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Partire dalle infrastrutture pubbliche per ripartire

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Il lockdown ha fatto emergere in maniera ancora più evidente le criticità strutturali del Paese, in modo particolare in relazione ai sistemi IT delle amministrazioni pubbliche. La ripartenza dovrà rappresentare soprattutto un’opportunità per creare infrastrutture resilienti che siano alla base di un più ampio percorso di innovazione e digitalizzazione che coinvolga l’interno Paese. Se ne parlerà il prossimo 26 maggio alla web conference di TIG organizzata nell’ambito del Digital Italy Program 2020 e in cui interverrà la Ministra per la PA Dadone.

 

Qualche mese fa, in occasione del Digital Italy Summit, la Ministra per la Pubblicazione Fabiana Dadone affermava la necessità per il settore pubblico italiano di porsi come promotore di un processo innovativo che coinvolgesse tutto il sistema statale. Allo stesso modo riteneva che la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche avrebbe dovuto avvenire in maniera uniforme ed omogenea tutto il Paese, così come lo sviluppo dei servizi digitali avrebbe dovuto essere una priorità a livello nazionale. Di lì a pochi mesi l’Italia si sarebbe trovata ad affrontare una gravissima crisi pandemica che ha reso necessaria l’accelerazione di processi soltanto in parte già avviati, trovando complessivamente un Paese impreparato ad affrontarli.

Quello della digitalizzazione della PA è, del resto, un dibattito che si affronta da molto in Italia. Già il “Referto in materia di informatica pubblica” della Corte dei Conti, presentato lo scorso novembre, evidenziava la difficoltà nel nostro Paese di razionalizzare le risorse dedicate all’ Ict pubblico. Secondo il rapporto, infatti, ogni anno in Italia vengono dedicati circa 5,8 miliardi di euro all’informatica pubblica (un valore che comprende risorse sia nazionali sia comunitarie), investimenti che, però, vengono utilizzati in misura limitata e non sempre secondo una strategia ben precisa. Nel report veniva, inoltre, messo in evidenza il ben noto ritardo italiano nella trasformazione digitale dei processi pubblici e la difficoltà ad adattarsi a cambiamenti che nella maggior parte dei Paesi europei sono avvenuti ormai da tempo; criticità del resto apparse in maniera evidente durante la crisi sanitaria. Si pensi, ad esempio, a quando è andato in tilt il sito dell’Inps in seguito all’eccessiva richiesta di domande registrate da parte dei beneficiari delle misure di sostegno previste dal decreto “Cura Italia” con conseguente violazione della privacy di alcuni utenti.

Già prima dello scoppio della pandemia il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione aveva pubblicato la strategia “Italia 2025” di cui la razionalizzazione delle infrastrutture digitali ne costituisce uno degli aspetti principali. Proprio con riferimento alle infrastrutture digitali, la strategia si propone di:

  • Sviluppare servizi digitali pubblici efficienti.
  • Razionalizzare le risorse, creando allo stesso tempo opportunità per nuovi investimenti in aree di mercato innovative.
  • Mettere in sicurezza servizi pubblici e dati sensibili all’interno di infrastrutture funzionanti, efficaci e razionali che operino all’interno dei confini nazionali in virtù dei principali standard di sicurezza fisica e informatica.
  • Creare infrastrutture sostenibili con impatti positivi sull’ambiente, grazie ad una più efficiente gestione dei data center pubblici permettendo altresì una riduzione significativa delle emissioni di CO2.

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Il forte deficit infrastrutturale di cui l’Italia soffre ormai da tempo è stato sempre considerato come il principale ostacolo al suo sviluppo digitale. La problematica è emersa in maniera ancora più evidente durante il lockdown quando si è avvertita la forte necessità per il Paese di dotarsi di infrastrutture resilienti che potessero supportare cambiamenti radicali nello stile di vita delle persone (dallo smart working all’e-learning alla necessità di erogare servizi online fino alla diffusione delle piattaforme di contact tracing). Non va dimenticato, inoltre, che durante la quarantena è stato registrato un significativo aumento della domanda di servizi pubblici online: ad esempio, nel solo mese di marzo, è stata registrata una fortissima crescita nelle attivazioni degli account SPID che ha raggiunto 6,5 milioni di utenti (contro i 5 milioni registrati a febbraio), viaggiando con una media di 100mila credenziali attivate a settimana.

In questo contesto stanno nascendo iniziative di interesse. Si riporta, ad esempio, l’esperienza dell’Agenzia delle Entrate che ha reso possibile la fruizione di diversi servizi online (prima erogati allo sportello) mettendo a disposizione dei cittadini una guida che potessi supportarli nel completamento delle procedure. La stessa ministra Dadone ha di recente annunciato interventi a favore della digitalizzazione degli uffici e della semplificazione dei rapporti tra amministrazione e cittadini con il principale obiettivo di far continuare a lavorare in smart working molti dipendenti anche nella fase della ripresa, avviando altresì attività di monitoraggio del lavoro agile. Al riguardo il Ministero ha avviato una collaborazione con Assinter per attivare una serie di servizi digitali e proiettare il lavoro pubblico verso nuove modalità di svolgimento  soprattutto degli enti di più piccole dimensioni. Tali iniziative vanno ad aggiungersi al progetto “Solidarietà Digitale” (attraverso cui il Governo ha incentivato le imprese del settore tlc/it a supportare le amministrazioni pubbliche attraverso le proprie soluzioni) e all’iniziativa “Toolkit per il Lavoro Agile” (con cui vengono resi disponibili strumenti operativi necessari ad avviare e sviluppare lo smart working nelle pubbliche amministrazioni).

Un’altra iniziativa rilevante al riguardo è il protocollo siglato dal Ministero dello Sviluppo economico, dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, che prevede interventi volti a:

  • riprogettare le aree urbane e ridefinire la mobilità,
  • migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini,
  • ripensare a nuove modalità di fruizione dei beni culturali.

Obiettivo della collaborazione tra i tre ministeri è promuovere l’utilizzo delle procedure d’appalto per l’innovazione, considerati strumenti di estrema rilevanza per aumentare la competitività delle imprese, nonché leva strategica per modernizzare le infrastrutture e i servizi della Pubblica Amministrazione. La tematica è stata, infine, affrontata anche dal Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che in una recente intervista al quotidiano “La Stampa” ha ricordato «l’urgenza di intervenire sui sistemi IT degli enti pubblici per renderli maggiormente interoperabili sia a livello centrale sia locale». Ciò è necessario soprattutto ai fini della «sburocratizzazione del Paese», un obiettivo che da sempre in Italia si è tentato di perseguire e che appare necessario soprattutto in questo momento di ripresa in cui è richiesto di agire con velocità (soprattutto nei processi amministrativi).

Tali tematiche saranno affrontate il prossimo 26 maggio in occasione dell’evento “Agenda digitale, infrastrutture e piattaforme pubbliche alla prova dell’emergenza”.

Nel corso della web conference, la seconda in cui si articola il Digital Italy Program, interverrà anche la Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone con cui potremo fare il punto sullo stato delle piattaforme pubbliche e delle infrastrutture al servizio dei cittadini e delle imprese.

 

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