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Perché l’ICT sarà uno dei settori meno colpiti dalla crisi Covid-19

N. Maggio 2020
        

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

 

Nonostante la situazione difficile che stanno affrontando, le aziende prevedono per quest’anno un aumento (anche se parziale) del budget IT. Lo riporta un recente sondaggio[1] condotto da The Innovation Group volto, appunto, a comprendere l’impatto del coronavirus sul business aziendale e la diffusione dello Smart Working in seguito alla situazione di emergenza. Dall’analisi, infatti, emerge che per il 31% dei rispondenti nel 2020 la propria azienda aumenterà, seppur di poco, il budget IT contro il 23% secondo cui rimarrà invariato e il 29% che ne prevede una riduzione (per il 6% dei quali significativa). È, infine, il 3% del campione a ritenere che il budget IT della propria azienda aumenterà in maniera significativa.

 

 

I risultati non differiscono da quanto emerso dalla Digital Business Transformation Survey[2], analisi annuale di The Innovation Group che studia la diffusione della trasformazione digitale nelle aziende italiane e condotta prima del verificarsi della situazione di emergenza. Secondo la rilevazione il 40% del campione, già prima dello scoppio della pandemia, dichiarava che il budget IT della propria azienda sarebbe aumentato nel corso dell’anno, mentre per la metà dei rispondenti sarebbe rimasto invariato e il per 10% diminuito.

 

Ma perché nonostante la situazione critica e il lockdown (che ha imposto la chiusura di molte attività produttive) le previsioni di spesa IT non cambiano? Se la riduzione delle revenue impone una rivisitazione dei propri piani di investimento perché le aziende decidono di investire comunque in IT?

La risposta è, in parte, nella diffusione dello Smart Working ma, soprattutto, nel valore aggiunto che per molte aziende ha rappresentato l’adozione delle soluzioni tecnologiche nell’affrontare la crisi, inducendo ad una riconsiderazione degli attuali modelli di business.

L’analisi ha mostrato, infatti, come dal 2019 al 2020 la spesa in Smart Working sia aumentata del 19%, passando da un investimento medio del 2019 di quasi 81mila euro ad uno di poco più di 96mila nel 2020.

 

 

Dal 2019 al 2020 è, inoltre, diminuita del 53% la percentuale di chi dichiara di dedicare allo Smart Working un budget di meno di 10.000 euro a favore di chi prevede una spesa compresa tra 10.000 e 50.000 euro (+108% su base annua).

Nel dettaglio, per introdurre lo Smart Working al proprio interno, le aziende hanno investito principalmente in Pc, laptop, notebook e desktop (67% dei rispondenti) e in software e strumenti di collaborazione (49% ).

 

 

Oltre il 40% del campione ha, inoltre, dichiarato di aver investito in strumenti e servizi di sicurezza informatica, in ambito mobile e in infrastruttura TLC.

La propensione ad aumentare gli investimenti in ICT è un trend rilevato anche da un’indagine realizzata dall’istituto di ricerche Astraricerche in collaborazione con Manageritalia e Cfmt – Centro di Formazione Management del Terziario secondo cui, appunto, dopo la crisi gli investimenti aziendali saranno uguali o addirittura in aumento che in precedenza e il settore ICT sarà quello meno impattato dalla situazione critica che stiamo affrontando (per il 52% del campione sarà uno degli ambiti di maggiore investimento).

 

 


[1] Il sondaggio, dal titolo “Impatto dell’emergenza Coronavirus e Smart Working”, è stato condotto da The Innovation Group tra marzo e aprile 2020 su 99 aziende italiane.

[2] La Digital Business Transformation Survey è stata condotta da The Innovation Group tra dicembre 2019 e febbraio 2020 su un campione di 181 aziende italiane.

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