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Covid-19: nuova luce per la Telemedicina

N. Luglio 2020

a cura di Vincenzo D’Appollonio
Partner, The Innovation Group

 

La pandemia Covid-19 sta portando alla Telemedicina una nuova luce. La quarantena e l’isolamento domiciliare hanno determinato un improvviso interesse per la Telemedicina: poiché è fondamentale che i professionisti medici possano rimanere sani e liberi da malattie, la necessità di tecnologie di cura a distanza (da remoto) è salita alle stelle. I pazienti in cerca principalmente di trattamenti di routine, ma anche specialistici, evitano le visite in ospedale, spingendo i professionisti medici ad adottare la Telemedicina che, dopo tanti anni di scarsa considerazione, è diventata una pratica medica sempre più utilizzata da medici di famiglia, pediatri e medici ospedalieri. Ma vediamo quali sono gli elementi caratteristici della Telemedicina: televisita da remoto, wearable devices, IoT medicale, AI, 5G.

Attraverso la condivisione dei dati del paziente ed appropriati dispositivi di telemonitoraggio può essere organizzata una vera e propria visita a distanza: la televisita da remoto. In questo caso possono inserirsi strumenti di mixed reality: VR (realtà virutale) e AR (realtà aumentata). Un importante ruolo lo avrà l’utilizzo dei dispositivi indossabili (DI) o wearable devices. I wearable sono costituiti da sensori inseriti in capi di abbigliamento come orologi (smartwatch), braccialetti, fasce o occhiali (smartglass) e servono per rilevare i parametri vitali dei pazienti (frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno, temperatura corporea, pressione arteriosa, ecc.). 

In generale, l’IoT (Internet of Things) nel medicale porterà numerosi benefici: ad esempio la raccolta e analisi dei big data in ambito medico faciliterà, nella situazione attuale, il tracciamento, il monitoraggio e l’intervento sui pazienti positivi a casa ad esempio ma anche la raccolta dei dati sulle persone sane per una maggiore prevenzione e contenimento della malattia e del contagio.

5G e AI abiliteranno nuove applicazioni di Telemedicina in Italia: tra i sistemi digitali più innovativi, si sta lavorando anche al riconoscimento vocale tramite sistemi di machine learning e intelligenza artificiale. In futuro, si prevede la possibilità di usare degli speciali assistenti vocali che, attraverso l’apprendimento automatico del machine learning, saranno capaci di analizzare i parametri di un individuo, insieme ad altri aspetti come ciclo sonno-veglia, peso, alimentazione, terapie in atto ecc. per attivare approcci terapeutici personalizzati. Il telemonitoraggio e il supporto alla diagnosi da remoto potranno avere una ulteriore spinta grazie all’uso del 5G in ambito ospedaliero, come si sta sperimentando in alcuni ospedali con il progetto Smart Health o Ospedale Diffuso.

L’industria è dunque pronta a decollare, le startup, come sempre, stanno aiutando ad aprire la strada:  Solv, una startup che offre appuntamenti lo stesso giorno con una rete di medici, ha riferito che l’utilizzo della Telemedicina è aumentato di circa 3 volte a marzo. Il traffico di pazienti walk-in è diminuito del 57% e il numero di pazienti che hanno programmato gli appuntamenti con più di un giorno di anticipo è diminuito del 18%.

Doxy.me offre agli operatori sanitari una piattaforma video gratuita, conforme a HIPAA, per connettersi virtualmente con i loro pazienti. Doctor on Demand fa un ulteriore passo avanti nella telemedicina, consentendo ai pazienti di prendere un appuntamento virtuale con i propri professionisti sulla piattaforma.

Riteniamo che la cura a distanza dei pazienti non debba essere solo una problematica emergenziale, ma debba diventare uno strumento quotidiano in molti ambiti del settore sanitario, a cominciare dalla Medicina Generale. La Telemedicina non può più essere considerata come un’opzione o un componente aggiuntivo per reagire a un’emergenza. Come già succede in alcune parti del mondo, il nostro Paese deve entrare nell’ottica che le misure implementate nel contesto dell’emergenza possono essere le fondamenta di una Trasformazione Digitale del Sistema Sanità: la pandemia Covid-19 deve insegnarci che non possiamo più rinviare questo obiettivo strategico.

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