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INFRASTRUTTURE E TRASFORMAZIONE PER UN PAESE DIGITALE

A cura di Camilla BelliniAnalyst, The Innovation Group

Lo scorso 3 ottobre, durante l’incontro dell’Advisory Board di Digital Italy 2016 che si è tenuto presso l’Hotel Westin Palace di Milano, si è discusso del tema della trasformazione digitale del Paese e del percorso verso una Strategia Nazionale dell’Innovazione Digitale. In particolare, al centro del dibattito è stato  il tema delle infrastrutture, delle piattaforme e degli ecosistemi digitali, e di come questi siano gli strumenti alla base dell’intero processo trasformativo: infrastrutture, piattaforme ed ecosistemi sono gli elementi che abilitano a differenti livelli il percorso di ripensamento di aziende, organizzazioni e settori; sono i fattori necessari su cui occorre investire per abilitare il processo di rinnovazione delle aziende, delle organizzazioni e del sistema Paese nel suo complesso.

In particolare, la discussione si è soffermata sul tema delle infrastrutture e di come occorra affrontare rapidamente l’attuazione dei piani relativi alle infrastrutture materiali e immateriali. A questo riguardo, rientrano nella definizione di infrastrutture materiali la banda larga e ultralarga e i CED per la pubblica amministrazione, con i relativi servizi (ad esempio, i servizi di disaster recovery, business continuity e cybersecurity); mentre, con il termine infrastrutture immateriali si intendono infrastrutture che offrono servizi condivisi abilitanti come, ad esempio, lo SPID (il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale), PagoPA, la  fatturazione elettronica, l’ANPR (Anagrafe  unica  della  Popolazione  Residente),  ComproPA e  NoiPA.

Nel caso delle infrastrutture materiali dalla discussione è emerso come occorra distinguere tra l’urgenza di implementazione della rete per la banda larga e ultralarga (assolutamente necessaria e abilitante) e la successiva razionalizzazione dei CED della pubblica amministrazione: in quest’ultimo caso infatti, prima di procedere ad un piano di consolidamento, occorre affrontare il tema del consolidamento applicativo, che è indubbiamente necessario affinché il processo di razionalizzazione possa avvenire con successo. Sul tema dell’urgenza dell’implementazione della rete occorre inoltre tenere conto che, dopo il lancio infatti a inizio 2015 della Strategia italiana per la banda ultralarga, la concreta attuazione di tale piano è stata soggetta a diversi rallentamenti: a frenare infatti l’attuazione del Piano si è impegnata, da un lato, la Commissione Europea e la sua burocrazia, che ha fatto trascorrere un anno prima di approvarlo a livello europeo; dall’altro, i ricorsi che sono stati presentati, che in alcuni casi sono nati dal modo stesso in cui il piano è stato disegnato.

Per quello che riguarda invece l’attuale stato di implementazione delle infrastrutture immateriali, a fronte dei progetti e delle attività svolte fino ad ora, occorre da un lato migliorare la percezione e la “commerciabilità” di servizi abilitanti come SPID, che ad oggi conta 4 identity provider accreditati, più di 3.700 pubbliche amministrazioni attive, 141 mila identità SPID erogate e poco più di 4.200 servizi disponibili [1]; dall’altro portare rapidamente a completamento progetti come l’ANPR, che ora coinvolge a livello di pilota 26 comuni in tutta Italia1.

I piani e i progetti appena citati sono indubbiamente dei punti nell’agenda del governo che devono essere rapidamente superati per cominciare ad affrontare su basi solide il processo di trasformazione del Paese. Questo è quanto è emerso dall’incontro, che ha portato intorno ad un tavolo esponenti del mondo pubblico e privato, nonché rappresentanti delle principali società ICT in Italia: sono temi che verranno poi approfonditi a fine novembre a Roma in sede di Confindustria, durante il Digital Italy Summit 2016, che si propone come piattaforma di discussione allargata per definire insieme una strategia che, a partire da una solida infrastruttura abilitante, disegni un percorso di trasformazione digitale del Paese.

 


[1] Fonte: http://www.agid.gov.it/monitoraggio – Stato di attuazione dell’agenda digitale, ultima modifica 21/10/2016

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