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Promuovere una mobilità sostenibile, intelligente e sicura nel post pandemia

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Il Covid-19, influendo sensibilmente sulle abitudini dei cittadini, ha provocato cambiamenti significativi anche nella domanda dei servizi di mobilità. L’utilizzo della tecnologia, oltre ad aiutare operatori e decision maker a comprendere meglio le trasformazioni in atto, sarà essenziale anche per lo sviluppo di città intelligenti e sostenibili. Cosa è emerso dalla discussione tenutasi in occasione della web conference di TIG.

Prima del Covid-19 la domanda di mobilità era ben definita, obiettivo degli operatori era migliorare l’esperienza dell’utenza e sviluppare sistemi innovativi volti a coglierne i cambiamenti. Oggi, invece, le esigenze sono cambiate: si segue una domanda individuale e disaggregata che richiede soluzioni tailor-made e che non rende più gli operatori in grado di stabilire con certezza alcuni fenomeni. Esordisce così Mario Nobile, Direttore Generale per i Sistemi Informativi e Statistici, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel suo intervento introduttivo alla web conference “Big Data & AI per smart cities e mobilità sostenibile”, organizzata da The Innovation Group lo scorso 24 settembre.

In un contesto, dunque, in cui stanno nascendo nuovi modelli di mobilità, per Nobile «è necessario che le tecnologie già esistenti comincino ad offrire soluzioni di viaggio integrate», cogliendo «nel cambiamento della domanda un’innovazione che porti vantaggi a tutti gli attori del settore». Il tema è stato affrontato anche da Rossella Panero, Presidente TTS Italia e Direttore 5T, secondo cui «sono necessari fondi strutturali per dare risposta alla nuova domanda di servizi di mobilità che si basano sull’utilizzo dei dati necessari per realizzare la mobility as a service».

Roberta Cocco, Assessore Trasformazione Digitale e Servizi Civici, Comune di Milano, ha posto l’attenzione sullo strumento digitale per sviluppare servizi inclusivi, introducendo il concetto di “digital care” e citando le iniziative sviluppate dal Comune di Milano per promuovere una trasformazione digitale ad ampio raggio basata su due componenti: tecnologica (intesa come consolidamento infrastrutturale e sviluppo dei servizi digitali) e culturale (sviluppare servizi digitali implica innanzitutto permettere a tutti i cittadini di usufruirne). Sul tema culturale è intervenuta anche Donatella Proto, Direzione Generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali – Divisione II, MISE, secondo cui «bisogna consentire ai cittadini di essere preparati ad affrontare il cambiamento».

Oltre alla variazione della domanda dell’utenza, che diventa sempre più elastica, è possibile osservare nel settore un ulteriore fenomeno, il progressivo sviluppo di città sempre più intelligenti. Come, infatti, affermato da Giulio Di Giacomo, Responsabile Local Institutional Affairs, TIM, sempre più si sta tendendo verso il concetto di «smart city fluida che riconduce all’idea di andare oltre i confini della città».

Perché ciò accada è necessario garantire innanzitutto una continuità infrastrutturale. Al riguardo una best practice è stata l’esperienza del Progetto Smart City del Comune Trento presentato dal Capo Progetto Giacomo Fioroni che ha raccontato di come «sia stato costruito un Digital Hub basato su un sistema che permettesse di gestire layer di dati consentendone l’importazione da sorgenti diversi, l’inserimento nel data lake e lo sviluppo di sistemi di data processing e analysis».

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Centralità del dato e costruzione di servizi data driven per rispondere ai bisogni della clientela e garantire la sicurezza in tempi di pandemia

Obiettivo degli operatori della mobilità – afferma Paolo Guglielminetti, Partner Global Railways & Roads Leader, PwC Italia –  deve essere quello di utilizzare al meglio il dato per effettuare campagne di precision marketing in grado, poi, di far valutare con attenzione la sensitività dell’utenza. Al riguardo un esempio interessante è stato quello presentato da Davide Giurleo, Head of Strategic Projects Flixbus, che ha parlato di come lo scopo di FlixBus sia quello di offrire alla domanda un’offerta di servizi quanto più idonea possibile ai bisogni delle persone: ciò avviene soprattutto utilizzando dati integrati con servizi già attivi nelle città.

Tuttavia, perché ciò accada – afferma Sergio Romoli, Direttore Divisione Cloud & Enterprise, Microsoft Italia– è centrale che si cambi percezione sul dato che deve essere considerato come «un vero e proprio fattore di produzione, al pari del capitale e del lavoro». Sul tema è intervenuta anche Giulia Cascone, Project Manager, Go-Mobility, secondo cui bisogna «essere predisposti ad entrare in una nuova ottica in cui dati dovranno essere il principale metodo di strumento su cui prendere decisioni nonché dotarsi di una cultura del dato».

Non va dimenticato che oggi siamo in presenza di quello che Antongiulio Donà, Vice President Sales, Talend Italia ha definito un “data caos”: l’ingente quantità di dati con cui ogni giorno si interagisce richiede di prestare particolare attenzione alla qualità delle informazioni. La consapevolezza della presenza di una significativa mole di dati e l’importanza di poterli condividere con tutta la comunità hanno indotto Waze a creare il progetto Waze for Cities, come descritto da Dario Mancini, Regional Manager Italy & EMEA Emerging Markets.

Infine, come riportato da Laura Morgagni, Direttore, Fondazione Torino Wireless, il tema dei dati diventa ancora più centrale «per permettere una conoscenza tempestiva e immediata della domanda dei servizi di mobilità e indirizzarla e orientarla verso i mezzi più sostenibili».

 

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