NEWSLETTER - IL CAFFE' DIGITALE
Il Digitale dalla Resilienza allo Sviluppo

N. Maggio 2021
        

a cura di Roberto Masiero 
Presidente, The Innovation Group 

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Ora che l’angoscia della pandemia e dell’emergenza stanno lentamente affievolendosi è possibile riflettere sui profondi cambiamenti nel ruolo e nell’importanza del digitale che quest’ultimo anno ha portato con sé.

1) Il digitale come fattore essenziale di resilienza della nostra economia e della nostra società.

L’ emergenza della pandemia ha rischiato di travolgere le fondamenta stesse della nostra economia e della nostra società. L’organizzazione sanitaria è stata completamente stravolta, così pure l’organizzazione delle imprese e del lavoro, le vite personali confinate a una situazione di clausura finora addirittura impensabile. La Pubblica Amministrazione ha dovuto rivoluzionare improvvisamente le sue secolari modalità di funzionamento, gli sforzi di ricerca della comunità scientifica hanno dovuto concentrarsi rapidamente sulla ricerca del vaccino, unica possibile via di uscita da una crisi globale.

Il digitale ha rappresentato l’infrastruttura e lo strumento di resilienza che ha consentito alle nostre economie e alle nostre società di evitare il collasso. Le reti, pur con difficoltà, hanno tenuto. Il collasso generale di Internet, evocato alla fine degli anni ’90 da Bob Metcalfe, non si è verificato nemmeno di fronte alla prova più dura. Rivediamo la luce grazie al vaccino e grazie al digitale: è una verità da non dimenticare.

2) Il ruolo anticiclico del digitale per la resilienza del mercato ICT

Mentre le nostre economie hanno sofferto pesantemente dell’impatto della pandemia, il mercato ICT ha tenuto (vedi il bell’articolo di Carmen Camarca sulla Newsletter di Aprile). In particolare, nel 2020, a fronte di una flessione del PIL di quasi il 9%, il mercato principale non ha registrato alcuna flessione sensibile ( -0,1%). Ciò è dovuto a un cambiamento radicale del modello di comportamento del mercato, che di fronte all’emergenza pandemica ha registrato una forte accelerazione delle componenti tecnologiche più innovative (cloud, collaboration, architetture e devices per abilitare lo smart working). Al tradizionale andamento ciclico, per cui l’indice del mercato ICT sovraperformava il Pil quando questo cresceva e tendeva a sottoperformarlo quando questo andava in flessione, si è sostituito un comportamento anticiclico, per cui le imprese hanno reagito alla flessione della domanda con un aumento degli investimenti in innovazione tecnologica e organizzativa.

3) Il digitale come propulsore dello sviluppo economico attraverso la trasformazione dei modelli di business

Ci lasciamo quindi alle spalle un 2020 nel quale la trasformazione digitale ha subito una forte accelerazione. Le aziende e le organizzazioni pubbliche devono ora confrontarsi con la necessità di digitalizzare velocemente i processi, innovare prodotti e servizi, fare efficienza eliminando i blocchi che avevano ritardato questa evoluzione in passato. Lo sviluppo economico passa attraverso la trasformazione dei modelli di business abilitata dalle tecnologie digitali.
La ripartenza economica prevista nel 2021 dovrà dunque essere il momento per progettare le iniziative per far fare un salto di qualità alla trasformazione digitale capitalizzando anche sulle opportunità che i fondi del NGEu metteranno a disposizione al Paese.

La direzione per le imprese è quella della “data driven enterprise” — un’impresa in grado di massimizzare il valore dei dati e di trattarli come un asset differenziato per completezza, architettura e qualità e di utilizzare i dati come base per l’innovazione, la business agility e l’assunzione di decisioni critiche attraverso l’AI e gli Analytics, per migliorare l’efficienza, ridurre i rischi e generare nuove fonti di ricavi.

Una testimonianza importante a questo proposito è stata fornita in un nostro recente Convegno da Gianluigi Viscardi, CEO di Cosberg – un’azienda Leader nel settore dell’automazione e della produzione di macchine e impianti su misura per automatizzare i processi produttivi – per cui: “…bisogna creare una nuova cultura dell’impresa e aiutare gli imprenditori a comprendere il reale valore della propria impresa, soprattutto in relazione agli asset intangibili e al Know-How. In questo senso è di estrema rilevanza il “percorso di registrazione delle conoscenze”, espressione con cui facciamo riferimento alla capacità di ciascuna persona all’interno dell’azienda di generare valore, nonché al sapere incorporato all’interno dei processi”.

Anche l’industria ICT deve fare la sua parte. È importante che sia cosciente su come indirizzare le nuove opportunità offerte dalle tecnologie potenzialmente dirompenti che il mercato offre ai diversi settori e ai diversi interlocutori e decisori delle aziende. Capire quanto è successo, quanto sta accadendo e cosa potrà accadere e i relativi impatti sulle aziende clienti rende possibili strategie ed iniziative di go-to-market più efficaci e selettive con l’utilizzo del digitale.

4) Il bootstrap del PNRR

Nell’articolo sopra citato vengono riportate le previsioni di crescita del nostro mercato digitale per il 2021, pari a +4,2%. Queste previsioni non fattorizzano ancora tuttavia l’effetto di due fattori contrastanti seppure di diversa entità:

  • Da una parte, il mercato potrebbe essere influenzato negativamente dal “Semiconductor Chip Shortage”, che sta colpendo i settori industriali più svariati, dall’automotive all’elettronica di consumo all’information technology in generale, e che potrebbe durare per almeno altri sei mesi.
  • Dall’altra tuttavia questi effetti potrebbero esser più che compensati dall’enorme “effetto bootstrap” che sul mercato ICT potrebbe riversarsi in conseguenza dell’impatto del NGEU/PNRR., che prevede investimenti di 40,73Miliardi per la Missione 1 –  Digitalizzazione – suddivisi in 9,75 Miliardi per la digitalizzazione della PA, 24, 30 per il sistema produttivo e 6,68 per turismo e cultura.

Ci riserviamo di stimare gli impatti di questi due fattori già nel corso dei prossimi trimestri, ma sin da ora ci sembra di poter prevedere che, come effetto della trasformazione strutturale del mercato e degli investimenti previsti dal PNRR direttamente nella digitalizzazione e indirettamente nella transizione ecologica e nella Sanità, i tassi di crescita del mercato digitale eccederanno significativamente quelli del PIL per i prossimi tre anni.

5) Il digitale come collante per la sostenibilità energetica e ambientale.

Infine, il digitale è un elemento fondamentale della sostenibilità, nelle sue tre componenti, ambientale, economica e sociale. Non ci può essere transizione ecologica, a partire dalla transizione energetica, se non abilitata dal digitale.

Per tutto questo il digitale ci porta oltre la fase dell’emergenza, dalla resilienza a una nuova  fase di sviluppo economico e sociale, che non sarà priva di ombre, ma sarà, appunto, diversa: perché nulla tornerà mai come prima.

E ci piace concludere questo articolo citando le parole di Raffaele Gareri, Direttore del Dipartimento Trasformazione Digitale di Roma Capitale, che sottolinea il ruolo di “collante” del digitale per lo sviluppo delle Città.

Il digitale è uno strumento trasversale in grado di supportare lo sviluppo di città e comunità resilienti. Resilienza che è strettamente connessa con la sostenibilità perché è in prima battuta ambientale, ma anche economica, poiché se non si fa qualcosa di economicamente sostenibile non si riesce poi a diffonderlo. E sociale, perché una volta diffuso si impatta sulla gran parte degli attori della società. Quindi, adesso, è necessario insistere perché si comprenda come il digitale possa essere il ‘collante’ in grado di equilibrare tutte queste componenti”.

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