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Cultura dell’Ascolto

N.  Settembre 2018
        

a cura di Vincenzo D’Appollonio 
Partner, The Innovation Group 

 

Ogni processo di trasformazione richiede la partecipazione delle persone coinvolte nel cambiamento; tale partecipazione non deve mai essere impositiva, bensì adattiva: vediamo cosa significa. Nelle PMI che seguiamo nei nostri progetti di consulenza aziendale, abbiamo spesso gestito processi di ‘Digital Transformation’, che come abbiamo già osservato non è solo una questione di Information Technology, cioè un obiettivo che possa essere raggiunto semplicemente ammodernando servizi e piattaforme tecnologiche per offrire alle proprie linee di business soluzioni più efficaci ed efficienti, bensì un vero e proprio Cambiamento di Comportamento Operativo dell’Azienda, che può essere gestito  solo affrontando in modo appropriato ed adeguato l’aspetto organizzativo e culturale.

Allorchè si interviene sui comportamenti delle persone, è fondamentale stabilire una buona relazione con loro, a livello individuale ed a livello di squadra: occorre generare empatia!

L’esperienza dell’ascolto, intesa come modalità di comunicazione interna aziendale,  genera nell’altro uno spessore in termini di consapevolezza ed efficacia. L’ascolto è alla base dell’instaurarsi di buone relazioni. Solo in una relazione significativa si cresce e si impara. Grazie all’ascolto si possono intuire le diverse personalità e si può entrare in relazione con ognuna di loro. Se questo avviene, il terreno è fertile per creare un rapporto di stima e accettazione, rapporto che favorisce l’apprendimento e la collaborazione.

L’ascolto può essere definito ‘attivo’ quando si riesce a creare un vuoto dentro se stessi per fare spazio alle parole dell’altro. La capacità di ascolto si sviluppa attraverso la creazione di un silenzio interiore e l’allontanamento dai propri pensieri e dalle proprie emozioni, al fine di concentrarsi sulle parole che l’interlocutore invia. L’ascolto in questo modo diventa attento (ascolto l’altro e riassumo la sua comunicazione), interessato (mi interessa ciò che lui mi dice), empatico (ascolto l’altro e vedo il problema come lui lo vede), attivo (rispecchio i sentimenti, riformulo contenuti, per aiutare a rimuovere ostacoli interni e trovare soluzione ai problemi).

L’ascolto attivo integra tre funzioni fondamentali della relazione: ascoltare in maniera accogliente e partecipativa, rispecchiare i sentimenti della persona a cui si dà attenzione affinché lei possa riconoscerli e definirli, riformulare le sue idee per riordinare e sistematizzare quanto viene detto in modo eventualmente confuso e disorganico.

A questo punto, nell’atto comunicativo occorre passare dalle pretese ‘impositive’ alle proposte ‘adattive’, ricordando che mentre una propria pretesa implica una azione dell’altro, una propria proposta implica una propria azione. Prestare l’attenzione al proprio ‘team aziendale’ dovrebbe essere un dovere per il Manager d’Impresa. L’ascolto, però, non è un sentire occasionale, un percepire e basta. E’ una cultura che porta a fare del dialogo un incontro sistematico tra chi ha la responsabilità operativa dell’Azienda e chi è portatore di bisogni e aspettative. In questo senso ascoltare è uno scambio con l’altro, implica per il Manager una partecipazione e riflessione da cui dovrebbe far scaturire una proposta per arrivare ad una mediazione necessaria a realizzare un obiettivo condiviso.

Mi sento di affermare che questa sensibilità è sempre più presente nel Management delle PMI che ho l’opportunità di seguire nei nostri  progetti di consulenza aziendale, e non solo per motivi di dimensione delle loro imprese. Ritengo più plausibile una motivazione legata al percorso di crescita ‘funzionale’ della loro esperienza manageriale, ‘bottom-up’ invece che ‘top-down’: gioco di squadra e management collaborativo sono modelli operativi che si sviluppano quasi naturalmente ed istintivamente in queste realtà, in percorsi spesso sostenuti da iniziative di Business Coaching, comunque basati sulla consapevolezza che la mancanza della Cultura dell’Ascolto e del Dialogo a livello aziendale genera solo incomprensioni e conflitti.

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