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Percorsi di Innovazione in Gruppo Reale Mutua

N. Aprile 2018
        

a cura di Elena Vaciago 
Associate Research Manager, The Innovation Group

 

Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Matteo Cattaneo, Head of Innovation & Corporate Strategy in Reale Group

Oggi, nel mondo assicurativo, non è più possibile operare unicamente in modo tradizionale, mentre è fondamentale muoversi esplorando il ruolo che la propria compagnia può avere in nuovi, o già esistenti, ecosistemi, in modo da rispondere prima e al meglio ai nuovi bisogni dei consumatori. Trasformazione digitale, sharing economy, Insurtech, auto connessa, piattaforme digitali per il welfare: in futuro tutti questi trend e queste tecnologie rappresenteranno contributi di enorme valore per disegnare nuove offerte assicurative e nuovi servizi. Il tema è oggi strategico per le compagnie assicurative italiane: ne abbiamo parlato in questa intervista del Caffè Digitale con Matteo Cattaneo, Head of Innovation & Corporate Strategy in Reale Group.

 

Quali sono le opportunità che nascono dall’Insurtech e quali i nuovi percorsi di innovazione nel mondo assicurativo?

Il settore assicurativo è sicuramente il destinatario di importanti trend di cambiamento. Da un lato abbiamo la trasformazione guidata dal digitale e da tutto quello che oggi è permesso dalla tecnologia; dall’altro lato, bisogna tener conto della nuova domanda che viene dai consumatori. Questo connubio di evoluzioni va guardato con attenzione: può nascondere delle minacce, ma è fondamentale ricercarvi delle opportunità.

Dal nostro punto di vista, due filoni sono fondamentali per definire il nostro percorso verso il tema della trasformazione digitale, per evolvere salvaguardando i valori e la mission del gruppo assicurativo. Il primo è quello di non puntare più soltanto alle polizze ma di puntare anche a proporre servizi. Il secondo è di impostare un piano di innovazione che non faccia unicamente riferimento all’Insurtech. Oggi abbiamo una serie di spunti e iniziative che non necessariamente vedono il coinvolgimento di startup Insurtech: ci siamo dati una strategia di innovazione per il gruppo, un percorso molto importante che ci ha permesso di mettere in discussione – in modalità integrata – l’approccio classico alla pianificazione strategica. Sono stati così identificati alcuni ambiti più interessanti dove ricercare innovazione, sia con un paradigma classico di Open innovation, che punta ad agevolare ed integrare le  idee delle nostre risorse con quelle di terzi, sia anche tramite l’Insurtech. Per quest’ultima opportunità, abbiamo avviato attività di corporate venturing, per esplorare la possibilità per alcune startup di entrare in un percorso di avvicinamento e integrazione industriale con il gruppo.

Quando è iniziato il percorso di innovazione in Reale Mutua?

Siamo partiti nella seconda parte del 2016: ad aprile 2017 avevamo attivato anche il percorso di corporate venturing e successivamente il programma di innovazione è stato integrato nel piano strategico generale 2018-2020. Lo scorso anno abbiamo realizzato due call per le startup, la prima (InsurTech Garage) si è conclusa a fine settembre e la seconda (Magic Wand) a fine ottobre. Essendo una prima esperienza siamo stati molto soddisfatti, avendo ricevuto moltissime candidature: tra queste abbiamo identificato alcuni candidati con cui è stato avviato un percorso di avvicinamento che ora si sta concretizzando, con l’obiettivo di integrarli con la compagnia, nel piano generale di innovazione.

Grande apertura a nuove idee ma anche innovazione e cambiamento all’interno del gruppo. Cosa implica oggi rendere l’azienda più “agile”, più rispondente alla domanda di cambiamento?

Il nostro principale obiettivo è proprio questo: rendere la compagnia un “gruppo agile”. Una sfida sicuramente non semplice per una compagnia assicurativa, che ha come valori fondanti solidità, stabilità, proprio al cuore del proprio modello di business. Quindi cosa fare? Noi innanzi tutto abbiamo disegnato da zero il processo di innovazione interna. Si tratta di un percorso, denominato “Realize”, di entrepreneurship interna, per cui tutti i dipendenti possono proporre idee innovative sulla base di challenges e specifici argomenti che dovessimo lanciare.

Per superare le resistenze, che prevedevamo di incontrare, considerando che non è facile apportare modifiche a una macchina operativa consolidata come la nostra, si cerca di accompagnare l’azienda a tutti i livelli con un percorso di awareness, per favorire la comprensione di cosa sta avvenendo intorno a noi. Questo non solo per il nostro settore, perché riteniamo che oggi la concorrenza non sia più solo verticale (di settore) ma orizzontale (fra settori), nel senso che può arrivare da dove meno ci si aspetta. Questa awareness porta ad avere un linguaggio comune e un coinvolgimento più attivo che favorisce il percorso di innovazione diffuso.

Altro aspetto importante, un pilastro del nostro percorso, è partire dalla convinzione che oggi, nel mondo assicurativo, non sia più possibile operare secondo i tradizionali classici schemi a silos di settore, ma sia invece fondamentale muoversi esplorando il ruolo che si può avere in nuovi, o già esistenti, ecosistemi – insiemi di operatori che solo unendosi possono rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori.

Su quali servizi innovativi vi state focalizzando?

Il nostro piano di innovazione va a coprire innanzi tutto il tema della mobilità e del welfare. Le startup Insurtech con cui stiamo interagendo sono afferenti soprattutto al tema della mobilità. Oggi con modelli di Insurance Telematics si dispone già di nuove formule assicurative basate sulla produzione di big data da parte di connected car: noi ci aspettiamo di poter identificare a breve nuovi servizi legati alla mobilità, andando oltre l’attuale RC Auto. Il nuovo paradigma che i consumatori stanno maturando prescinde infatti dall’ownership del veicolo, ci sono quindi nuovi ambiti su cui l’assicurazione giocherà il proprio ruolo all’interno di un ecosistema più ampio.

Per quanto riguarda il welfare, disponiamo già di un’offerta consolidata con varie tipologie di coperture assicurative per questo mondo. Per questo ambito, serve identificare nuovi servizi a supporto dell’attuale contesto nazionale, esplorando le nuove possibilità legate alle piattaforme digitali: quindi, come fornire strumenti nuovi di education o supporto del cliente, conoscenza del suo stato, di salute e benessere, per fornirgli ulteriore valore aggiunto. Anche in questo caso, è fondamentale capire le opportunità che nascono da nuove analisi sui  Big Data, con modalità diverse, anche machine learning e AI, ambiti su cui abbiamo in corso iniziative e i primi Proof of Concept.

C’è poi il tema di come valorizzare le opportunità di innovazione nel mondo delle PMI: noi come gruppo ne seguiamo tante, vorremmo proporci come partner per l’innovazione, ad esempio su tematiche di eccellenza operativa per vari processi dell’azienda, su aspetti di robotics e machine learning. A questo mercato abbiamo rivolto anche la nuova Polizza Cyber, un prodotto che stavamo sviluppando e al quale abbiamo affiancato un innovativo servizio che è anche il primo originato dal programma per l’innovazione. Avendo compreso che sussiste per le PMI un bisogno sia preventivo sia successivo di servizi in aggiunta alla polizza, abbiamo realizzato insieme ad altri attori, un’intera linea di servizi, denominata SOS Cyber.

Un altro capitolo, non meno importante, il tema dei pagamenti. Avendo anche una banca nel gruppo, Banca Reale, reputiamo che sia importante seguire il tema dei pagamenti in cui ci aspettiamo un forte impatto dalle innovazioni e dalle nuove regolamentazioni. Infine, ampia esplorazione su tutto il mondo della sharing economy, relativamente nuovo in Italia e composto da tante piattaforme di piccole dimensioni: noi come “mutua” siamo perfetti rappresentanti di una sharing economy già pienamente operativa.

Nella vostra esperienza quali sono i principali freni all’innovazione, che possono portare a ritardi nel lancio dei nuovi servizi?

La principale barriera è culturale. I gruppi assicurativi convivono con una legacy non solo informatica ma soprattutto culturale, che è anche comprensibile visto i tanti anni di operatività consolidata e stabile (il nostro gruppo quest’anno festeggia 190 anni!). Oggi però il consumatore si aspetta reazioni con velocità simili a quelle dei giganti digitali, serve quindi essere molto più reattivi.

Importante poi avere la giusta metodologia per l’innovazione. Oggi molti processi seguono il tipico approccio a cascata, un passo dopo l’altro sullo stesso binario deciso molto prima. Il mondo attorno a noi ci dice invece che serve un approccio lean, serve velocizzare i tempi di risposta verso il mercato abbassando anche il rischio dello sviluppo dei nuovi prodotti e delle nuove offerte.

Terzo punto: la nostra esperienza è che, anche se abbiamo superato i primi ostacoli e quindi in teoria dovremmo essere pronti per l’innovazione, osserviamo invece che il concetto di servizio non è un oggetto così facilmente “maneggiabile” in una compagnia assicurativa. Il concetto di servizio dovrebbe essere una leva fondamentale, strategica, per arricchire di valore l’offerta di domani. La presenza nel gruppo di una società dedicata a disegnare e gestire i servizi  – Blue Assistance – ci sta aiutando non poco su questo percorso.

Avete quindi già introdotto le metodologie Lean e Agile per tutta l’organizzazione? 

Abbiamo introdotto la metodologia Lean, per cui già oggi tutte le nuove iniziative partono con questi principi, con contatto rapido con il cliente e output in versione beta da correggere il prima possibile.  Dal punto di vista dello sviluppo software si sta introducendo da pochi mesi la metodologia Agile, che diventerà presto il modo di sviluppare il software. Tutta la macchina dovrà evolvere: bisogna tener conto di una legacy, non si parte da zero, servirà una macchina a velocità diversa per sostenere il cambiamento.

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