IL “NUOVO” CONTRIBUTO DEI SISTEMI INFORMATIVI
Il “nuovo” contributo dei Sistemi Informativi

Franco ViglianoA cura di Franco Vigliano, Associate Consultant, The Innovation Group

Si sono visti, seppur sinteticamente, caratteristiche e problemi del comparto bancario italiano. Ma il dipartimento IT, settore che ha acquisito sempre maggiore importanza nel supportare l’operatività bancaria e nell’innovare il modo di “fare banca”, può contribuire almeno in parte a risolverli?

Qualità del credito
Sulla qualità del credito, soprattutto del nuovo credito che verrà erogato, un contributo decisivo verrà proprio dai Sistemi Informativi ed in particolare, dalla tecnologia dei Big Data.
Al centro di qualsiasi organizzazione di successo c’è la capacità delle persone che vi lavorano di trasformare in business le proprie conoscenze e le competenze maturate. Questo è particolarmente vero per le banche, dove la conoscenza profonda del cliente che si ha di fronte e del settore di mercato in cui egli opera ha rappresentato da sempre un vantaggio competitivo: tra coloro che venivano chiamati “settoristi”, la Banca Commerciale Italiana, negli anni ottanta, selezionava i propri manager. Cosa potrebbe succedere allora se si riuscisse a replicare quelle competenze e a renderle disponibili nel modo più ampio, all’organizzazione nel suo complesso, trasformando il “vantaggio informativo” in vantaggio competitivo?
Purtroppo la maggiore fonte di informazione per molti istituti di credito deriva da bilanci e report finanziari (vendite, profitti, flussi di cassa, leva finanziaria, ecc.), che rappresentano una visione storica delle prestazioni di un’azienda e spesso sono in ritardo di diversi trimestri; mentre sono difficili da catturare informazioni “soft”, quali la capacità di gestione, la strategia societaria o le quote di mercato. Ed è proprio qui che la tecnologia dei Big Data (progettati per gestire grandissime quantità di dati, ed usati in combinazione con tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale e delle informazioni di testo presenti nelle relazioni degli analisti, in articoli, comunicati stampa, presentazioni on-line, blog e post sui social media) può intervenire, estraendo e mettendo a disposizione informazioni e know how.
Non si tratta tanto di archiviare enormi quantità di informazioni, ma piuttosto di separare le informazioni utili dal “rumore di fondo” e combinare le informazioni qualitative, estratte dalle nuovi fonti di dati “vivi”, con quelle quantitative presenti nei database relazionali storici esistenti. Questo tra l’altro potrebbe indirizzare il ben noto problema delle istituzioni finanziarie tradizionali nel concedere prestiti alle start-up, che non hanno una storia di bilanci alle spalle, ma la possibilità di sfruttare idee ed opportunità di mercato altrettanto concrete e, ci si augura, misurabili. Oppure potrebbe permettere, qualora ci siano recenti segnali dal mercato del rilancio di un’azienda in difficoltà, di recuperare i crediti in sofferenza e/o di proporre un rifinanziamento.
Ed è proprio la tecnologia dei Big Data ed i suoi sviluppi ad aprire un’ulteriore interessante possibilità: si fa un gran parlare oggi del fatto che la prossima frontiera della tecnologia sia il rilancio di quella “intelligenza artificiale”, cui potremmo in futuro delegare molta parte del lavoro di analisi, per riservarci poi la parte legata al processo decisionale. Non si tratterebbe di far decidere al software se erogare un mutuo od un prestito (come non ricordare i programmi di “credit scoring”, guardati con diffidenza sia dai clienti che dagli operatori del credito), ma di avere a disposizione i dati migliori per poter decidere di farlo.

Dimensioni delle banche
Se poi veniamo alle dimensioni delle banche italiane, la soluzione, come abbiamo visto, potrebbe essere quell’attività che gli analisti amano chiamare “merge&acquisition”: in questo caso l’apporto dei Sistemi Informativi è da sempre fondamentale per almeno due ragioni.
La prima: fondere i sistemi informatici, operando una scelta legata a prodotti “best of breed” o anche, semplicemente, operando una scelta opportunistica sulla base degli equilibri che si vanno creando nel mettere insieme più banche e più persone ognuna con le proprie competenze e la propria storia, ha da sempre rappresentato una reale opportunità di crescita e di rafforzamento. Da più punti di vista: la semplificazione e razionalizzazione delle strutture e degli organigrammi; la revisione ed il ridisegno dei processi; la formazione e la qualificazione del personale all’utilizzo del sistema informatico target.
La seconda ragione: fondere i sistemi informatici ha da sempre rappresentato l’occasione per una significativa razionalizzazione e riduzione dei costi, rispetto alla somma dei costi dei sistemi informatici delle parti. Questo potrebbe essere anche il momento di valutare una possibile esternalizzazione di funzioni o di parti dello sviluppo informatico.
Infine, l’opportunità è anche quella di operare una maggiore collaborazione e coinvolgimento dei fornitori ICT: ci saranno certamente scelte da fare, che potranno escludere taluni fornitori, ma il livello di partecipazione di quelli prescelti è destinato inevitabilmente a crescere.

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