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Dal tavolo di lavoro dedicato alle tecnologie 5G e IIOT dell’evento Smart Manufacturing Summit, organizzato da The Innovation Group, emerge una fotografia delle imprese italiane alle prese con il percorso della trasformazione digitale. Più che un tema tecnologico, si evidenzia un problema di percezione del valore dei progetti di automazione e di change management.
Durante la pandemia il Pmi (Purchasing Manager’s Index) di Eurolandia ha toccato un minimo di 33,4 (l’indice si considera positivo, cioè indica una crescita del mercato degli acquisti, quando è superiore a 50) a maggio, mentre prima dell’arrivo del Covid-19 “viaggiava” tra 52 e 60.
Le ricerche mostrano come il gap di competenze sia ormai il freno maggiore alla diffusione delle fabbriche intelligenti. La scarsità di conoscenze fa più paura del costo dell’energia e dell’apparato legislativo e regolatorio.
La mossa era nell’aria, ma è ugualmente dirompente, sia per lo scossone che potrebbe dare al mercato in crescita degli orologi intelligenti, sia per il tema, delicato, della disponibilità (e utilizzo) dei dati personali.
Google, o per essere più precisi la sua holding Alphabet, ha comprato Fitbit per 2,1 miliardi di dollari
Mancano skill ma soprattutto una cultura scientifica e un approccio analitico alle attività di marketing, che quindi sfruttano i nuovi strumenti software solo in parte.
La realtà aumentata, o meglio ancora la sua variante denominata “realtà mista”, rischia di essere una delle tecnologie che avranno nel prossimo futuro il maggiore impatto non solo sul business, ma anche sul tessuto sociale dei Paesi più sviluppati.
In occasione del Dell Technologies World, tenutosi a Las Vegas tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio, abbiamo avuto l’occasione di intervistare dal vivo Michael Dell