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Come combattere la cyber violenza, il lato oscuro del digitale

Cyber violenza, cyberstalking, stalkerware, ricatti, minacce, bullismo, abusi psicologici: la dimensione digitale può essere un mondo ostile per le vittime di queste azioni. Vittime che non sempre, ma spesso, sono donne. Le questioni della violenza digitale di genere e della cyber violence stanno a cuore a un gruppo di europarlamentari (tra cui l’italiana Alessandra Moretti) che in merito ha già condotto nel 2021 una consultazione pubblica e che sta elaborando una proposta legislativa per contrastare questi due fenomeni. Un’analisi della European Added Value (EAVA) Unit ha calcolato che in Unione Europea i costi sociali e individuali della cyber violenza sono nell’ordine di decine di miliardi di euro, un valore compreso tra 49 e 89,3 miliardi di euro per la precisione.

L’errore da non commettere è quello di considerare la dimensione digitale come un universo a sé, che non può produrre conseguenze al di fuori di esso. Un report dello European Istitute on Gender Equality, al contrario, segnala che in Europa tra le donne vittime di cyberstalking il 70% ha anche subìto una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da parte di un ex compagno. Inoltre, più in generale, tra le donne europee una su dieci è stata vittima di cyber violenza, che si tratti di minacce, richieste assillanti tramite email o chat, o ancora di revenge porn.

Oltre alle leggi, per combattere la cyber violenza servono altre azioni individuali e collettive. Ma quali, e perché è così importante affrontare il problema? Ce lo spiega Martina Rogato, sherpa e portavoce internazionale di Women20.

Martina sarà anche ospite del Digital Italy Summit di The Innovation Group, dove ci parlerà più diffusamente del tema della cyber violenza.

Quantificare esattamente il fenomeno di cyber violenza, cyberstalking e altre forme di abuso online è assai difficile, considerando che molto spesso le vittime vivono in privato la loro condizione, senza fare denuncia. Qualche numero ci giunge da un recente studio di Kaspersky sul tema dello stalkerware, cioè l’utilizzo di programmi spyware per spiare a distanza l’oggetto della propria ossessione (tipicamente, ma non solo, un ex coniuge o compagno, oppure un amore non corrisposto). Considerando i soli utenti smartphone che hanno installato l’antivirus di Kasperksy, nel 2020 sono stati conteggiati 53.870 casi di stalkerware, il che lascia intendere un quadro globale molto più esteso.

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