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Smart working, digital workspace e cultura organizzativa

N. Giugno 2021
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 

Per gli IT manager lo smart working rappresenterà una delle principali iniziative nel corso di quest’anno. È quanto emerge dalla Digital Business Transformation Survey 2021 condotta da The Innovation Group tra dicembre 2020 e febbraio 2021 su un campione di 181 aziende italiane e che quest’anno si arricchisce con una sezione dedicata allo smart working.

Nel dettaglio, l’analisi mostra come per il 48% del campione IT le principali iniziative per la funzione ICT nel 2021 saranno lo smart working e la creazione di digital workspace, accanto all’attenzione alle strategie Cloud/Multi Cloud; tali ambiti sono preceduti dall’interesse verso Security/Continuity/Risk Management (priorità indicata dal 71% del campione).

 

 

Che anche il 2021 abbia rappresentato l’anno dello smart working è ormai risaputo: oltre alla recrudescenza della pandemia e al prolungamento dei diversi lockdown locali, il fenomeno viene confermato anche dagli ambiti di investimento indicati dalle aziende. Ampliando, infatti, l’analisi a tutto il campione della survey si rileva come i rispondenti abbiano dichiarato di aver investito nel 2020 in PC (un investimento che viene confermato dal 32% dei rispondenti nel 2021), il 48% in software e strumenti collaborativi (49% nel 2021 – principale ambito di investimento per l’anno in corso) e il 36% in applicativi web (41% per quest’anno). Sempre per quest’anno è atteso, inoltre, un notevole aumento di chi dichiara di investire in software per document/workflow management system (+63%) e in servizi di outsourcing (+44%).

In questo contesto si può ritenere, dunque, che la forte propensione allo smart working avrà un notevole impatto anche sul budget IT stimato per il 2021, proseguendo così un trend positivo già rilevato lo scorso anno: per il 43% del campione, infatti, la propria azienda aumenterà le risorse destinate al budget IT (di questi il 13% ritiene che incrementerà di oltre il 10%), contro l’8% del campione che prevede una diminuzione compresa tra l’1% e il 10% e il 3% di oltre il 10%.

 

 

Va, tuttavia, chiarito che l’applicazione dello smart working (all’interno delle aziende o delle organizzazioni pubbliche) implica, oltre alla necessità di investire in device, software e servizi adeguati che consentano la concreta realizzazione di ambienti di lavoro completamente remotizzati, anche una più ampia rivisitazione dei processi e delle dinamiche aziendali, aspetto che richiede di lavorare soprattutto su cultura organizzativa, empowerment dei dipendenti e stili di leadership, intervenendo in modo particolare sulle attuali modalità di valutazione del dipendente (che dovranno basarsi sul completamento degli obiettivi prefissati) e monitoraggio dei compiti assegnati. Se, quindi, lo smart working emergenziale (a cui si è assistito in modo particolare lo scorso anno) ha impedito di lavorare su questi aspetti, rendendo prioritari gli interventi sulle tecnologie in grado di garantire la continuità operativa delle attività, adesso ad aziende ed organizzazioni viene richiesto di prestare attenzione ad altre tematiche che esulano da quelle strettamente tecnologiche. Si tratta, del resto, di un fenomeno reso necessario dalla progressiva affermazione dello smart working a tendenza strutturale all’interno delle attuali dinamiche lavorative oltre che dalla volontà da parte di molte aziende ed organizzazioni di proseguire con il ricorso a forme di lavoro agile anche una volta rientrata l’emergenza (al punto che sempre più si parla di hybrid working, dove modalità di lavoro agile si accompagneranno a quelle più “tradizionali”).

Siamo pronti?

Sempre dalla survey TIG emerge come, con riferimento alla maturità digitale della cultura interna[1], soltanto il 14% del campione consideri la propria azienda ad uno stadio avanzato, contro il 58% che la ritiene in una fase intermedia e il 28% che le attribuisce un valore basso. Una tendenza simile viene rilevata anche nell’ambito della maturità digitale dei prodotti/processi aziendali[2]: se per il 13% del campione la propria azienda è ad uno stadio avanzato, per il 61% è in una fase intermedia e per il 27% ad un livello basso.

Figura. Digital Maturity Index

(Livello di maturità digitale per indicatori “Cultura interna” e “Prodotti/Processi”)

Fonte: TIG, 2021

 

Tali dati confermano, dunque, la necessità per le aziende (e soprattutto anche per le organizzazioni pubbliche) di ridisegnare gli attuali modelli manageriali per permettere la piena applicazione del concetto di lavoro smart e trarne, laddove possibile, ulteriori benefici in termini di aumento della produttività e user experience/soddisfazione del dipendente.

Come, del resto, affermato da Federico Butera, intervenuto di recente ad un evento organizzato da The Innovation Group[3], «si sta assistendo all’affermazione di un new way of working», una nuova concezione del lavoro che richiede interventi a più livelli: lo scenario atteso è quello che Marco Bentivogli, Esperto di lavoro e innovazione industriale, Worktect, Coordinatore Base Italia[4] ha definito «l’umanità aumentata del lavoro», uno scenario che richiede il riassetto sia degli spazi aziendali sia di quelli urbani. Il cambiamento è già in atto ma potrebbe richiedere tempi lunghi. Da dove iniziare? Dalla promozione di una «necessaria diffusione delle best practices», dove le aziende (specialmente di grandi dimensioni e a forte impronta internazionale) più avanti in questo percorso fungano da ispirazione per chi è ancora ad uno stadio iniziale.

 


[1] Per cultura interna si intende: possibilità di accedere sempre alle informazioni dell’azienda/cultura di collaborazione/empowerment dei dipendenti/efficace workplace/approccio data driven in azienda/premi ai dipendenti per il loro contributo.

[2] Per prodotti/processi aziendali si intende: prodotti e servizi dell’azienda ripensati in chiave digitale/aumento di efficienza dei processi/chiara comunicazione interna/modello organizzativo e processi trasformati in chiave digitale/applicazione KPI per il successo della strategia digitale/ottimizzazione della collaborazione aziendale.

[3] La web conference, dal titolo  “Il futuro del lavoro e il digitale”, si è tenuta lo scorso 27 maggio ed è stata organizzata nell’ambito del Digital Italy Program 2021.

[4] Intervenuto all’evento di cui sopra.

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