L’arrivo del vaccino anti-Covid è oramai prossimo, la sua disponibilità presunta è per il mese di dicembre. In questa fase è quindi prioritario ragionare sulle azioni più opportune per massimizzare gli effetti della vaccinazione della popolazione.
La minaccia cibernetica non ha confini. Per tali ragioni, e soprattutto in seguito all’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, dal punto di vista internazionale si sta cercando di armonizzare il quadro normativo, partendo dall’Unione Europea e coinvolgendo anche l’Alleanza Atlantica.
Il rischio di un attacco cyber nasce ovunque. In questo periodo, inoltre, le aziende versano in una condizione di maggiore vulnerabilità sia in termini quantitativi sia in relazione alla pervasività degli attacchi e agli impatti che questi possono generare.
Diverse survey mostrano come l’incerto impatto della pandemia sulle aziende più innovative: se da un lato promuovere la trasformazione digitale in azienda comporta notevoli vantaggi, dall’altro impone sapersi adeguare ad un cambiamento costante.
Se si parla di digital transformation e si vuole che gli utenti utilizzino i servizi digitali, bisogna garantire che i dati che verranno messi a disposizione per usufruire di tali servizi siano protetti.
Quale deve essere la strategia per il miglior utilizzo del dato della mobility, partendo da quelli che sono i reali obiettivi dell’operatore? e quindi, quale il framework complessivo da utilizzare?
Dalle pubblicazione delle trimestrali delle principali tech company emerge il consolidamento della maggior parte dei trend osservabili sin dall’inizio della pandemia. In vista delle presidenziali nuove vicende sul fronte tech war.
Il 2019 è stato l’anno più difficile per quanto riguarda le minacce informatiche e i relativi impatti sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo, evidenziando un persistente trend di crescita in tutto il periodo considerato. Il fenomeno è stato confermato nel 2020 e non soltanto a causa del Covid.