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Challenger bank, un mercato in continua crescita che piace ai consumatori!

N. Settembre 2019
  

a cura di
Ezio Viola
, Managing Director
e Carmen Camarca, Analyst
The Innovation Group

Questo mese abbiamo fatto colazione con…
Andrea Isola, General Manager, N26

Quello delle challenger bank è un mercato in continua espansione, dagli sviluppi incerti, ma una cosa è sicura: “the winner takes it all”, saranno i first mover ad avere la maggiore probabilità di superare con successo le evoluzioni future. È di questo parere Andrea Isola, General Manager N26, una delle principali challenger bank europee che sarà presente il prossimo 10-11 Ottobre al Banking Summit 2019 di The Innovation Group.

 

Perché e come N26 è una banca “sfidante” le banche tradizionali? Qual è il servizio o il prodotto che fa la differenza per un cliente di N26 rispetto ai suoi concorrenti digitali? Cosa significa essere una challenger bank in Italia e in Europa?

N26 è una first mover bank che nasce mobile. Rispetto alle banche tradizionali, tutti i nostri servizi vengono offerti sullo smartphone: permettiamo lo svolgimento di tutte le operazioni, indipendentemente dalla loro complessità, da remoto, senza la necessità di doversi recare in filiale. Obiettivo principale di N26 è proporre soluzioni innovative, immediate e in completa trasparenza, requisiti sempre più richiesti dai consumatori, che hanno permesso la nostra crescita esponenziale sul mercato italiano ed europeo. Come N26 abbiamo l’ambizione di diventare l’applicazione che viene usata dai nostri clienti per tutte le loro decisioni finanziarie quotidiane.

 

Come ci si differenzia tra challenger bank? Qual è l’elemento differenziante per competere al meglio?

Quello delle challenger bank è un mercato in forte crescita che permette a tutti gli operatori di esprimere il proprio potenziale. Le strategie per differenziarsi sono diverse: focus su determinate geografie/mercati, focus su verticali come investimenti e depositi, attenzione al cliente, ecc.. Noi, ad esempio, come N26 ci poniamo l’obiettivo di diventare una banca globale, puntando, quindi, alla valorizzazione del brand in tutte le geografie: oltre alla recente apertura negli USA, è in programma un’apertura in Sud America nel 2020.

Come già affermato, il nostro obiettivo principale è offrire al cliente una Customer Experience quanto più possibile positiva: un cliente soddisfatto che può consigliare il servizio, generando passaparola positivi (WOM, Word-of-mouth) è uno dei principali fattori di crescita organica.

 

Come reputa la sempre più incisiva presenza sul mercato dei servizi bancari/finanziari dei GAFA?

Il mercato delle challenger bank e dei servizi innovativi è in continua evoluzione e vede crescere sempre di più la presenza dei player che vi operano. Tale dinamica è senz’altro positiva anche per N26 perché aumenta la consapevolezza sul mercato delle mutate esigenze del cliente e della sempre crescente richiesta di usufruire di servizi digitali e innovativi, anche se ottenere il trust dei clienti non è facile, soprattutto se si tratta di servizi finanziari online. Da una ricerca di Bain & Company emerge, però, che la fiducia per le banche tradizionali in Italia è molto limitata se confrontata con altri Paesi, a differenza di quella per le società tecnologiche (si pensi che l’82% degli intervistati ha dichiarato di avere più fiducia verso una grande società tech che verso le banche tradizionali).

 

Come potrebbe evolvere lo scenario competitivo dopo l’annuncio della criptovaluta di Facebook Libra?

Quello della cryptocurrrency è un mercato ancora in via di sviluppo, destinato ad ampliarsi in maniera significativa. Si tratta ad ogni modo di una sfida non semplice da affrontare, soprattutto considerando che ci si muove in un mercato complesso e sempre più regolato. Il fatto che grossi player di diversi settori si siano uniti per offrire nuove soluzioni sul mercato e migliorare l’esperienza del consumatore è sicuramente positivo. Come N26 se in futuro si avvertirà l’esigenza di creare qualcosa di specifico sulle cryptocurrency, ci attiveremo senz’altro, ma per adesso vogliamo concentrarci sulle esigenze e sulle necessità che riguardano il nostro consumatore, che poi è da sempre il nostro obiettivo principale.

 

Il futuro delle banche (tradizionali o non) è nella direzione di un modello “piattaforma”? Come cambierà lo scenario con l’apertura delle APIs bancarie? Quali le opportunità e gli ostacoli per voi?

L’apertura delle APIs bancarie e l’introduzione della PSD2 sono il futuro delle banche. N26 ha iniziato questo processo già da qualche anno, creando quelli che sono stati definiti i nostri “core services” e sviluppando, quindi, internamente la piattaforma dei servizi principali che includono, appunto, le carte di pagamento, la possibilità di ricevere notifiche in real time, la possibilitá di spedire in real time denaro usando il P2P e di gestire liberamente il proprio denaro. Tutto questo in un’app che costituisce, di fatto, il benchmark sul mercato per quanto riguarda la user experience. Per ciò che concerne i servizi più avanzati come savings, investimenti, cash deposit e assicurazioni, collaboriamo con i migliori player sul mercato, per adesso principalmente con fintech. Anche quando lavoriamo con i nostri partner, però, continuiamo a gestire completamente la user experience, vero punto di differenziazione rispetto ad altri competitor.

 

 

 

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