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TRASFORMARE IMPRESE E PAESE RINNOVANDO IL RUOLO DELL’IT

A cura di Camilla BelliniAnalyst, The Innovation Group

Durante l’Executive Briefing di The Innovation Group, incontro durante il quale l’azienda ha presentato la propria visione del mercato e le iniziative in calendario per l’anno appena iniziato, player del mercato digitale e esponenti della relativa domanda si sono confrontati per discutere il tema della trasformazione digitale, del ruolo che l’IT avrà in questo processo e dei cambiamenti sistemici e strutturali che questo rinnovamento in chiave digitale porterà (e in alcuni casi sta già portando) all’interno di imprese e mercati.

Le due tavole rotonde che si sono susseguite hanno infatti nel complesso trattato di un unico tema: di come il digitale cambi lo status quo di “cose” e processi e di come il Paese debba cambiare con esso. In questo senso, esponenti del mondo privato e pubblico, così come i player dell’offerta si sono dimostrati concordi in merito alla necessità di intraprendere un processo univoco di trasformazione digitale che attraversi parallelamente imprese e pubblica amministrazione, creando un legame virtuoso che alimenti il ruolo del digitale all’interno di processi e organizzazioni. Si pensi ad esempio al caso dello SPID, il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale, che negli ultimi anni è entrato nelle priorità dell’AGID: in questo caso un progetto pubblico, domandando al libero mercato tecnologie e soluzioni, offrirà un servizio in grado di promuovere le imprese e il business (favorendo ad esempio l’eCommerce), generando di conseguenza valore per tutta l’economia. Quello del digitale è pertanto un circolo virtuoso, all’interno del quale, nell’ottica di creazione di un ecosistema allineato, le possibilità che questo si trasformi in un meccanismo win-win sono molto elevate.

Certo come è stato ricordato più volte , molti sono i prerequisiti alla base di questa trasformazione digitale, e tutti gli attori coinvolti devono prendere coscienza del fatto che ulteriori ritardi potrebbero avere effetti a cascata su tutto il processo della trasformazione digitale: occorre infatti affrontare con prontezza di azione e adeguati investimenti temi come la connettività, la sicurezza (di cui il già citato SPID è sicuramente un requisito importante) e le competenze, intese sia in termini di competenze specifiche in campo digitale sia, più in generale, di una cultura digitale che deve attraversare tutto il Paese, imprese, individui e governanti. Ciascuno di questi tasselli costituisce un fattore imprescindibile alla diffusione del digitale e allo sviluppo di un reale processo di trasformazione.

Non va inoltre ignorato il fatto che la trasformazione digitale non ha solo effetti sulle imprese che adottano nuove tecnologie, ma impone anche all’offerta tecnologica di cambiare in un contesto evolutivo. Si pensi al caso di Telecom Italia che ha rinnovato nome, marchio e immagine per ribadire al mercato che la Digital Transformation si fa anche in casa dell’offerta: dare rinnovata attenzione alla componente “mobile” dell’azienda ha mostrato al mercato come il futuro dell’offerta in ambito telco non rimanga più legato alla linea fissa, ma abbracci appieno il paradigma della Mobility. Sicuramente, in Italia ci sono tante altre aziende che, anche senza rebranding, necessitano di dimostrare il ruolo delle nuove tecnologie e di modelli disruptive alle aziende e ai mercati.

Sotto tutti gli aspetti quindi il concetto di Digital Transformation attraversa diversi ambiti e processi, e invade le aziende rinnovandone prodotti, mercati e organizzazione. D’altra parte, un processo di questo tipo non si svilupperà mai appieno se non si trova un modo per affrontare e gestire con successo il cambiamento, in particolare individuando ruoli e obiettivi non solo concreti ma anche fattibili. La risposta forse, ed è ciò che emerge dalla discussione, è affrontare questo processo per gradi, cercando di capire di cosa il Paese ha bisogno e che cosa le sue risorse sono in grado di offrire: se si riesce ad individuare il bandolo della matassa digitale allora l’Italia sarà veramente in grado di innescare il circolo virtuoso della Digital Transformation.

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