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AI in banca: l’81% dice sì!

Intelligenza Artificiale sempre più indispensabile. A testimoniarlo è anche il crescente interesse a riguardo da parte del settore bancario/finanziario, ambito in cui sono previste notevoli trasformazioni nei prossimi anni. Dell’utilizzo strategico dell’AI e di come affrontare al meglio i cambiamenti in atto se ne parlerà il prossimo 3 Ottobre a Milano all’AI & DATA SUMMIT 2019 di The Innovation Group.  

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale ha visto, soprattutto a partire dagli ultimi anni, una notevole diffusione, a conferma di una consapevolezza da parte delle aziende di qualsiasi settore sulla necessità di abbracciare i nuovi trend tecnologici. In modo particolare, un ambito in cui l’impiego dell’Intelligenza Artificiale sembra essere sempre più apprezzato è quello bancario/finanziario in cui i diversi player vi fanno ricorso per far fronte a evoluzioni quali la presenza di nuovi competitor sul mercato e il cambiamento delle esigenze della clientela.

A confermarlo è anche la “Rilevazione sull’IT nel sistema bancario italiano – Profili tecnologici e di sicurezza” (2018), l’indagine curata annualmente dalla CIPA – Convenzione Interbancaria per i Problemi dell’Automazione – in collaborazione con l’ABI, volta ad individuare l’utilizzo dell’ICT nelle banche e basata su un campione di 17 gruppi bancari (pari complessivamente all’84,8% dell’insieme dei gruppi bancari in termini di totale attivo). La rilevazione sottolinea in modo particolare una crescita dell’interesse delle banche italiane per l’Intelligenza Artificiale (AI): l’81% del campione intervistato, infatti, prevede di avviare iniziative nel triennio 2018-2020, la metà ha in corso attività di studio e sperimentazione, mentre il 37,5% dispone già di più applicazioni in esercizio.

Maturità delle iniziative di Intelligenza Artificiale

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale è spinto soprattutto da aspetti come il commitment del management, la strategia aziendale e l’impatto sulla relazione con il cliente (ritenuti abilitanti o fortemente abilitanti nell’oltre 85% delle risposte). Tra i fattori ritenuti ostacolanti o fortemente ostacolanti, invece, i requisiti di sicurezza e compliance (57,1% dei gruppi), il reperimento degli skill (50%), il livello di complessità della tecnologia e la gestione del cambiamento (entrambi 35,7%).

Tra le strategie messe in campo per far fronte a queste problematiche, la creazione di un centro di competenza per l’Intelligenza Artificiale (segnalato dal 21,4% dei gruppi), la costituzione di task force dedicate e l’ampliamento delle strutture IT, indicati dal 14,3% dei gruppi. Tra gli interventi previsti anche la formazione specifica del personale IT (indicata da poco meno dell’80% dei gruppi) e l’assunzione di personale con specifiche competenze, che ha già interessato il 14,3% dei gruppi ed è prevista da un ulteriore 28,6% nel biennio 2018-2020.

Allo stato attuale, per poter disporre di skill specialistici oltre l’85% degli intervistati ha dichiarato di rivolgersi a società di consulenza o a vendor di soluzioni tecnologiche di AI, nonché ad expertise del mondo accademico e della ricerca (50%).

Il tema è stato affrontato anche in un articolo pubblicato lo scorso aprile sulla nota rivista statunitense Forbes secondo cui le banche considerano l’Artificial Intelligence e il Machine Learning strumenti dal sempre maggiore potenziale, in grado di migliorare non solo l’efficienza operativa all’interno delle dinamiche bancarie ma anche per acquisire e fidelizzare i clienti.

La rivista, citando la ricerca “How Banks Can Make Use of Data-Driven Customer Insight”, condotta nel 2019 dalla società di consulenza Crowe, ha evidenziato come l’89% del campione intervistato ritenga l’Intelligenza Artificiale una priorità assoluta nelle strategie bancarie.

Secondo lo studio, inoltre, i tre ambiti dell’Artificial Intelligence che stanno modificando in maniera radicale la relazione con il cliente sono:

  • Il Machine Learning (ML). Potenziare l’analisi dei dati grazie all’apprendimento automatico permette di ottenere utili informazioni sui clienti. Ciò è estremamente utile per offrire ai clienti prodotti e servizi personalizzati, per prevenirne ed evitarne l’abbandono (churn rate) nonché per valutarne la propensione all’acquisto.
  • Natural Language Processing (NLP) e Chatbot. La diffusione di Chatbot e assistenti virtuali migliora notevolmente la Customer Experience essendo in grado di rispondere in maniera tempestiva ai bisogni e alla necessità dei clienti. Ciò permetterebbe, inoltre, l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione dei costi: lo studio stima che grazie ai Chatbot le banche potrebbero arrivare a risparmiare fino a 8 miliardi di dollari all’anno entro il 2022.
  • Robotic Process Automation (RPA). Secondo lo studio molte banche considerano l’RPA come uno strumento in grado di aumentare l’efficienza nonché di ottimizzare processi e flussi di lavoro, riducendone i margini di errore.

È evidente, dunque, che il contesto bancario italiano e internazionale è orientato verso una sempre maggiore diffusione delle tecnologie di AI all’interno dei propri processi produttivi, oltre che come parte integrante delle proprie strategie.  Una tale trasformazione, pur non essendo priva di ostacoli (governance dei dati, privacy) appare soprattutto necessaria: dal mancato adeguamento ai cambiamenti in atto dipenderà sempre più l’andamento del business di qualsiasi player bancario/finanziario.

Questi temi saranno affrontati il prossimo 3 ottobre all’AI & DATA SUMMIT 2019, un evento organizzato da The Innovation Group per fornire a tutti gli stakeholder coinvolti una roadmap precisa per affrontare al meglio gli impatti trasformativi dei cambiamenti in atto.

 

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