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CHI VUOLE STAMPARE UN BRACCIALETTO? OVVERO IL RUOLO DEL DIGITALE NELLE FILIERE DEL MADE IN ITALY

A cura di Camilla BelliniAnalyst, The Innovation Group

Qual è oggi il ruolo del digitale all’interno delle aziende manifatturiere e del mondo artigiano nel nostro Paese? La stampa 3D, l’Industrial IoT, così come altre tecnologie digitali, possono veramente rafforzare la competitività e la redditività delle aziende italiane? Sul ruolo di queste tecnologie in contesti tradizionalmente analogici aziende, associazioni, centri di ricerca e governo si stanno sempre più interrogando, anche a fronte dei modelli internazionali con cui sempre più spesso l’opinione pubblica (e forse anche i numeri a bilancio delle aziende) porta a confrontarsi.

Da una recente rilevazione della Fondazione NordEst e Prometeia appare come oggi circa il 26% delle aziende intervistate utilizzi la stampa 3D, il 37% ricorra alla robotica, il 68% a macchine a controllo numerico (CNC) mentre solo il 13% stia implementano soluzioni in ambito Internet of Things. A fronte di questi dati, appare evidente come alcuni progetti e good practice oggi siano sicuramente in corso, ma che è ancora lungo il percorso verso una Manifattura e Artigianato 4.0. Senza contare il fatto che la riduzione eclatante dei costi medi della tecnologia digitale in questi ambiti (vedi tabella) sta riducendo sempre più le barriere di ingresso agli investimenti tecnologici in progetti innovativi.

 

TabellaMaggioBellini
Fonte: PwC e S.Imaill, Exponential Organizations, Diversion Books 2014

 

Si pensi ad esempio alla stampa 3D che, grazie al progetto RepRap e ai bassi costi e all’auto-costruibilità dei macchinari, ha cominciato ad essere adottata da centinaia di migliaia di utenti in tutto il mondo. Certo, le stampanti 3D industriali sono un’altra cosa, ma l’esempio dimostra come sicuramente l’avanzamento tecnologico e l’innovazione stiano inevitabilmente portando ad adozioni massive di nuovi modelli produttivi.

Introdurre all’interno della propria aziende queste tecnologie non solo sembra essere oggi economicamente sostenibile, ma cominciano ad esserci anche evidenze (anche se non ancora misurabili a livello di ROI) di reali benefici registrati dalle aziende che hanno sviluppato progetti in questi ambiti. Ad esempio, sempre dalla rilevazione di Fondazione NordEst – Prometeia emerge come le aree di maggior beneficio per quel che riguarda la stampa 3D siano legate alle fasi di progettazione (in particolare alla riduzione dei tempi di progettazione e prototipazione), all’acquisizione del modello 3D di oggetti esistenti, alla produzione di oggetti con forme e geometrie prima non possibili, e alla realizzazione di modelli 3D specifici per il cliente.

Sembra d’altra parte che ancora una volta siano lo scetticismo e la mancanza di informazione a frenare la diffusione di queste tecnologie nel nostro Paese. Pochi infatti sembrano comprendere il ruolo strategico che le tecnologie digitali possono svolgere, sia con strumenti per sviluppare in modi nuovi i propri processi e prodotti, sia per rivoluzionare i propri modelli di business.

Un esempio che ben si sposa con il concetto del Made in italy e con il recente evento del Salone del Mobile da poco conclusosi a Milano è l’adozione di tecnologie digitali, ed in particolare della tecnologia 3D, nel settore del design e dell’arredamento. Si pensi ad esempio alla piattaforma Cyrcus, lanciata da poco da Denis Santachiara, designer italiano: questa piattaforma di eCommerce offre oggetti di design realizzati esclusivamente con tecniche di stampa 3D e tecnologie CNC, con logiche on-demand e di estrema personalizzazione. In questo caso, la tecnologia consente di arrivare a modalità di realizzazione in tempi e con costi simili a quelli della produzione industriale, rendendo gli oggetti di design personalizzabili all’estremo.

Va da sé che oggi le possibilità di applicazione di queste tecnologie sono sempre più ampie: si pensi a tutta la prototipazione, alla produzione di macchine utensili, agli ambiti dell’edilizia (dall’architettura alla costruzione), così come nell’ambito sanitario, dell’oggettistica e dell’oreficeria.

Proprio a questo ultimo ambito è legato il caso di .bijouets, marchio trentino pioniere nella realizzazione di prodotti di design esclusivi tramite la stampa 3D professionale: da anni infatti questa azienda produce collane, bracciali, anelli, orecchini, spille e occhiali basandosi su tecnologia 3D, che le consente di  realizzare in modo flessibile pezzi unici e altamente personalizzati, in un’ottica artigianale. A riconoscere il potenziale innovativo di queste nuove tecnologie in questo caso è stato proprio il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, la cui nuova sede è stata progettata da Renzo Piano: per il suo primo compleanno il museo infatti ha commissionato una linea di gioielli a .bijouets che riproducessero le forme della struttura elicoidale del DNA, così come quelle del regno naturale, dalle curve dei corsi d’acqua e dai profili e colori dei paesaggi montani, fino ai richiami ai colori e alle forme del regno animale, tutti realizzati grazie alla stampa 3D…

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