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Lo smart working e la sua evoluzione: il nuovo modo di concepire il lavoro in Enel

N.  Settembre 2020
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 

È ormai riconosciuto che l’esperienza vissuta durante il lockdown (e che sta coinvolgendo ancora molte aziende) non possa definirsi propriamente smart working quanto piuttosto una forma di organizzazione del lavoro che potremmo considerare ibrida, un home working simile più ad una logica di remote working che ad una vera e propria modalità di lavoro agile. Lo smart working consiste infatti in un nuovo modo di concepire il lavoro che viene valutato sulla base dei risultati e degli obiettivi raggiunti e non sulle ore lavorate.

Al di là delle possibili implicazioni in termini sociali ed economici, in realtà, se ben disciplinato, il lavoro agile potrebbe portare alla definizione di un nuovo employee journey che ridefinisce la relazione tra capo e collaboratori  in una maniera del tutto diversa dal passato. Al riguardo un caso di successo è quello  di Enel durante il lockdown in cui hanno lavorato da  remoto 37mila persone, pari a circa il 55% della forza lavoro totale (composta da circa 68mila persone).

L’esperienza è stata resa possibile grazie ad un percorso che l’azienda aveva avviato già nel 2016 con un progetto pilota di  smart working che ha coinvolto inizialmente 500 dipendenti in Italia (già appartenenti ad un cluster di attività che potevano essere svolte da remoto) per poi ampliarsi anche  in altri Paesi fino a raggiungere, nel 2019, oltre 17.000 dipendenti. A parlarne è stato Carlo Bozzoli, Direttore Global Digital Solutions, intervenuto lo scorso 5 giugno nella web conference “Smart working: tecnologie, organizzazione, risorse umane”, terza iniziativa promossa da The Innovation Group nell’ambito del Digital Italy Program 2020 per riportare l’esperienza di alcune tra le più interessanti soluzioni di smart working implementate sia nel mondo delle imprese che in quello della Pubblica Amministrazione.

Gli investimenti pregressi dell’azienda in ambiti digitali ed innovativi hanno permesso di affrontare con resilienza la situazione di emergenza… Da aprile 2019, con la chiusura dell’ultimo data center, infatti Enel è “full cloud”, la prima tra le grandi utility mondiali a raggiungere questo traguardo.

Questa esperienza ha segnato un profondo spartiacque tra il prima e il dopo Covid-19 e Enel sta ipotizzando nuovi modelli operativi e modalità di lavoro che diventeranno parte del cosiddetto ‘new normal’. L’obiettivo è quello di superare la modalità di lavoro tradizionale, che vede gli uffici come il luogo per lavorare, muovendosi verso modalità di lavoro sempre più Smart, dove gli uffici diventano una delle opzioni piuttosto che la soluzione di default valida per tutti i giorni, in una chiave di complementarietà tra funzioni gestite a distanza e funzioni gestite in presenza.

Se, dunque, l’esperienza del Covid-19 ha dato una forte spinta accelerativa a diversi processi già in corso, adesso la vera sfida sarà cogliere quest’occasione per promuovere un più ampio cambiamento.

Il percorso di questi anni e l’esperienza degli ultimi mesi costituiscono infatti un’ottima occasione favorevole per spingere ad una trasformazione profonda dell’organizzazione del lavoro e dei processi aziendali nonché della loro digitalizzazione, in grado di garantire contemporaneamente una crescita della produttività e un miglioramento della qualità della vita.

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