L’INNOVAZIONE DIGITALE SOSTENIBILE PER UN’ITALIA NET ZERO

 

L’urgenza di azzerare le emissioni nette di carbonio e di agire per combattere il degrado ambientale, sono imperativi ormai tradotti in piani di azione da istituzioni internazionali, governi e imprese.

Nonostante lo scenario geopolitico rischi di cambiare l’ordine delle priorità anche rispetto alle ingenti risorse economiche stanziate per la transizione energetica e la sostenibilità ambientale, gli impegni assunti in ambito europeo sul clima sono chiari e vincolanti. Il Green Deal europeo contiene un importante pacchetto di iniziative, tra cui:

  • la riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;
  • un piano di azione per l’economia circolare;
  • una strategia industriale che si prefigge di consentire all’industria europea di guidare la trasformazione verde e digitale diventando la forza trainante a livello globale nel passaggio alla neutralità climatica e alla digitalizzazione.

Proprio con rinnovata fermezza, nella relazione di previsione strategica “Abbinamento delle transizioni verde e digitale in un nuovo contesto geopolitico”, pubblicata a fine giugno 2022, la Commissione Europea ribadisce che la transizione ecologica e la transizione digitale sono due facce della stessa medaglia, vanno progettate in parallelo e vanno entrambe ricondotte alla necessità di mantenere una leadership globale su ambo i fronti.

 

La sfida della transizione green con l’utilizzo di un digitale sostenibile e di una industria ICT green

In questo contesto è necessario evidenziare quale potrebbe essere effettivamente il contributo che il digitale può portare alla realizzazione degli obiettivi climatici e quali sono gli impatti del digitale sul processo di decarbonizzazione e sulla costruzione di una società ad impatto climatico neutrale. Una ricerca recente di The European House Ambrosetti stimato che il contributo del digitale alla neutralità climatica in Italia entro il 2050, sarà per il 53,2% dell’abbattimento delle emissioni: di queste il 17,8% sarà abbattuto direttamente dal digitale e il 35,4% in maniera indiretta; il restante 46,8% sarà funzione di tecnologie non digitali.

La transizione green e il ruolo rilevante che ai fini del suo sviluppo assume la trasformazione digitale sono evidenti i nei vari Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza in cui sono richiesti requisiti minimi di spesa per la transizione verde e per la transizione digitale (pari rispettivamente al 37% e 20% dei fondi destinati a ciascun Paese) da destinare a progetti significativi. L’attenzione alla sostenibilità ambientale ha consentito di investire in innovazione, sviluppare e realizzare nuove tecnologie, far promuovere nuovi metodi di finanziamento e creare una nuova generazione di posti di lavoro. C’è un impegno strategico significativo di tutto il settore finanziario nell’incentivare, attraverso investimenti sostenibili e crediti agevolati, la transizione green delle imprese che adottino strategie ESG ad impatto concreto sui modelli di business.

Se da un lato l’innovazione digitale è un abilitatore importante della transizione net-zero, dall’altro il suo stesso utilizzo comporta un elevato consumo energetico. Secondo diverse stime la crescente domanda di potenza di calcolo e archiviazione dei dati pone una sfida ambientale significativa. In particolare, le attività dei data center richiedono una elevatissima intensità energetica (si consideri che negli Stati Uniti i data center sono responsabili per il 2% del consumo di elettricità). Sebbene alcuni dei più grandi hyper-scaler cloud abbiano compiuto passi significativi verso l’alimentazione dei loro data center con energia rinnovabile, ad oggi la maggior parte di questi sono ancora alimentati da combustibili fossili. Anche la produzione e lo smaltimento dei dispositivi elettronici hanno un impatto ambientale significativo: l’estrazione di metalli utilizzati per la fabbricazione di smartphone, per esempio, genera grandi volumi di rifiuti tossici. Nel complesso, le stime indicano che il costo del carbonio per produrre questi dispositivi è quasi uguale o supera il costo del carbonio richiesto per il loro utilizzo, rendendo, dunque, fondamentale estendere la durata della vita dei dispositivi elettronici.

L’opportunità di allineare tecnologia e sostenibilità deve essere pertanto duplice: le aziende non devono soltanto utilizzare la tecnologia per diventare più sostenibili (sostenibilità attraverso la tecnologia) ma anche rendere la tecnologia stessa più sostenibile (sostenibilità della e nella tecnologia). Se la sostenibilità attraverso la tecnologia può essere un traguardo raggiungibile anche la sostenibilità della e nella tecnologia, attraverso lo sviluppo e la fruizione di un IT sostenibile, deve rappresentare una ulteriore sfida per il futuro. È indispensabile quindi, che aziende e pubbliche amministrazioni diventino più consapevoli degli effetti delle loro attività e promuovano al loro interno forme di IT sostenibile.

Con la necessità di trasformarsi digitalmente integrando gli imperativi della sostenibilità climatica, le aziende devono oggi governare la doppia transizione, quella del digitale e quella della sostenibilità (anche del digitale). “Blue & Green”, appunto. 

 

Come fare la transizione verso l’impatto climatico zero con un digitale sostenibile?

Ne parleremo al BLUE & GREEN TRANSITION SUMMIT nella cornice del DIGITAL ITALY SUMMIT. 

Nelle varie sessioni in agenda metteremo a confronto esperienze e visioni di autorevoli rappresentanti di aziende di diversi settori impattati e dell’industria ICT.

Il Summit si rivolge ai decisori in materia di sostenibilità e information technology, in particolare: Responsabili della Sostenibilità, CIO, Innovation Manager, CSR Manager, CTO, CEO, Imprenditori.


 

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