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Metaverso, molte opportunità per le aziende italiane

 

Il Web3 cambierà il modo di comunicare, socializzare, interagire e collaborare. Per le aziende, si aprono nuove opportunità ma anche modifiche rilevanti ai modelli di business. In questo momento, analizzando la propensione delle aziende italiane a progettare iniziative concrete per il metaverso, si osserva la tendenza a considerare questi ambienti per gli aspetti ludici, la socialità e la possibilità di realizzare esperienze del tutto nuove, diverse dal reale.

È quanto emerge da una recente indagine, «Web3 e Metaverso Survey 2022», svolta da The Innovation Group e Web3 Alliance a settembre 2022 (su un campione di 142 aziende italiane dei diversi settori e di diversa dimensione). I risultati dello studio mostrano un grande interesse di tutti per questi mondi virtuali: il 75% delle imprese (l’80% se consideriamo quelle medie e grandi) è infatti interessato già oggi al mondo rappresentato dal Web3, la nuova frontiera di Internet che comprende Augmented reality (AR), Virtual reality (VR), Non Fungible Tokens (NFT), Blockchain, Intelligenza Artificiale, Metaverso.  Va aggiunto però che al momento la maggior parte (il 64%) dichiara di essere in una fase di studio: solo il 4% fa seguire alla conoscenza progetti concreti di utilizzo. Il 7% ha invece un progetto pilota.

 

 

Siamo ancora all’inizio e il fenomeno è lontano dalla percezione quotidiana di tutti, ma secondo gli analisti il metaverso è fatto per restare e l’adozione crescerà velocemente: secondo Gartner, ad esempio, entro solo quattro anni il 25% della popolazione mondiale trascorrerà almeno un’ora al giorno negli universi digitali. Per le aziende è quindi arrivato quindi il momento di investire?  quali saranno le opportunità offerte dai mondi virtuali e quali ancora gli ostacoli, i rischi e le incertezze? 

Nell’ultimo mese, alcuni hanno avuto l’impressione che potrebbe trattarsi di una moda passeggera. Questo soprattutto dopo che si è diffusa la notizia delle perdite di Mark Zuckerberg, che un anno fa aveva scommesso sul metaverso cambiando anche in Meta il nome di Facebook. La piattaforma Horizon Worlds, il metaverso di Zuckerberg, è infatti ben lontana dal raggiungere i 500mila utenti mensili prefissi e, peggio ancora, gli utenti invece di stare più tempo sulla piattaforma, sono in calo. C’è da dire, come spiegazione dell’insuccesso di Zuckerberg, che la scelta di puntare su casi d’uso come socialità e collaborazione non è stata molto prudente, perché al momento il maggiore successo nel Web3 è legato al gaming.

A ben vedere, le esperienze Web3 già oggi sono numerose. Per i brand, la motivazione che spinge di più gli investimenti, in questo momento, è la Brand awareness. Se consideriamo alcuni settori apripista come il Fashion e il Lusso, l’avvio di campagne Web3 hanno avuto un ritorno planetario in termini di Brand Awareness e loyalty.

Dalle risposte dell’indagine di TIG, emerge che le aziende intervistate che stanno già ora stanno mettendo in cantiere iniziative nel metaverso le rivolgono soprattutto a migliorare il posizionamento del brand; partecipare ad eventi digitali; avviare iniziative di collaborazione o smart working in mondi virtuali; creazione di prodotti digitali ad hoc; NFTs; creazione di un mondo virtuale privato.

 

 

In termini di nuove opportunità per le aziende, si va dalla possibilità di creare valore per il business, fare ingresso in nuovi mercati; creare un’esperienza diversa per i clienti; fare leva su modelli di business che rispecchiano la socialità delle persone; avere l’occasione di partecipazione a ecosistemi innovativi.

Cosa servirà per spingere anche i più scettici ad interessarsi a questi sviluppi? Sicuramente servirà ancora molto tempo prima che si possa parlare di adozione diffusa di questi ambienti da parte degli utenti finali. Almeno 3 anni in media. Infine, competenze diffuse, Partner specializzati e tecnologie adeguate determineranno il successo del percorso delle aziende verso il Web3.

Anche per chi si sta già interessando oggi, sono numerosi i freni che rendono difficile la scelta del Web3. Le tecnologie abilitanti (visori, esperienze immersive) devono essere ancora affinate, i contenuti esclusivi andranno sviluppati, la governance e le regole d’ingaggio sono ancora tutte da definire, mancano standard di navigazione condivisi e i metaversi solo una molteplicità.

Tra chi comunque sta lavorando per cogliere le opportunità di questi ambienti, i risultati attesi dalla maggiore presenza futura nel metaverso saranno la possibilità di far parte di ecosistemi innovativi e aumentare la riconoscibilità del brand (citati rispettivamente dal 53% e 51% degli intervistati). Seguono: ampliare la clientela (49%), fidelizzarla (39%) e sviluppare nuove aree di offerta (34%). Solo una minoranza (21%) si aspetta di realizzare profitti.

 

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