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Big Data e Analytics nella PA: scenario di luci ed ombre

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Se da un lato le organizzazioni della Pubblica Amministrazione considerano Big Data e Analytics come gli ambiti innovativi di maggiore investimento, dall’altro queste attività non figurano come le principali priorità strategiche, un trend rilevato sia per l’anno in corso sia per il prossimo. Come interpretare il fenomeno? Qual è lo stato dell’arte di queste attività nel contesto pubblico italiano? Se ne parlerà il prossimo 26 maggio in occasione della web conference di TIG.

 

Per il 2020 si prevede un aumento dell’82% delle aziende che dichiarano di dedicarsi ad attività di Business Analytics, un trend che cambia sensibilmente se si prende come riferimento le organizzazioni appartenenti alla Pubblica Amministrazione. È quanto è emerso dalla Digital Business Transformation Survey 2020 condotta da The Innovation Group tra gennaio e febbraio 2020 su un campione di 181 aziende di settori e dimensioni differenti.

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Se questa è la risposta ottenuta in media da tutte le aziende del campione, analizzando in particolare la situazione delle organizzazioni della Pubblica Amministrazione, solo l’11% ha dichiarato di aver sviluppato nel 2019 progetti di Business Analytics, mentre un ulteriore 5,2% prevede questi progetti nel 2020.

In generale, nel 2019, le priorità strategiche per la Pubblica Amministrazione sono state l’aumento dell’efficienza operativa (47%) e il raggiungimento di specifici obiettivi del settore (47%), ambiti il cui interesse viene confermato anche nel 2020 (dal 42% del campione), oltre alla crescita organica e al lancio di nuovi servizi (26%).

Lo scenario cambia, tuttavia, se si analizzano i principali progetti innovativi portati avanti dalle organizzazioni della PA, da cui emerge un forte interesse per le tecnologie di Big Data. Il trend viene rilevato  sia per il 2019 (42% dei rispondenti) sia per il 2020 (seppur in misura minore, 38% dei rispondenti).

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Tra gli altri ambiti di investimento delle Pubbliche Amministrazioni (considerando sempre le iniziative di Innovazione Digitale) si rileva, per il 2019, l’Artificial Intelligence e il Digital Marketing (23% dei rispondenti) mentre per il 2020, oltre al confermato l’interesse per l’Artificial Intelligence (31%), emerge una particolare attenzione anche al Cloud Computing (27%).

A fronte di quanto riportato finora si potrebbe, dunque, ipotizzare che le organizzazioni della Pubblica Amministrazione (a differenza del totale del campione analizzato) preferiscano dare priorità ad ambiti quali l’efficienza operativa o il raggiungimento di specifici obiettivi settoriali (anziché a progetti più propriamente innovativi). Restringendo, però, il campo di analisi al solo settore tecnologico emerge come il campione preferisca investire soprattutto in strumenti e soluzioni di Big Data e Analytics rispetto ad altri ambiti di innovazione digitale.

Con ciò si potrebbe ipotizzare che la PA, pur riconoscendo la rilevanza strategica dell’introduzione al proprio interno di alcune soluzioni innovative, non vi attribuisce ancora la giusta attenzione, considerando la tematica secondaria rispetto ad alcuni obiettivi che potremmo considerare più “tradizionali”. Quella dell’analisi dei dati all’interno della PA è, tuttavia, una tematica su cui si discute da tempo che, oltre a determinati budget e piani di investimenti, richiede l’adozione di una linea strategica ben definita che probabilmente ad oggi manca.

Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare …

Lo scenario finora delineato è in linea con i risultati della survey ottenuti per il livello di Maturità Digitale nelle PA. Da un’elaborazione volta a comprendere il livello di maturità digitale delle aziende intervistate, le organizzazioni della PA hanno riportato un punteggio piuttosto basso: soltanto l’11% di queste si è collocata in una fase avanzata del percorso di trasformazione digitale.

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A incidere sulla limitata performance delle PA sono stati proprio i punteggi bassi riportati dal campione nell’ambito dell’analisi dei dati, e in modo particolare nei seguenti fattori:

  • sviluppo di iniziative per promuovere l’approccio “Data Driven”,
  • mancanza di una Customer Single View (e quindi di un approccio omnicanale e integrato sui dati degli utenti),
  • scarso utilizzo di Advanced Analytics,
  • poca capacità di incrementare la loyalty dei propri utenti.

Come interpretare, dunque, questi fenomeni?

Se da un lato il settore pubblico si dichiara molto interessato allo sviluppo di soluzioni di Business Analytics e di Big Data, come mai, dall’altro, riporta scarse performance in ambiti che dovrebbero essere cruciali per una corretta gestione e utilizzo del dato? Qual è lo stato dell’arte dell’analisi dei dati all’interno della Pubblica Amministrazione italiana? Esperienze più consolidate (specialmente in alcuni settori, si pensi, ad esempio, alla sanità) avrebbero comportato una gestione della pandemia più efficiente? E nella fase di ripartenza come si potrebbe ottimizzare l’azione della PA Locale, ad esempio, nel settore della mobilità, dei trasporti e delle politiche sociali?

Tali tematiche saranno oggetto della web conference “Agenda digitale, infrastrutture e piattaforme pubbliche alla prova dell’emergenza” organizzata da The Innovation Group per il prossimo 26 maggio. L’appuntamento, in cui si articola il Digital Italy Program 2020, sarà appunto volto a comprendere il punto di vista dei protagonisti della Pubblica Amministrazione Centrale e Locale sullo stato delle piattaforme pubbliche e delle infrastrutture al servizio dei cittadini e delle imprese e su come le organizzazioni si sono attrezzate per affrontare una fase così delicata per il nostro Paese come quella generata dalla crisi pandemica in atto.

 

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