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Massimo Messina – Blockchain, Artificial Intelligence e Bot: le nuove buzzword del mondo IT

N.  Giugno
        

a cura di Ezio Viola 
AD, The Innovation Group 

 

Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Massimo Messina, Head of Global ICT di UniCredit

Questo mese abbiamo avuto la possibilità di approfondire con MASSIMO MESSINA i nuovi trend e le nuove evoluzioni tecnologiche che potrebbero trasformare le aziende e i settori (non solo quello finanziario) nei prossimi anni: Blockchain, Artificial Intelligence e Bot sono infatti le nuove buzzword del mondo IT che –  proprio secondo Messina – sono ormai dei percorsi tracciati nel panorama tecnologico mondiale,  su cui occorre però ora definire servizi a valore aggiunto e nuovi modelli di business.

Partendo proprio da uno dei temi caldi oggi per il settore Finance, quello della Blockchain, questa è indubbiamente una tecnologia che sta attraversando un periodo di forte hype, ma non per questo deve essere ritenuta meno interessante: consente infatti di creare nuove situazioni di disintermediazione degli scambi e delle relazioni tra attori diversi, introducendo elementi di novità in termini di certificazione e scambio. D’altra parte, uno dei grandi potenziali della blockchain resta legato alla possibilità di utilizzare questa tecnologia combinandola con altre, le cryptocurrencies, gli smart contract, l’IoT, ecc. È infatti dall’utilizzo combinato di queste nuove tecnologie che nasceranno nei prossimi anni dei veri servizi a valore aggiunto, nei settori più differenti. E, probabilmente, la nascita di questi nuovi servizi sarà il fattore vero che porterà ad un’accelerazione nella diffusione della tecnologia blockchain.

A questo riguardo, la recente similitudine proposta dall’HBR, che paragona la blockchain al ruolo infrastrutturale e fondativo del TCP/ IP in relazione ad Internet, è sicuramente un punto di vista con cui concordare, benché forse sia più l’HTML il termine di paragone più esatto. L’HTML ha infatti democratizzato una tecnologia al tempo accessibile solo ad un numero ristretto di persone, aprendo Internet all’uso e alla combinazione di un numero diverso di tecnologie: questo è lo stesso ruolo infrastrutturale che la blockchain rischia di avere nei prossimi anni nei confronti di tutto l’IT.

Un altro tema che indubbiamente sarà iper- esposto ad analisi e dibattiti nel 2017 è quello relativo all’artificial intelligence. Questo è un termine che d’altra parte suscita ricordi legati soprattutto all’automazione e alla robotica, al Giappone degli anni ’90, “limitando”, o comunque specializzando, un insieme di tecnologie e di ambiti applicativi più ampi. A questo riguardo, sarebbe forse più consono adottare il temine Augmented Intelligence, legando i nuovi strumenti più avanzati di analisi dei dati a quel trend iniziato diversi anni fa con la comparsa di soluzioni di business analytics, che posero per la prima volta un accento forte sul tema della datification e dell’uso dei dati in azienda per supportare i processi di decision- making. Affrontando questi temi, l’accento dovrebbe essere posto infatti non tanto sul tema della sostituzione dell’uomo nello svolgimento di task specifiche, ma piuttosto sul tema dell’affiancamento della componente “artificiale” all’attività umana: l’augmented intelligence può amplificare la capacità intellettiva dell’uomo e supportare i suoi processi decisionali, riducendo i tempi di acquisizione, processazione e analisi dei dati e delle informazioni. Questo discorso ha cominciato a diffondersi proprio da quelle soluzioni di analytics di cui si accennava poco sopra, passando poi per il machine learning e il deep learning, arrivando infine a soluzioni più evolute e complesse come quelle relative al cognitive computing. Ad oggi molte applicazioni di queste tecnologie e di questi strumenti le troviamo già nei processi aziendali e negli oggetti di uso comune, benché a questo riguardo sarà fondamentale, per la loro evoluzione, comprendere come evolveranno le policy relative alla privacy e all’uso dei dati raccolti da questi strumenti.

Infine, un altro tema di cui si sentirà discutere molto nel corso del 2017 è quello dei bot, considerati da molti le nuove app, ovvero i nuovi strumenti attraverso cui potremmo fruire dei servizi ora disponibili via applicazioni mobili. Partendo dal presupposto che quanto affermava Mark Zuckerberg alla scorsa edizione della F8 Developer Conference sia vero, ovvero che nessuno vuole installare una nuova app per ogni servizio, l’introduzione di nuovi strumenti che, partendo dal linguaggio naturale, possano semplificare la fruizione dei servizi oggi disponibili su smartphone e tablet è un evoluzione indiscutibile. Resta d’altra parte la necessità, prima di vedere effettivamente diffondersi i bot, di definire nuovi modelli di business e nuovi ecosistemi in grado di supportare la loro adozione. Ad oggi, i marketplace delle applicazioni sono infatti una sorta di meccanismo di certificazione e di garanzia delle applicazioni stesse, di test della sicurezza e della qualità di quanto reso disponibile dagli sviluppatori: non esiste d’altra parte ancora  nulla di paragonabile a questo ecosistema per i bot e, finché non cominceranno ad emergere in modo strutturato modelli di business paragonabili a quelli delle app, sarà difficile valutare appieno il potenziale e il ruolo di questa tecnologia.

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