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Il futuro dell’auto sarà sempre più “software defined”

N.  Maggio
        

a cura di Ezio Viola 
Managing Director, The Innovation Group 

 

Alcune recenti notizie ci hanno fatto di nuovo riflettere sul futuro dell’industria dell’auto,  come la prossima e forse più grande rivoluzione portata ad un settore fondamentale per l’economia e la vita sociale.  La prima notizia è la guerra  in corso tra Uber e il servizio pubblico dei taxi,  con la recente decisione che vieta ad Uber di continuare ad operare  in Italia. Questa è l’ultima battaglia che comunque non può fermare nel medio-lungo termine uno dei macro trend della mobilità urbana che sta cambiando l’utilizzo dell’automobile privata: la condivisione dell’autovettura,  cioè di un auto accessibile collettivamente e non più posseduta da singolo. La condivisione è un modello di trasporto che interessa non solo i nuovi player digitali ma anche i costruttori di automobili con Mercedes che propone Car2go e prevede d’investire due miliardi di euro nella mobilità entro il 2020, BMW che annuncia 825mila abbonati in Europa al suo servizio DriveNow : l’auto in condivisione è sicuramente parte del futuro dell’automobile.

L’altra notizia è che Tesla, la società di Elon Musk che produce veicoli elettrici,  ha superato in  valore di capitalizzazione la Ford Motor  arrivando a circa $48.2 Billion, $3.1Billion  in più della  seconda casa automobilistica americana dopo la General Motors. Questo è accaduto dopo che Tesla ha venduto  nel 1°trimestre 2017 25.000 autoveicoli, mentre Ford ne ha venduti nove volte tanto solo nell’ultimo mese.  Tesla l’anno scorso ha avuto ricavi di $7Billion mentre Ford $151.8Billion. Cosa sta accadendo? Siamo di fronte ad una bolla tecnologica così come accadde con internet negli anni a cavallo del 2000 nell’industria ICT ?

Nel mondo oggi circolano circa 2 miliardi di automobili e  l’automobile sta facendo la sua rivoluzione tecnologica :  sarà sempre più elettrica, autonoma e connessa.

La maggior parte del valore di un’auto risiede finora nell’hardware del veicolo e nel brand del costruttore. In futuro le innovazioni saranno tecnologiche e alcune saranno anche disruptive per i costruttori “incumbent”. I nuovi paradigmi tecnologici si sviluppano su alcuni aree dominate oggi da  nuovi giocatori :

  • L’ elettrificazione :  motori e trasmissione saranno sempre più ibrido-elettrici perché le tecnologie elettriche basate su pile a combustibile  saranno sempre più economiche e mature;
  • La guida autonoma: il rapporto  tra guidatore e veicolo si muoverà dalla guida assistita a quella completamente autonoma;
  • La connettività: l’innovazione nell’infotainment, la disponibilità di nuovi servizi sul traffico e nuovi modelli di business saranno possibili connettendo le auto tra di loro e alle nuove infrastrutture delle strade intelligenti e alle persone.

Il mercato globale dell’auto in termini di massa critica e di potenziale di creazione del valore sta attirando grandi investimenti dai nuovi giocatori, che svilupperanno e innoveranno attraverso il software:  questo farà  evolvere le auto sino ad essere dei  “computer su 4 ruote” . Questo è simile a quanto avvenuto 20 anni fa all’industria dei computer e 10 anni fa a quella dei telefoni cellulari e che  farà emergere un più ampio e complesso ecosistema di business nel settore dell’automotive.

La posta in gioco è quindi molto alta e le auto connesse e che si guidano da sole sono forse la più grande promessa tecnologica del ventunesimo secolo.  Costruire la tecnologia alla base di queste innovazioni  significa ottenere un grande potere e grandi profitti.  Molte aziende tecnologiche sono quindi in lotta per essere tra i vincitori.  La prima è stata Google che quando ha lanciato il suo programma di sviluppo di auto senza pilota nel 2010, non aveva alcuna concorrenza.  Google da poco ha scorporato la sua divisione automobili  e ha creato Waymo  e  le sue auto di prova circolano ormai nelle strade di quattro stati in US. Google dichiara di aver coperto più di tre milioni di chilometri con la guida automatica, per lo più su strade cittadine e ciò  è l’equivalente di oltre trecento anni di guida per un essere umano. Questi si aggiungono al miliardo e mezzo di chilometri guidati  con simulazioni nel solo 2016.

Uber,  già menzionata come leader nel settore del car sharing, capostipite si è lanciata nel mondo delle auto senza guida e ha assunto  quasi l’intero dipartimento di robotica della Carnegie Mellon University con alcuni  tra i massimi esperti di sistemi di guida automatica e ha brevettato un sistema di mappe proprietario.

Anche Amazon recentemente ha annuciato la costituzione di un team specializzato nelle tecnologie per la guida autonoma, nella prospettiva di costruire un network  per la sua catena di fornitura e distribuzione; in questo modo pensa di non affidarsi a terze parti  in aggiunta a ciò che sta gia provando attraverso l’utilizzo di droni per la consegna a domicilio.

Apple sembra essere la più misteriosa in questa competizione ma non può permettersi di non occuparsi di questa tecnologia, visto che molti dei suoi concorrenti digitali lo stanno facendo.

E’ abbastanza strano pensare ad Apple, Google e Uber come ad aziende che produrranno automobili: infatti non tutte lo faranno ma si “limiteranno” a sviluppare il nuovo sistema operativo dell’auto connessa a guida autonoma, per licenziarlo  o affittarlo  ai produttori di automobili. Il software, come ha fatto in altri casi si mangerà l’auto hardware-centrica di oggi.

Anche Tesla, che nasce come produttrice di auto elettriche ma che è considerata e valutata come abbiamo visto come una società tecnologica, sta arricchendo gradualmente i propri veicoli di sistemi autonomi. Come Tesla anche molte case automobilistiche tradizionali stanno annunciando il loro ingresso nel campo delle auto a guida autonoma. Tra quelle che hanno già annunciato progetti c’è la Volvo con Drive Me, la Toyota che ha presentato il suo primo prototipo, così come Ford che ha annunciato circa 1 anno fa di produrre un auto completamente autonoma entro il 2021 e che ha fatto  un investimento di 1 miliardo di dollari nella società di software Argo AI , una startup specializzata in automobili automatiche.  Come succede per Ford e Argo AI, altre aziende tecnologiche e automobilistiche stanno creando delle collaborazioni e ciò è simile a quello che sta accadendo nel Fintech.

C’è da aspettarsi che nuove startup entrino nella corsa alle auto senza guidatore nei prossimi anni per il ruolo che anche i nuovi software di AI giocano. Un esempio è la Drive.ai nata nel 2016, che sta creando un software di deep learning  per i veicoli automatici.

La storia delle tecnologie insegna che “chi per primo introduce una tecnologia  non è sempre chi alla fine guadagna di più”. Ci sono ancora molte aree in evoluzione nella nuova auto “software defined”, ma la dimensione economica e sociale  dell’automobile è talmente ampia e così forti,  rapidi e radicali sono cambiamenti  in corso e previsti che è sicuro  che alcuni ne usciranno clamorosamente vincitori e altri perdenti.

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