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Verso un modello di fabbrica intelligente dove fisicità e digital si incontrano: l’esperienza del Gruppo Carraro

N. Dicembre 2017
        

a cura di Camilla Bellini 
Senior Analyst, The Innovation Group

 

Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Cristiano Grassi, IT Business Application Manager, Gruppo Carraro

Abbiamo intervistato Cristiano Grassi, IT Business Application Manager del Gruppo Carraro, azienda leader nei sistemi per la trasmissione di potenza, con sedi produttive in Italia, India, Argentina, Cina e Brasile. Con lui abbiamo discusso del percorso di trasformazione digitale di questo gruppo industriale italiano e del ruolo che il digitale può avere all’interno della fabbrica

Cosa significa affrontare un percorso di trasformazione digitale in un’azienda manifatturiera italiana con presenza internazionale come il Gruppo Carraro?

Il percorso di trasformazione digitale in Carraro è in un work-in-progress continuo, che si sta concretizzando in diverse fasi e in diversi progetti. Il primo di questi, ormai consolidato, ha riguardato la dematerializzazione e la standardizzazione dei processi, nell’ambito dell’amministrazione, della finanza e dei processi gestionali, e in modo molto profondo nella progettazione e produzione. In particolare, l’evoluzione della tecnologia e la diffusione in tutta l’azienda di un modo comune di lavorare ha permesso lo sviluppo di Design Center distribuiti in tutto il mondo, che fossero in grado di adottare un approccio “concurrent engineering” in modo efficace e ottimizzato rispetto ai cicli di progettazione dei prodotti. In particolare, proprio al fine di facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi centri, già ad inizi anni Duemila abbiamo cominciato ad introdurre in azienda strumenti digitali di collaborazione e condivisione: ormai sono già quindici anni che utilizziamo portali online accessibili dai nostri dipendenti e dai nostri partner in tutto il mondo per condividere progetti e informazioni.

In questo percorso di trasformazione “a fasi” che ruolo ha avuto il Cloud Computing?

Occorre tenere presente che abbiamo iniziato questo processo di trasformazione digitale ben prima che l’offerta Cloud si consolidasse e divenisse mainstream nell’agenda di CIO e imprese in tutto il mondo. Per questo motivo – oltre che per la dimensione e le specifiche del progetto in questione – ai tempi (dal 1999) abbiamo scelto di investire in un’infrastruttura interna in una logica di Data Center distribuito con la possibilità di accedere alle medesime risorse sia che si lavorasse in Europa o nelle sedi più remote. Se proprio vogliamo parlare di Cloud, quindi, si può dire che negli anni abbiamo sviluppato un nostro cloud privato. Se oggi abbia ancora senso adottare questo approccio? Forse no, ma sicuramente questa è oggi la nostra infrastruttura ed è a partire da questa che lavoreremo nei prossimi anni in una logica evolutiva.

Ha parlato soprattutto di processi gestionali e di progettazione. Qual è invece il ruolo del digitale nel mondo produttivo di Carraro?

Nell’ambito della produzione e della fabbrica è da sempre critico introdurre sistemi complessi e innovazioni, sia per motivi di formazione delle risorse e per la naturale diffidenza al cambiamento, sia per una necessaria cautela nel modificare l’assetto dell’officina. Carraro, d’altra parte, ha iniziato fin da subito ad introdurre elementi di automazione anche nei suoi impianti produttivi, come ad esempio i sistemi MES. È ormai da 25 anni che lavoriamo sul tema dell’automazione in fabbrica e della interconnessione tra macchinari e processi.Negli anni abbiamo registrato una crescita nella dimensione e nell’estensione di questi sistemi: ora sono asset consolidati ed integrati nel sistema produttivo, che ci consentono di avere una maggiore visibilità dei processi e del funzionamento dei macchinari, oltre che tenere sotto controllo il livelo qualitativo richiesto dai nostri clienti. Siamo ben consapevoli che questo non si possa ancora chiamare Internet of Things, e che il passo sia ancora lungo prima di arrivare ad un sistema che tratti i dati in una logica “aperta”, di connessione a Internet e di integrazione con altre fonti esterne: d’altra parte, non possiamo ignorare che partiamo da una soluzione costruita negli anni e focalizzata sul nostro metodo produttivo. Crediamo comunque sia necessario dare il dovuto valore a questa profonda esperienza (soprattutto la competenza acquisita) con la quale abbiamo costruito il nostro vantaggio competitivo.

Quali sono gli sviluppi futuri e gli obiettivi che il Gruppo Carraro si prefigge nell’ambito del digitale?

Stiamo puntando a sviluppare un modello che potermmo definire di “realtà aumentata”: non nel significato specifico che oggi viene attribuito a questa espressione, ma più in generale guardando ad un modello in cui fisicità e digitale interagiscono in modo naturale a bordo linea, e non solo. L’obiettivo che vogliamo raggiungere è infatti quello di catturare l’informazione che serve nel minor tempo possibile, soprattutto in un contesto – quello della produzione e della manifattura – sempre più orientato alla personalizzazione dei prodotti. In questo senso, il lavoro degli operatori diventa sempre più complesso e difficile, perché le task e le specifiche rischiano di cambiare continuamente, richiedendo un alto grado di adattabilità dei sistemi e delle competenze. In questo senso, vogliamo che la tecnologia e il digitale supportino i nostri dipendenti nell’operatività e nei processi decisionali, riducendo rischi, errori e ritardi e supportandoli nella “navigazione” attraverso istruzioni sempre più complesse. Di fronte alla crescente dispersione della specializzazione e alla frammentazione dei mercati globali, per noi il digitale può essere un utile strumento a supporto della forza lavoro: il digitale ci aiuta a cambiare il nostro modo di lavorare, verso un modello sempre più information- driven.

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