Nonostante la forte accelerazione rilevata negli ultimi mesi, in Italia il digitale fa ancora fatica ad affermarsi. A testimoniarlo è l’ultimo report Istat relativo alla diffusione dell’Ict nelle imprese italiane e un’indagine della BCE relativa alla digital economy.
Continuano gli attacchi informatici contro il governo USA: colpita anche Microsoft. Mentre si indaga sui colpevoli, la Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno presentato una nuova strategia dell’Unione europea per la sicurezza informatica.
In un’economia digitale è fondamentale cambiare la percezione sul dato, non considerandolo più un fattore marginale (altrimenti non ne viene colto pienamente il valore) ma piuttosto come fattore primario di produzione, al pari del capitale e del lavoro.
La Regione Lombardia può assumere un ruolo di rilievo all’interno di una più ampia trasformazione del Paese, un cambiamento destinato a provocare nuovi equilibri lungo le due direttrici già indicate dall’Europa: digitalizzazione e circular economy. Se ne è parlato al Lombardia Digital Summit di TIG.
Dalle pubblicazione delle trimestrali delle principali tech company emerge il consolidamento della maggior parte dei trend osservabili sin dall’inizio della pandemia. In vista delle presidenziali nuove vicende sul fronte tech war.
Il 2019 è stato l’anno più difficile per quanto riguarda le minacce informatiche e i relativi impatti sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo, evidenziando un persistente trend di crescita in tutto il periodo considerato. Il fenomeno è stato confermato nel 2020 e non soltanto a causa del Covid.
L’AGCOM conferma la necessità per gli italiani di disporre di una rete veloce. Per Mediobanca la pandemia ha accelerato la crescita delle WebSoft mentre per Gartner nel 2020 la spesa IT mondiale diminuirà del 5,4% su base annua per poi aumentare nel 2021 del 4%. L’Italia pubblica il Dpcm sulla cyber sicurezza.
Con il Covid-19 per l’industria bancaria il timore è stato dover affrontare una crisi ancora più difficile di quella finanziaria del 2008. In realtà per molte delle sfide affrontate il mercato era pronto: in alcuni casi sono stati accelerati dei fenomeni già in atto. Le vere incognite riguardano il «New Normal».