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Una “gigafactory” di batterie per le auto elettriche in Canavese

Il mercato delle automobili elettriche potrà fare affidamento sul Canavese, un tempo terra tecnologica e imprenditoriale d’avanguardia grazie all’opera di Adriano Olivetti. Proprio un sito appartenuto all’Olivetti accoglierà una grande fabbrica di batterie al litio per veicoli elettrici, anzi una gigafactory, come viene chiamata nel progetto di Italvolt Spa. La società fondata dall’imprenditore svedese Lars Carlstrom ha ottenuto il via libera per il proprio progetto, presentato a gennaio, teso a trasformare il sito ex Olivetti di Scarmagno e Romano Canavese (piccoli centri a poca distanza da Ivrea) in un’area produttiva a sostegno della supply chain tecnologica. Di quella italiana, se non altro, ma forse non solo.

Secondo le stime di MarketsandMarkets, il giro d’affari mondiale delle batterie (al litio e di altre tipologie) per veicoli elettrici nel 2021 valeva 27,3 miliardi di dollari e si prevede un’ascesa fino ai 67,2 miliardi di dollari del 2025. La forte domanda di mezzi di trasporto elettrici, i miglioramenti di tecnologia delle batterie, le politiche governative a supporto e le evoluzioni dell’industria automobilistica saranno i principali motori della crescita.

Che cosa prevede il progetto della gigafactory


Al momento la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino e i Comuni di Scarmagno, Romano Canavese e Ivrea hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per il progetto preliminare, mentre quello definitivo dovrà essere presentato entro il prossimo giugno. La tabella di marcia prevede di avviare i lavori di costruzione nel 2023, in modo da consentire l’inizio delle attività di produzione nel 2024. Il sito occuperà una superficie complessiva di un milione di metri quadri, avrà a regime una capacità produttiva a regime di 45 GWh e darà lavoro a tremila dipendenti.

A detta di Lars Carlstrom, fondatore e Ceo di Italvolt, la firma del Protocollo d’Intesa “testimonia l’avanzamento di un progetto che procede spedito grazie alla costante collaborazione con tutte le autorità locali. Il rispetto delle tempistiche del cronoprogramma condiviso ci porterà a diventare tra i primi player in Europa ad avviare la produzione, assicurandoci così un ruolo chiave nella filiera automobilistica elettrica”.

“La firma di questo protocollo”, hanno commentato a quattro mani il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore allo Sviluppo Economico, Andrea Tronzano, “è la testimonianza precisa di come la Gigafactory a Scarmagno stia diventando sempre più concreta. Un cronoprogramma puntuale che scandisce i tempi di avvicinamento di un progetto che porterà benefici, sviluppo e occupazione; due successi fondamentali per il territorio e l’economia piemontese nei settori strategici come l’auto e l’innovazione tecnologica legata all’automotive. Questo protocollo è un classico esempio di collaborazione di un sistema, quello piemontese, che può crescere e ha un futuro”.

“La Città metropolitana di Torino avrà un ruolo cruciale nel procedimento di autorizzazione dell’impianto”, ha garantito Sonia Cambursano, consigliera delegata allo Sviluppo economico, “in sinergia con la Regione Piemonte e i Comuni. Lavorare in rete è per noi il miglior metodo per lo sviluppo del territorio. In questo progetto vediamo la possibilità di realizzare obiettivi di ricadute occupazionali e di sviluppo sul Canavese, ma anche di incentivare le energie sostenibili per la mobilità”.

Promesse di collaborazione e innovazione


Insomma, la promessa di “fare sistema”, benché sia un po’ un tipico leitmotiv italiano, questa volta sembra sostenuta da solide basi. Il protocollo d’intesa appena firmato prevede l’istituzione di un tavolo tecnico di coordinamento che sarà presieduto da un delegato della Regione, che dovrà appunto far lavorare sinergicamente e supportare i vari uffici istituzionali coinvolti. Gli enti sottoscrittori si sono impegnati a completare il procedimento entro sette mesi dalla presentazione dell’istanza, prevista entro giugno 2022. La Regione Piemonte, per conto di tutti i firmatari, “intensificherà i colloqui già avviati con il Ministero dello Sviluppo Economico e gli altri Ministeri competenti, allo scopo di affiancare Italvolt nell’individuazione delle misure di sostegno e finanziamento del progetto, incluse quelle previste dal Pnrr”, si legge in un comunicato stampa di Italvolt. 

In tempi di intenso dibattito sui temi della sostenibilità, l’azienda ha assicurato di voler puntare alla “ricostruzione di una storica potenza industriale ponendo gli aspetti Esg in prima linea nella sua strategia”. Tra le altre cose, sarà realizzato un centro di ricerca e sviluppo di 20mila metri quadri, che aiuterà (si spera) il Canavese a tornare a essere non solo una terra d’industria ma anche una terra d’innovazione.

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