Con l’arrivo della pandemia e il lockdown, all’interno della Regione Veneto ci si è dovuti attrezzare per trasferire rapidamente in smart working circa 2500 dipendenti, garantendone la continuità delle attività.
All’interno della Regione Liguria lo smart working è nato in un momento di emergenza. Infatti, l’implementazione del lavoro agile è partita con priorità per le aree urbane ed extra urbane maggiormente impattate dal crollo del Ponte Morandi per poi essere estesa come opportunità a tutti i lavoratori dell’Ente.
L’impatto della pandemia da Covid-19 sul mondo dei trasporti e della mobilità urbana è stato notevole, soprattutto in seguito alle misure che hanno imposto la chiusura di molte attività, costringendo le persone a rimanere a casa per ridurre i rischi di contagio.
FMI stima che nel 2020 il PIL italiano diminuirà del 12,8%. Dal primo agosto lo smart working tornerà ad essere volontario ma rimane molto apprezzato dai dipendenti. Per la prima volta Google potrebbe vedere diminuire le revenue provenienti dal digital advertising.
L’esperienza del lockdown prima, della ripresa graduale per contenere i contagi poi, ci hanno insegnato che è possibile ripensare il modo di lavorare, fare acquisti, collaborare, e che possono cambiare drasticamente le abitudini in fatto di mobilità, incontri, utilizzo del tempo libero.
L’Italia potrebbe ricevere dall’Europa circa 230 miliardi di euro: condizione necessaria perché ciò accada è che tali risorse vengano utilizzate per avviare riforme strutturali nel nostro Paese. Le parole d’ordine sono transizione al digitale e green economy.
AMAT monitora i sistemi di mobilità e di trasporto della città di Milano. A partire dal 22 febbraio di quest’anno ha avviato un lavoro di analisi, in costante aggiornamento, in conseguenza delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria del Covid-19.