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Trimestrali: il mercato chiama i servizi e le big tech rispondono

N.  Marzo 2019
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 

Nelle scorse settimane sono state pubblicate le trimestrali delle principali tech company relative al quarto trimestre fiscale del 2018 e, probabilmente, considerate le vicende degli ultimi mesi, le più attese di sempre. In questa sede si vogliono analizzare le aziende GAFA – Google, Apple, Facebook e Amazon – colossi tecnologici che hanno guidato e continuano a guidare (tranne che nel caso della Apple) la crescita del mercato. Tuttavia, se, almeno per adesso, Google, Facebook e Amazon possono tirare un respiro di sollievo e continuare a considerarsi leader indiscussi nell’elite digital-tecnologica, in futuro, la continua evoluzione di un mercato dove a farla da padrone saranno sempre meno i prodotti innovativi e sempre più i servizi sofisticati potrebbe cambiare le carte in tavola.

Partiamo dalla Apple. La società di Cupertino, dopo le dichiarazioni delle scorse settimane con cui si rivedevano a ribasso le stime relative ai ricavi del Q1 2019 (trimestre fiscale che inizia in ottobre), aveva abbassato talmente tanto le aspettative che i dati reali, seppur non entusiasmanti, sono stati accolti positivamente: il fatturato del trimestre è stato di oltre 84 miliardi di dollari, risultati comunque ben lontani dalle aspettative iniziali che si aggiravano intorno agli 89 e i 94 miliardi di dollari e in calo del 5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (quando aveva superato gli 88 miliardi). Ad ogni modo a preoccupare è soprattutto il calo delle vendite degli iPhone (intorno al 15%), da sempre il bestseller dell’azienda e che continua a pesare nelle vendite totali per circa il 62%.

Che la Apple necessiti di individuare nuove strategie per far fronte ad uno scenario competitivo non particolarmente favorevole è ormai chiaro: la diminuzione delle vendite in Cina, in parte imputata alla tech war (per questo trimestre i ricavi cinesi sono stati di 13,17 miliardi di dollari, in calo del 27% annuo), la diminuzione del tasso di sostituzione degli iPhone (in parte dovuta al loro elevato prezzo), nonché la presenza sul mercato di dispositivi altrettanto efficienti ma venduti a prezzi più competitivi (si pensi a Huawei o Xiaomi) avevano notevolmente inciso sui risultati del Q4 del 2018.

Tuttavia, il Q1 2019 mostra una situazione migliore dovuta principalmente all’aumento del fatturato dei servizi che raggiunge il massimo storico di 10,9 miliardi, registrando un incremento del 19% rispetto all’anno precedente; ad aumentare sono anche i ricavi da Mac/Weareable (+9%), Home e Accessori (+33%) e iPad (+17%).

Risultati oltre le attese, invece, per Facebook, che ha pubblicato i dati relativi al quarto trimestre fiscale del 2018, conclusosi il 31 dicembre 2018. Il 2018 è stato per il social network un “anno terribile”, all’insegna dei continui scandali sulla privacy e sull’abuso dei dati che ne avevano minato la reputazione, comportando, anche, una riduzione del numero degli iscritti. Eppure, nel quarto trimestre del 2018, il gruppo ha visto crescere il fatturato a 16,9 miliardi, oltre i 16,4 attesi, registrando una crescita del 30%; il fatturato relativo all’intero 2018 è stato di oltre 55 miliardi di euro, contro gli oltre 40 del 2017, con un incremento del 37%.

A guidare la crescita è stato soprattutto l’advertising che nel Q4 del 2018 ha fatto guadagnare 16 miliardi contro i quasi 13 dello stesso trimestre del 2017, con un incremento del 30%. In totale, nel 2018, le revenue pubblicitarie sono state di 55 miliardi contro i quasi 40 del 2017, aumentando del 38%.

Anche Alphabet, la holding di Google, nel 2018 ha visto crescere la voce “Altri ricavi”, il segmento che include il business del cloud e le vendite di hardware (che hanno rappresentato 6,49 miliardi durante il trimestre) e, soprattutto, l’advertising: nel Q4 2018 Google advertising ha generato revenue di oltre 32 miliardi di dollari, crescendo del 20% rispetto allo stesso trimestre del 2017 (27 miliardi). In totale il fatturato di Alphabet nel 2018 ha superato i 39 miliardi crescendo, rispetto al 2017, del 22%.

Anche per Amazon nell’anno che si è appena concluso il vero punto di forza sono stati i servizi. Nonostante un aumento, seppur lieve, dei ricavi (nel 2018 sono cresciuti del 20% rispetto al 2017, superando, così, i 72 miliardi di dollari, contro i 60 del 2017), è nei servizi cloud e nella voce “Altri ricavi” (principalmente composta dalla pubblicità) che si è registrato il maggior aumento: AWS ha generato vendite trimestrali di 7,4 miliardi (in rialzo da 5,1 miliardi di un anno prima) con utili operativi aumentati del 61% a 2,2 miliardi per un fatturato annuo totale di 25,65 miliardi (contro i 17,46 miliardi del 2017). “Altri ricavi”, invece, ha visto crescere le proprie entrate del 95% a 3,4 miliardi di dollari, arrivando a superare la soglia dei 10 miliardi nell’intero 2018 e contribuendo in maniera significativa agli utili da record raggiunti nel corso del 2018. L’ultima trimestrale Amazon dimostra quanto il colosso e-commerce stia diventando sempre più rilevante all’interno del mercato dell’online advertising globale: sebbene l’internet marketing attualmente sia dominato da Google e Facebook, l’azienda di Jeff Bezos ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare un competitor temibile con una stima che vedrebbe crescere la sua quota nel mercato dall’attuale 2,1% al 2,9% nel 2019.

 

Fonte: Elaborazione TIG su trimestrali GAFA, 2018-2019

 

Come interpretare, dunque, le ultime trimestrali GAFA?

È evidente che nel 2018 a trainare la crescita delle tech company sono stati i servizi (compreso l’online advertising), indice di un modello di business diversificato che deve farei i conti con un mercato in continua evoluzione e che presto o tardi imporrà nuovi cambi di rotta. Tuttavia, ad avere la meglio sono, e saranno, le società che proporranno ai propri consumatori servizi a valore aggiunto, imponendo al mercato high tech di affrontare dinamiche in continua evoluzione: la frenata di Apple, che sta spostando il suo core business dalla produzione hardware all’erogazione dei servizi collaterali, ce lo dimostra.

Certo, non va dimenticato l’arrivo del 5G, destinato a creare e promuovere nuovi modelli di business basati e trainati dalle spinte evolutive di IoT e AI e, probabilmente, in grado di risollevare le sorti del mercato hardware ma oggi le trimestrali che hanno chiuso il 2018 ci raccontano un’altra storia.

 

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