LA SETTIMANA DIGITALE – MERCATO, CYBERSECURITY E PA DIGITALE
La Settimana Digitale – Mercato, Cybersecurity e PA digitale

Samsung mostra i dati preliminari relativi alle performance finanziarie dei primi mesi dell’anno mentre Apple subisce un ritardo nella produzione di MacBook e iPad a causa della carenza dei chip. Scatta l’allerta per un furto di credenziali che riguarda 500 milioni di profili LinkedIn mentre i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali del G20 hanno discusso di un’eventuale introduzione della web tax.

***Trend, Numeri e Mercato***

Secondo i dati preliminari rilasciati da Samsung e relativi alle performance finanziarie dell’azienda nei primi mesi dell’anno, le vendite hanno raggiunto 58,18 miliardi di dollari mentre l’utile operativo è di 8,32 miliardi di dollari.

Nelle scorse settimane Samsung aveva annunciato un possibile calo di redditività nel primo trimestre, ma la ripresa economica dalla pandemia è avvenuta più velocemente del previsto e i prezzi dei chip stanno aumentando. Rispetto al quarto trimestre 2020 l’utile è aumentato del 2,8% e il fatturato del 5,6%.

La produzione di alcuni MacBook e iPad è stata posticipata a causa della carenza di semiconduttori a livello globale. La notizia è stata riportata da Nikkei Asia secondo cui la carenza di chip ha causato ritardi in una fase chiave nella produzione di MacBook (ovvero il montaggio di componenti su circuiti stampati prima dell’assemblaggio finale), mentre alcuni assemblaggi di iPad sono stati rinviati per carenza di display e componenti del display. Esperti del settore affermano che i ritardi sono un segno che la crisi di chip sta diventando sempre più grave e potrebbe avere un impatto ancora più pesante sui player tecnologici più piccoli.

Gestire la progressiva espansione del lavoro “distribuito” allargando il raggio di attenzione ad aspetti finora sottovalutati, come la sicurezza e la collaborazione. Offrire la migliore esperienza possibile all’utente finale delle applicazioni digitali, tanto all’interno quanto all’esterno dell’azienda. Abbracciare una strategia che sia al tempo stesso “cloud-first” e multi-cloud per abbracciare la complessità del futuro. E ancora, scommettere senza esitazione sul talento e sulle tendenze emergenti, a partire dalla sostenibilità. Sono questi gli aspetti principali della trasformazione digitale che sta impattando le aziende nell’era post Covid. A dirlo è il rapporto “Accelerating Digital Agility”, lo studio sulle evoluzioni del mondo IT elaborato da Cisco secondo cui i leader IT di tutto il mondo, Italia compresa, stanno cercando di massimizzare gli investimenti e creare innovazione, dopo un anno difficile nel quale hanno assunto un ruolo prominente, affrontando una profonda e critica trasformazione del contesto lavorativo.

Nel dettaglio il 53% del campione ha dichiarato che investirà in applicazioni cloud, il 49% in sicurezza della rete, il 44% in sicurezza e il 33% nell’infrastruttura multi-cloud  (nel mondo 45%).

***Cybersecurity***

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto diretto sulla crescita del cloud computing in tutto il mondo, e la ragione è facilmente intuibile: le necessità dello smart working, l’aumento degli acquisti in e-commerce, i servizi digitali della Pubblica Amministrazione e altre conseguenze dei lockdown poggiano su infrastrutture e applicazioni Web-based. Ora uno studio di Palo Alto Networks, titolato “Cloud Threat Report H1 2021”, evidenzia il legame tra l’incremento della spesa in cloud computing nel corso del 2020 e gli incidenti di sicurezza diretti verso questa sfera, sempre più ampia, dell’universo digitale.

Durante la prima ondata, la percentuale di dipendenti operativi in smart working ha fatto balzi da gigante un po’ in tutto il mondo, Italia compresa, e un po’ in tutti i settori. In media, secondo questo studio, i workload in cloud sono cresciuti del 20% anno su anno.

Dopo Facebook, anche Linkedin. Scatta l’allerta per un altro furto di credenziali che riguarda 500 milioni di profili LinkedIn, la piattaforma professionale che conta 600 milioni di utenti nel mondo. Secondo i ricercatori di Cyber News l’archivio è in vendita sul dark web e tra i dati ci sono indirizzi e-mail, numeri di telefono, link a profili di altri social e dettagli professionali. Tutte credenziali che potrebbero essere usate per ulteriori attacchi, phishing e truffe online. Non è chiaro se i cybercriminali “stiano vendendo profili aggiornati o se i dati siano stati presi da una precedente violazione subita da LinkedIn o da altre aziende”. Chi ha messo in vendita sul dark web questa grande quantità di profili, per dimostrare la legittimità delle informazioni in suo possesso consente di scaricare due milioni di dati come campione, al prezzo di soli 2 dollari, mentre per l’accesso al database completo di informazioni rubate viene richiesto il pagamento di circa 1.800 dollari.

Come è accaduto per il furto di dati personali degli utenti Facebook, anche per LinkedIn si tratta del cosiddetto “scraping”, cioè di una estrazione di dati da un sito web per mezzo di un software e quindi non un ‘data breach’, cioè una violazione delle piattaforme condotta con un cyber-attacco.

PER APPROFONDIRE – Come sapere se i propri dati sono finiti nel data breach di LinkedIn

***PA e governo digitale***

I ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali del G20 si sono incontrati per la seconda riunione sotto la presidenza italiana lo scorso 7 aprile in modalità virtuale.

Nel dettaglio, il gruppo di lavoro sotto la guida del Ministro dell’economia e delle finanze italiano Daniele Franco sta lavorando alacremente per portare avanti un approccio condiviso globale, smussando gli spigoli con la diplomazia economica dei 19 paesi (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sud Africa, Turchia, Stati Uniti) e l’Unione Europea.

Il comunicato ufficiale prevede diversi impegni: dalla lotta ai danni causati economici e sociali dalla pandemia da Covid-19, al cambiamento climatico, alla digital tax passando per la cancellazione di 200 miliardi di dollari di debito dei paesi poveri. La crisi pandemica ha incrementato i rischi economici, aumentando la spesa sociale, facendo crollare consumi e gettito e, quindi, alimentando una sostenuta crescita del debito pubblico; è inevitabile che i rischi finanziari siano crescenti nel prossimo futuro, come confermato anche dalle recenti analisi del Fondo monetario internazionale.

Nel dettaglio, con riferimento alla web tax, novità arrivano anche dagli USA (che sotto l’amministrazione Trump avevano bloccato la trattativa internazionale sulla riforma del fisco e, in particolare, sulla digital tax). Anche il segretario al Tesoro Janet Yellen ha ribadito che l’America sostiene la tassa minima globale come sistema equo per far partecipare le multinazionali alla creazione di valore per i singoli Stati e evitare la concorrenza sleale tra imprese sottoposte a regimi fiscali disomogenei.

Adottare misure per limitare i rischi di furto dati. Lo chiede il Garante della privacy con riferimento ai dati di circa 36 milioni italiani, compresi in molti casi numeri telefonici e indirizzi mail, disponibili online a seguito di una violazione dei sistemi di Facebook. Il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto al social network di rendere immediatamente disponibile un servizio che consenta a tutti gli utenti italiani di verificare se la propria numerazione telefonica o il proprio indirizzo mail siano stati interessati dalla violazione.

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