattutto per un’azienda caratterizzata dal rapporto diretto con il cliente) di analytics, data monetization platform e algoritmi predittivi a Roberto Visconti (Regional Sales Director Italy, Cohesity) che ha parlato del concetto di mass data fragmentation e della grande crescita dei secondary data nelle organizzazioni, nonché della necessità  di semplificarne la gestione, sfruttandone al meglio le potenzialità.

Il Digital Infrastructure Summit 2019 in pillole

I percorsi di trasformazione digitale delle aziende

Di rilievo l’intervento di Francesca Mazzini (Responsabile Enterprise Architecture e Service Design, Enel) che ha mostrato la digital transformation di Enel, un percorso in cui i principali enabler sono stati la “cloudizzazione” e il concetto di “platform” e che può essere suddiviso in due fasi:

  1. Digital transformation 1.0, volto alla convergenza di piattaforme tra le diverse divisioni aziendali.
  2. Digital transformation 2.0, volto alla customer experience, ad una migliore customer journey e allo sviluppo in azienda di approcci guidati dai dati. In particolare, in questa seconda fase si è lavorato contemporaneamente sull’impatto organizzativo delle novità che si sarebbero introdotte e sull’attività di visioning, volta alla comprensione in maniera dettagliata delle reali esigenze del cliente e basata sull’analisi dei suoi bisogni.

Mettere al centro i clienti e tutti gli altri stakeholder è obiettivo anche dei programmi di digital transformation di Agos, promuovendo altresì nuove modalità di business e facilitando l’integrazione tra i processi. Ne ha parlato Giovanni Chiappe (IT Strategy and Architecture, Agos Ducato) secondo cui cultura e processo, abilitazione e trasformazione del business, nuove tecnologie e infrastrutture, architetture e infrastrutture flessibili sono state le dimensioni principali della digitalizzazione di Agos.

Il Summit è stato, inoltre, animato da tre sessioni parallele di tavoli di lavoro concentrate

  • Hybrid & MultiCloud Migration & Management, ossia quali sono le strategie di una migrazione di successo e i fattori chiave di una gestione multicloud.
  • Agile development, automation & Devops, architetture applicative cloud native e api management, ossia, come aumentare la produttività dello sviluppo applicativo, come rendere il cloud un fattore abilitante delle metodologie agile e quali cambiamenti si prevedono per organizzazione, processi e competenze.
  • La sicurezza per la Data Protection nel Cloud, ossia, quali saranno le prossime sfide da affrontare per proteggere i dati nel Cloud e in ambienti multicloud e quali gli strumenti necessari per affrontarle.

 

Promuovere il passaggio da un approccio waterfall ad uno agile: l’esperienza di AXA

“L’Agile è stata una necessità per rispondere alle nuove esigenze dei clienti”. A dirlo è stata Elena Repetto (Head of Project Management Office and AGILE center, AXA) che all’interno di AXA ha promosso un vero e proprio cambiamento di mindset, volto a modificare il modo di pensare dell’azienda.

Per rendere possibile il passaggio da un approccio waterfall ad uno agile in AXA si è partiti dal Management, iniziando a fare attività di training con il reparto HR: non è la revisione organizzativa ad abilitare lo sviluppo  di modelli Agile, quanto piuttosto la creazione di team multidisciplinari, volti a creare best practice e knowledge sharing in azienda. Senza il business e una governance aziendale adeguata non si può fare.

 

Convergenza capacità dell’IT e aspettative del mercato: l’ideale di customer journey di TIM

Customer experience e migliore gestione del business sono stati anche gli obiettivi che hanno spinto TIM ad avviare al proprio interno percorsi di digital transformation. A parlarne è stato Maurizio Irlando (Digital Transformation Leading Architect, TIM), secondo cui i driver del processo di digitalizzazione di TIM sono stati microservizi, devOps e Paas, le uniche soluzioni in grado di soddisfare la velocità del mercato in cui operiamo. Oggi, infatti, per competere al meglio e ottenere una customer journey soddisfacente sia per il cliente (che premia con la fedeltà al brand) che per il dipendente (che ripaga con produttività) è necessario avvicinare la curva dell’IT capabilities a quella delle aspettative del mercato nonché promuovere un utilizzo pervasivo del software nei principali processi produttivi.

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