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Auto connesse e autonome: arriva la Disruption nel mondo automotive
N.  Giugno 2019
        

a cura di Elena Vaciago 
Associate Research Manager, The Innovation Group

 

L’auto autonoma sta cominciando ad essere una realtà anche in Italia: con l’autorizzazione del Ministero dei Trasporti è partita la prima sperimentazione, che si svolgerà a Torino e a Parma e sarà condotta dalla VisLab, un’azienda italiana nata alla fine degli anni ’90 come spinoff della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma. La guida completamente autonoma (di livello 5, senza supervisore umano al volante che possa prendere il controllo in caso di emergenza) è lo scenario che anche lo stesso Elon Musk dichiara di poter realizzare a brevissimo, già a partire dal 2020. Attualmente i sistemi più evoluti per la guida autonoma, presenti sui veicoli Tesla, si posizionano tra i livelli 3 e 4: sono sistemi che aiutano la guida e in alcuni casi guidano l’auto senza il driver, ma non sostituendolo del tutto. Sembra impossibile che la Tesla possa arrivare a una completa automazione, tanto più che l’Autopilot era anche in uso e non ha scongiurato alcuni incidenti mortali, il primo avvenuto nel 2018 con una Model X e il secondo lo scorso marzo con una Model 3. In entrambi i casi il guidatore stava viaggiano con l’autopilot inserito e senza mani sul volante: l’impatto è risultato fatale.

Inoltre, come ha dichiarato Vodafone il 5 giugno, in cinque città (Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli) è già stata accesa la prima rete 5G, e l’obiettivo è di raggiungere 100 città italiane entro il 2021. Questo significa che già oggi si possono acquistare i servizi commerciali del 5G, a velocità 10 volte superiori quelle dell’attuale 4G, fondamentali per servizi “critici” come quelli immaginati per la guida autonoma.

Quali sarà però la propensione degli utenti finali a “cavalcare” queste innovazioni di modelli di guida e mobilità?  per comprendere la sensibilità e gli orientamenti dei possessori di auto, The Innovation Group ha lanciato a metà aprile il sondaggio “Guidare l’Auto del Futuro”, che si concluderà entro fine maggio e sarà presentato al “Connected Mobility Summit 2019” del prossimo 13 giugno. Guardando alle risposte ottenute sui temi dell’Auto Autonoma, si osserva innanzi tutto che già oggi la maggior parte delle persone ritiene che il tempo in auto debba essere utilizzato per molteplici scopi, e questo anche mentre si sta guidando! Come riporta la figura successiva, le persone (si suppone con l’ausilio di strumenti che permettano di fare tutto senza incorrere in sanzioni) mentre guidano

  • Telefonano (93%)
  • Ascoltano musica/radio (86%)
  • Inviano messaggi (44%)

e in percentuali minori si dedicano a tutta un’altra serie di attività. Dotarli di un’auto che si guida da sola va quindi incontro a un’esigenza già molto sentita di utilizzare in modo più produttivo questo lasso di tempo.

 

 

Entrando nel merito della propensione dei guidatori italiani ad utilizzare auto autonome (il campione è composto in prevalenza da uomini, della fascia d’età tra 45 e 64 anni, del centro e nord Italia), un 44% dei rispondenti ha una posizione positiva (“Mi piacerebbe provarla”), seguiti da chi invece pensa che ci vorrà molto tempo prima che arrivino (33%) e da chi teme che le auto autonome siano poco sicure (solo un 10% in realtà). Segue poi chi non prende posizione non conoscendo abbastanza il tema (13%).

 

 

Indagando però maggiormente il tema dell’utilizzo di queste vetture, si scopre che in realtà la preoccupazione per la sicurezza delle auto autonome è molto elevata: si temono soprattutto i possibili impatti accidentali con persone e oggetti intorno alle vetture, e circa allo stesso livello, le conseguenze negative che possono dipendere da un cattivo funzionamento di una tecnologia che, evidentemente, si considera ancora poco matura. Al terzo posto, il tema della mancanza di sicurezza nel momento in cui ci si affida a un veicolo senza poterne riprendere il controllo. In generale, per molti temi, il livello di preoccupazione è elevato e, se si conta anche chi è molto/abbastanza preoccupato, si arrivano a percentuali tra il 70 e l’80% degli intervistati – risultato che denota un sentimento negativo molto diffuso. Ci vorrà quindi un po’ di tempo prima che questi nuovi modelli di mobilità arrivino ad affermarsi: le persone andranno tranquillizzate.

 

 

La Disruption guidata dal digitale nel mondo dei trasporti avrà conseguenze senza precedenti per tutti gli attori dell’ecosistema della Connected & Autonomous Car, legate ai nuovi modelli di mobilità, sicurezza e sostenibilità ambientale, oltre che a una domanda consumer e business sempre più avanzata. Assisteremo nei prossimi anni a un riposizionamento di mercato per tutti gli stakeholder, da quelli tradizionali dell’industria automobilistica alle assicurazioni, ai Telematic service provider, enti pubblici, ICT Player, che punteranno ad una diversificazione delle revenue e ai servizi innovativi MaaS (Mobility-as-a-service) erogati on demand. Momento di incontro esclusivo per questi Player del mercato sarà l’appuntamento annuale di The Innovation Group sul tema della Smart Mobility, il “CONNECTED MOBILITY SUMMIT 2019”, organizzato il prossimo 13 giugno a Milano, Area Pergolesi. Alla sua seconda edizione, il CONNECTED MOBILITY SUMMIT 2019 coinvolgerà i più importanti attori delle nuove filiere, dai Car Maker all’Insurance telematica, alla Smart Mobility, che presenteranno propri spunti visionari oltre che i nuovi business model che stanno nascendo dalla Connected Car Data Exploitation & Monetization.

 

 

 

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