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TIG Predictions: il mercato digitale nel 2021 e le attese per il 2022

N. Dicembre 2021
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 

L’accelerazione digitale verificatasi nel 2020 sta proseguendo anche nel 2021. Per l’anno in corso, infatti, The Innovation Group stima una crescita del mercato digitale pari al 5%, un dato che riflette, da un lato, il prolungamento dell’applicazione delle misure restrittive (e la conseguente necessaria conferma di alcuni “comportamenti digitali”) e, dall’altro, la percezione che il graduale ritorno alla normalità non stia comportando un mero ripristino allo status quo. Tali fenomeni, seppur nel complesso postivi per l’andamento generale del mercato digitale (si ricorda che nel 2020 il mercato è stato sostanzialmente stabile, a differenza di altri settori produttivi che hanno registrato significative flessioni), non hanno impatti omogenei all’interno dei diversi segmenti che lo compongono, con il rischio, dunque, di ridisegnare le sue dinamiche interne.

Le performance dei segmenti del mercato digitale nel 2021

IT Tradizionale

Per quanto riguarda il segmento IT tradizionale, nel 2021 la perdita attesa è dello 0,3%. Il mercato, già in decrescita prima della diffusione del Covid-19 (e delle sue conseguenze), ha subito ulteriormente gli impatti negativi della crisi pandemica. In particolare, a decrescere nel 2021 sarà soprattutto la componente dei Servizi in quanto relativa ad applicazioni a cui si stanno sostituendo soluzioni sempre più evolute basate sull’utilizzo delle New Digital Technologies (al riguardo si considerino, ad esempio, i segmenti dell’ERP e CRM per cui si attende un progressivo spostamento da soluzioni on premise/proprietarie a soluzioni Cloud). Sempre per l’anno in corso, un migliore andamento si rileva, invece, per la componente Hardware grazie soprattutto al mercato dei PC (PC desktop, notebook, PC portatili), delle stampanti e dei monitor, un fenomeno dovuto al forte ricorso allo smart working e alla didattica a distanza rilevato negli ultimi mesi e supportato dall’introduzione da parte del Governo dei voucher per l’acquisto di device da utilizzare per le suddette attività.

NDT – New Digital Technologies

Per quanto riguarda il mercato NDT (New Digital Technologies), l’aumento atteso per il 2021 è del 7%. Il segmento per cui si registra la crescita maggiore è quello dei Servizi, dovuto principalmente alla significativa crescita del Cloud Pubblico, da ricondurre alla necessità di disporre di soluzioni as a service in grado di garantire la continuità del business anche da remoto, non si dimentichi, del resto, che l’esperimento forzato dello smart/home working ha portato moltissime aziende ad accelerare il proprio percorso di migrazione al cloud. Si tratta di fenomeni che si sono affermati nel 2020 (anno in cui appunto si è verificato per la prima volta l’impatto della pandemia), riconfermati nel 2021 (a causa del prolungamento della situazione di emergenza e dell’applicazione delle conseguenti misure restrittive) e che in parte si ritiene proseguiranno anche nel 2022. In particolare, ciò avverrà considerando l’incertezza che ancora caratterizza la situazione pandemica e tenendo conto che, presumibilmente, molti dei fenomeni sviluppatisi in seguito all’emergenza saranno riconfermati anche una volta che questa sarà terminata: al riguardo si pensi, ad esempio, al tema del lavoro ibrido, da molti considerato la nuova frontiera delle modalità di svolgimento ed organizzazione del lavoro e caratterizzato dalla compresenza di smart working e lavoro in sede.

Ad avere un andamento positivo sono anche i servizi professionali (in cui rientrano i servizi per Collaboration, Security ed Internet Application): anche in questo caso si tratta di segmenti in cui la situazione emergenziale ha portato ad un aumento degli investimenti. Infine, per quanto riguarda la componente Hardware, se da un lato le perdite vengono limitate grazie alla domanda di device (Tablet, Ultrabook, dispositivi ibridi) utilizzati per smart/home working e didattica a distanza, una domanda sostenuta, come anticipato in precedenza, anche dai voucher messi a disposizione dal Governo per l’acquisto di un device, dall’altro si rileva la decrescita  per il mercato degli smartphone: si stima che il deployment del 5G (e la commercializzazione dei relativi nuovi servizi che indurrà un aumento degli acquisti dei dispositivi) inizierà ad avere i suoi effetti a partire dal 2022.

Tuttavia, bisogna specificare che se da un lato si attende che l’affermazione del 5G darà un forte impulso al mercato degli smartphone, dall’altro la crisi globale dei chip degli ultimi mesi che sta impattando diversi settori (l’automotive in particolare) potrebbe causare dei rallentamenti anche in questo ambito con eventuali ritardi nella produzione degli smartphone.

TLC tradizionali

Per quanto riguarda il mercato delle TLC tradizionali, per il 2021 si rileva una crescita del 2,6%, soprattutto grazie alla crescita dei Servizi: l’aumento atteso è dovuto principalmente alla crescita del segmento degli apparati carrier (che fanno aumentare il mercato totale degli apparati del 3,8%) per l’aumento degli investimenti in infrastrutture per il 5G.

Elettronica di consumo

Si stima che nel 2021 il mercato dell’elettronica di consumo crescerà del 5,6%, trend positivo da ricondurre soprattutto al mercato dei videogiochi e al segmento della riproduzione video (che comprende le TV digitali). In quest’ultimo caso, in particolare, la crescita è dovuta, oltre che all’aumento del tempo trascorso in casa (che ha comportato un maggior ricorso alla fruizione di contenuti in streaming), anche all’acquisto di device di nuova generazione in seguito all’obbligo di cambiare lo standard delle TV (a partire dal 1° settembre 2021). Tale fenomeno (che insieme all’impatto di eventi sportivi quali gli Europei di calcio e le Olimpiadi) ha impattato positivamente anche sul mercato dei decoder. Similmente al 2021, ad avere effetti positivi sul mercato delle TV nel 2022 sarà anche l’effetto di alcuni eventi sportivi e in particolare dei mondiali di calcio.

Contenuti digitali

Nel 2021 per il segmento dei contenuti digitali si rileva una crescita del 6,6% (valore totale di circa 14,7 miliardi di euro) grazie soprattutto al software gaming (ciò avviene per le motivazioni analoghe al mercato dei videogiochi e impatta anche sul mercato del Cloud, soprattutto grazie alla preferenza verso le soluzioni on demand, as a service) e alla ripresa del segmento del digital advertising che nel 2020, a seguito del primo lockdown, aveva subito un arresto.

Infine, con riferimento agli altri contenuti digitali, la performance positiva per il 2021 è data in particolare dai servizi SVOD – Subscription Video on Demand, segmento che comprende aziende quali Netflix, Disney+, Amazon Prime. Per il 2021 si prevede che il mercato dei servizi SVOD subirà un’ulteriore crescita: oltre a ritenere che si tratti di servizi verso cui l’interesse proseguirà, si sta notando un innalzamento dei prezzi dei piani tariffari, fenomeno che non ha ancora colpito il mercato italiano ma che potrebbe avvenire presto. Il rincaro potrebbe riguardare principalmente Netflix (principale player del settore) che, nonostante la “streaming war” (la forte competizione che caratterizza il mercato dello streaming), ha già applicato un aumento dei prezzi in diversi Paesi in cui è disponibile il servizio (si ritiene che ciò sia avvenuto principalmente per far fronte all’aumento delle spese che l’azienda sta sostenendo per creare nuovi contenuti di qualità).

Andamento del mercato digitale 2020 – 2022e

Fonte: TIG, 2021

Le attese per il 2022

Nel 2022 si stima che il mercato digitale crescerà del 5,5%. La crescita sarà trainata principalmente dal segmento NDT – New Digital Technologies, una performance positiva dovuta soprattutto alla componente Software e Servizi e, in particolare, ai mercati ERP e CRM, oltre che alle soluzioni di Intelligenza Artificiale, Business Intelligence/Analytics e Cloud. Una crescita sostenuta si attende anche per i segmenti dell’elettronica di consumo e dei contenuti digitali, grazie alla conferma dell’interesse verso il mercato dei videogiochi (sia nella componente hardware sia in quella software gaming), oltre che della pubblicità e dei servizi SVOD. Proseguirà, invece, il rallentamento del segmento IT, venendo meno l’interesse verso determinati servizi o componenti hardware da ricondurre principalmente alla situazione emergenziale. Il mercato TLC, infine, limiterà le perdite grazie al deployment del 5G, i cui effetti si stima saranno visibili a partire dal 2022.

Lo scenario, seppur complessivamente positivo, rimane tuttavia incerto. Un primo aspetto che indurrebbe ad una maggiore cautela riguarda lo shortage di materie prime e in modo particolare di chip e semiconduttori che stanno provocando dei rallentamenti all’interno delle supply chain e potrebbero avere un impatto notevole su alcuni segmenti del mercato. Allo stesso tempo si rileva, all’interno del mercato del lavoro, un forte mismatch tra domanda e offerta di lavoro. È sempre più forte, infatti, la richiesta di determinate competenze (data scientist, data analyst, esperti di cybersecurity) che si ha difficoltà a reperire, correndo, da un lato, il rischio di creare un’inflazione di competenze (tale per cui si andrebbero ad offrire retribuzioni eccessivamente elevate per i profili più richiesti) e, dall’altro, di non essere in grado di cogliere a pieno il valore dello strumento digitale. Infine, la principale incognita riguarda l’applicazione degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR (i cui primi effetti potrebbero essere visibili già a partire dalla seconda metà del 2022) e il contributo aggiuntivo che apporteranno alla crescita del mercato: molto dipenderà dall’effettiva capacità di “scaricare a terra” le risorse disponibili.

Se, dunque, il 2021 ci lascia con la consapevolezza che il digitale è destinato a ricoprire un ruolo sempre più rilevante, oltre che nella vita delle persone, anche all’interno delle dinamiche economiche del nostro Paese, il 2022 porta con sé ancora numerose incognite, oltre che il “peso” della responsabilità di applicare (e bene) le misure del PNRR.

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