AI agentica: sarà questo il nuovo tormentone del 2025? Molto probabilmente questa forma di intelligenza artificiale, che è già sulla bocca di analisti e commentatori, sarà uno dei temi tecnologici dell’anno. Rubando la definizione a Ibm, l’AI agentica è un “sistema o programma capace di eseguire in autonomia dei compiti, facendo le veci di un utente o di un altro sistema, progettando i propri workflow e utilizzando gli strumenti disponibili”. Quindi non solo un “copilota” (espressione usata inizialmente da Microsoft ma entrata ormai nel lessico tecnologico comune), che trova informazioni e snocciola suggerimenti, ma qualcosa di ulteriore.
Mentre i sistemi di AI generativa creano contenuti (testi, immagini, video, audio, codice software), l’output di un agente di AI è un’azione o una decisione, per esempio effettuare un acquisto o rispondere a richieste di clienti o evadere delle procedure burocratiche, e ancora filtrare ed elaborare dati o distribuire contenuti di marketing o creare procedure di onboarding per nuovi dipendenti o clienti. Un agente di AI attinge alla base di conoscenza di un Large Language Model ma poi combina i dati già appresi con altri sempre nuovi, potendo interagire con applicazioni e database esterni (tramite API, cioè interfacce di programmazione applicativa). Ovviamente è possibile inserire nel software delle contromisure che limitino il rischio di errori, e inoltre l’agente migliora continuamente nel tempo, imparando dall’esperienza e adattandosi all’ambiente esterno.
Se i Large Language Model e i chatbot costruiti su di essi sono stati la grande rivoluzione tecnologica dell’ultimo biennio (una rivoluzione di user experience, se non ancora dal punto di vista dell’adozione), l’Agentic AI potrebbe essere la prossima next big thing? Siamo già pronti, considerando che le precedenti innovazioni non sono ancora state del tutto interiorizzate dalle aziende? Sono in molti a scommetterci. Qualche esempio, tra i vendor che hanno recentemente lanciato novità di AI agentica: Cisco nell’area del supporto clienti (con agenti AI integrati in Webex), Salesforce per tutti in flussi di lavoro del Crm (con la possibilità di creare agenti personalizzati), ServiceNow per l’automazione della risoluzione dei problemi IT. E il colosso della consulenza Accenture ha creato, in collaborazione con Nvidia, un’intera divisione di business dedicata a questa tecnologia.
Secondo Gartner, che l’ha inserita fra le dieci tendenze tecnologiche del 2025, l’Agentic AI porterà le aziende su nuove soglie di produttività ed efficienza, liberando il personale dalle attività più ripetitive. Gli analisti prevedono che nelle aziende entro il 2028 gli agenti di AI si faranno carico di almeno il 15% delle decisioni lavorative quotidiane.
E conviene prepararsi fin da ora: piaccia o no, l’intelligenza artificiale è meglio conoscerla, per evitare di restarne travolti. La prospettiva dipinta dagli analisti è per certi versi allettante, per altri un po’ inquietante. “È chiaro che, a prescindere da dove andremo, non potremo evitare l’impatto dell’AI”, ha commentato Daryl Plumer, distinguished vice president analyst, direttore della ricerca di Gartner. “L’intelligenza artificiale si sta evolvendo insieme ai suoi utilizzi da parte delle persone. Dobbiamo accettare che l’AI possa migliorarci, prima di arrivare al punto in cui gli esseri umani non potranno più tenere il passo”.
Tra i supporter dell’AI agentica c’è anche Ibm, che ha elencato quattro motivazioni per cui, a suo dire, questa tecnologia è destinata al successo. Numero uno: è allo stesso tempo flessibile e precisa, poiché impiega un approccio “ibrido” nella scrittura del software (in parte basato su Large Language Model e in parte sulle regole più strutturate della programmazione tradizionale). In secondo luogo, rispetto ai classici Large Language Model un agente di AI ha una conoscenza più vasta e una migliore intelligenza contestuale, perché può attingere a fonti Web, log e database interrogabili. Il terzo fattore di successo degli agenti di AI è la loro autonomia, la capacità di agire anche senza supervisione umana, gestendo anche procedure complesse e monitorando i propri progressi nel tempo. Infine, quarto vantaggio, gli agenti di AI sono intuitivi da usare, perché si può interagire con essi tramite linguaggio naturale. Tutto questo, secondo Ibm, lascia immaginare che in futuro gli strumenti di Agentic AI rimpiazzeranno o trasformeranno molte delle applicazioni Software-as-a-Service attualmente in uso.
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