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Campania digitale, un esempio di eccellenza in Italia

E’ stata la Campania la protagonista della terza tappa del progetto “Digital Summit Regionali” di The Innovation Group per promuovere l’innovazione nei territori. All’incontro hanno partecipato stakeholder pubblici e privati per fornire indicazioni precise sullo stato dell’arte della digital transformation all’interno del territorio campano.

Si è tenuto lo scorso 26 settembre, presso il polo Universitario San Giovanni a Teduccio, il Campania Digital Summit, terza fase del progetto “Digital Summit regionali” organizzato da The Innovation Group per fare il punto sullo stato dell’arte della trasformazione digitale in Campania.

L’evento è stato animato dalla presenza di esponenti del mondo della ricerca, istituzionale nonché di best practice aziendali e startup che si sono contraddistinte per il livello di innovazione delle proprie attività. Tra i protagonisti della giornata: Rosa D’Amelio, Presidente, Consiglio Regionale della Campania che ha presentato il progetto “Iter Legis” volto alla dematerializzazione dell’iter legislativo del Consiglio Regionale; Giorgio Ventre, Direttore Scientifico Apple Developer Academy, Università degli Studi di Napoli “Federico II” che ha parlato delle iniziative sviluppate dalle Apple Academy e Vito Merola, Direzione Generale per l’Università, la Ricerca e l’Innovazione, Regione Campania.

Durante l’evento è emersa chiaramente la necessità di promuovere una forte collaborazione tra tutti gli stakeholder pubblici e privati per far sì che lo sviluppo innovativo e la trasformazione digitale possano rappresentare un volano di crescita per il territorio campano, soprattutto per alcune aree cosiddette “interne”. Al riguardo si è molto dibattuto sull’importanza dello sviluppo innovativo per costruire un nuovo modello di società: la tecnologia deve, infatti, assumere un ruolo sempre più centrale nel conseguimento dei bisogni dei cittadini e nel miglioramento della qualità della vita. Allo stesso tempo “innovare” e “digitalizzare” rappresenta per le imprese un’opportunità per creare un lavoro “stabile” e di “qualità”. Tuttavia, perché ciò avvenga è necessario il definitivo ingresso della tecnologia nei palazzi del potere: all’adeguamento tecnologico deve, però, affiancarsi un cambiamento culturale all’interno degli enti pubblici.

Si è, inoltre, insistito sull’importanza del concetto di “Accountability”: l’innovazione tecnologica si pone come strumento imprescindibile per promuovere una nuova cultura della trasparenza.

Tra gli altri intervenuti si ricordano Nicola Marrazzo, Presidente III Commissione Permanente, Consiglio Regionale della Campania, secondo cui la vera sfida che deve coinvolgere tutti gli stakeholder è quella di creare un tessuto territoriale capace di supportare la trasformazione dell’Industria in “4.0”. Marrazzo ha, inoltre, insistito sulla necessità di digitalizzare i processi industriali all’interno del Paese per aumentare la qualità del Made in Italy e promuoverne la competitività sul mercato globale.

Secondo Gaetano Manfredi, Rettore, Università degli Studi di Napoli Federico II, la transizione digitale è uno dei grandi cambiamenti mondiali che stiamo affrontando, un processo che richiede l’adozione di una logica sistemica e che implica una riorganizzazione degli assetti produttivi, sociali e politici. Di fatto, secondo Manfredi, interpretare il cambiamento richiede alle università di adottare una visione strategica e di proporre un’offerta formativa innovativa: per queste ragioni le iniziative messe in campo dall’Università di Napoli Federico II sono state rivolte all’idea di una formazione ibrida, caratterizzata dalla sinergia di diverse competenze e da un elevato dinamismo.

Di rilievo, inoltre, gli interventi di Marco Gay, Presidente Anitec-Assinform, secondo cui “innovare” richiede determinazione e coraggio da parte delle istituzioni pubbliche, delle università e delle imprese e Rosario Cerra, Presidente, Centro Economia Digitale, che ha presentato i risultati della sua ricerca Digital Policy Tool da cui è emerso che la Campania, dal 2011 al 2018, è avanzata di due posizioni nell’ambito della trasformazione digitale, una trasformazione digitale che ha una duplice valenza, rappresentando sia un’opportunità (se attuata in tempo) sia un rischio di rendere incolmabile un gap già attualmente piuttosto significativo.

 

I saluti del Ministro

Intervenuto con un collegamento anche il neo Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano che ha raccontato dei progetti che si stanno sviluppando per rendere l’Italia una Smart Nation e digitalizzare i servizi al cittadino.

 

Valeria Fascione – “Digitale come leva competitiva”

Il digitale ha una forte valenza non solo economica ma anche e soprattutto sociale, perché implica inclusione, dà la “parola” e l’accesso alle risorse a chi ha più difficoltà. Esordisce così Valeria Fascione, Assessore Internazionalizzazione, Start Up – Innovazione, Regione Campania che dichiara di voler raggiungere un solo obiettivo: fare della Campania e di Napoli un hub internazionale di riferimento per la digital transformation.

Stiamo lavorando – prosegue Fascione – per portare innovazione in tutto il sistema produttivo attraverso la promozione di partenariati pubblico-privati. È necessario, inoltre, fare in modo che tecnologie quali Big Data, sviluppo dati, robotica, stampa 3D diventino embedded per permettere ai cittadini una migliore fruizioni dei servizi erogati.

 

Luca Attias – Non ci resta che piangere?

Per avere un vero cambiamento digitale (soprattutto nell’ambito delle infrastrutture) è necessaria la discontinuità, oltre che tempi lunghissimi. Per affrontare la trasformazione digitale sono necessarie nuove competenze all’interno delle amministrazioni pubbliche e si avverte il bisogno di individuare delle best practice da prendere come modello. E’ quanto ha affermato Luca Attias, Commissario Straordinario per l’Attuazione dell’Agenda Digitale.

Ad ogni modo, le novità che stiamo cercando di introdurre tramite progetti quali Pago PA o SPID, perché vengano accettate e comprese, richiedono un forte cambiamento soprattutto culturale da parte dei nostri cittadini e delle nostre amministrazioni.

 

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