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Le performance finanziarie del Q4 2020 dimostrano che l’accelerazione digitale subita negli ultimi mesi non sarà passeggera

N. Febbraio 2021   
      

a cura di Carmen Camarca 
Analyst, The Innovation Group 

È stato chiaro sin da subito che uno dei settori maggiormente impattati dalla crisi pandemica sarebbe stato quello ICT e digitale. Lo abbiamo ripetuto più volte: il Covid-19 è stato il fattore scatenante che ha provocato l’accelerazione (da tempo attesa) verso l’adozione e la fruizione di servizi e prodotti digitali, una spinta confermata anche dai dati trimestrali delle principali big tech.

The Innovation Group ha trattato la questione in diverse circostanze e in molteplici articoli nel corso dell’anno, in cui è stato precisato che i dati e le stime riportate facevano riferimento ad un contesto in continuo mutamento, ma adesso che il 2020 è terminato e i risultati finanziari relativi all’ultimo trimestre confermano quelli che sin da subito si sono andati affermando come trend costanti è possibile delineare una situazione più consolidata, richiamando l’attenzione sullo scenario post pandemia.

Ciò che si va configurando, infatti, è un «New Normal» in cui presumibilmente si darà seguito a molti dei fenomeni che si sono andati sviluppando come reazione all’emergenza ma che sempre più si ritiene saranno parte integrante della vita delle persone fino a rappresentare tendenze strutturali che porteranno ad un ridisegno complessivo, oltre che del mercato digitale nel suo complesso, anche della nostra economia.

Analizziamo brevemente alcune delle principali trimestrali pubblicate nelle ultime settimane.

Alphabet ed Amazon

La holding che controlla Google, nel Q4 del 2020 ha registrato un utile netto di 15,2 miliardi di dollari, in significativo aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2019, 11,2 miliardi di dollari). In crescita anche il fatturato, ora a 56,8 miliardi di dollari, ben oltre le previsioni degli analisti (consensus a 53 miliardi) e i risultati del Q4 del 2019, quando le entrate ammontavano a 46 miliardi di dollari. La maggior parte del fatturato (52,9 miliardi di dollari) è da ricondurre a Google Services e alle entrate pubblicitarie in rialzo del 22% (un trend che non perde forza dal secondo trimestre). Come affermato dal CEO Sundar Pichai, «tali risultati riflettono l’utilità dei prodotti e servizi per le persone e le aziende». Bene anche il contributo delle vendite pubblicitarie sulla piattaforma di video-sharing YouTube, in sensibile rialzo durante le elezioni presidenziali e nel periodo natalizio (+46% rispetto al Q4 2019, 6,9 miliardi).

Sono state rilevate, tuttavia, perdite nel segmento Google Cloud (uno dei principali business per l’azienda), in diminuzione di 1,24 miliardi di dollari, nonostante i 3,8 miliardi di ricavi, una prestazione in ogni caso in linea con le attese. Nel complesso, i ricavi del comparto Cloud di Alphabet si attestano a 13,1 miliardi nell’intero anno, con perdite di 5,61 miliardi.

Anche il bilancio trimestrale di Amazon evidenzia un notevole aumento delle entrate su base annua (rispetto al quarto trimestre 2019), passando da 87,4 a 125,5 miliardi di dollari mentre gli utili netti sono passati da 3,2 a 7,2 miliardi di dollari. Amazon è, del resto, una delle aziende tech che ha ottenuto i maggiori benefici dalla situazione emergenziale (si pensi a quanto sia aumentato il ricorso agli acquisti online e l’utilizzo di Prime Video, sulla scia della forte crescita rilevata nel segmento dello streaming online).

Fonte: Statista, 2020

Ad ogni modo, ormai da tempo il business di Amazon è andato diversificandosi: un contributo importante è arrivato, infatti, dal segmento Cloud AWS che ha fatto registrare entrate per 12,7 miliardi di dollari (+28% rispetto al quarto trimestre 2019) e utili netti per 3,6 miliardi di dollari, pari al 52% del totale. L’incremento degli utili su base annua è ancora più evidente: da 9,2 a 13,5 miliardi di dollari (+47%).

Apple

Trimestrale da record anche per Apple che nei tre mesi terminati lo scorso 26 dicembre ha registrato un fatturato di 111,4 miliardi di dollari (in crescita del 21% su base annua) e un utile trimestrale per azione diluita di 1,68 dollari. Si tratta del fatturato trimestrale più alto mai realizzato dall’azienda, un risultato non determinato soltanto dalle vendite degli iPhone 5G ma anche dalla forte domanda dei modelli iPhone 11 e iPhone 11 Pro e dal record di sempre per quanto riguarda i Servizi e i Wearables, come dichiarato dal CEO Tim Cook.

Nel dettaglio, le entrate da iPhone si sono attestate intorno a 65,6 miliardi di dollari contro i 59,8 stimati, in crescita del 17% su base annua. I ricavi da Mac sono stati pari a 8,68 miliardi contro gli 8,69 miliardi attesi. Le vendite di prodotti Wearables, Home and Accessories sono aumentate a 12,97 miliardi di dollari da 10,01 miliardi di dollari dello scorso anno mentre le entrate dei servizi hanno raggiunto i 15,76 miliardi di dollari da 12,72 miliardi di dollari su base annua.

Si rileva, inoltre, che Apple è diventato il marchio più prezioso del mondo, superando Amazon e Google, dopo che il valore del brand è balzato dell’87% a 263,4 miliardi di dollari. A dirlo è la classifica Brand Finance Global 500 2021 di Brand Finance secondo cui il valore di Apple ha registrato un così grande aumento grazie al successo della sua strategia di diversificazione: infatti, ormai già da qualche anno, il gruppo ha iniziato a concentrarsi sullo sviluppo di strategie di crescita non basate esclusivamente sulle vendite dell’iPhone (per anni core business dell’azienda: si consideri che nel 2015 rappresentava i due terzi delle sue vendite). La politica di diversificazione ha visto il marchio espandersi nei servizi digitali e di abbonamento (soprattutto App Store, iCloud e Apple Tv).

Netflix

Per Netflix, uno dei principali operatori nel mercato SVOD (Subscription Video On Demand), l’impatto del Covid-19 ha provocato un aumento nel numero degli abbonati per la terza trimestrale consecutiva: si consideri che nel 2020 l’azienda ha superato i 200 milioni di abbonati (un aumento oltre alle attese), con guadagni migliori del previsto.

Nel complesso l’anno appena terminato ha portato un incasso complessivo che sfiora i 25 miliardi (+24%), sebbene l’utile (542 milioni) sia sotto le stime, un risultato su cui, in queste circostanze, non ci si sofferma molto, considerando che comunque il 2020 è stato un anno record anche per i profitti (cresciuti del 48%).

Ad ogni modo, la società ha riconosciuto la crescente concorrenza che sta caratterizzando il mercato dello streaming (e in particolare dello SVOD): Disney + sta crescendo, infatti, molto più rapidamente del previsto, anche se si tratta di numeri ben lontani da quelli di Netflix (all’inizio di dicembre Disney + contava 86,8 milioni di abbonati). Ad ogni modo il servizio streaming di Disney è stato inaugurato poco più di un anno fa ed è ancora in fase di lancio a livello globale, un aspetto che non è sfuggito agli investitori: le azioni della Disney sono aumentate del 40% negli ultimi tre mesi, mentre quelle di Netflix hanno avuto un andamento molto più contenuto.

Il rischio è, dunque, che ad un certo punto la curva della crescita degli abbonati Netflix si possa arrestare, mentre quella degli abbonati Disney + potrebbe continuare a crescere. Come scongiurare il pericolo? Continuare ad investire in contenuti sempre più apprezzati dal pubblico potrebbe essere una strategia efficace.

 

Facebook

Il social network, per il quarto trimestre 2020, ha annunciato l’aumento dei propri profitti del 52%, attestandosi a 11,22 miliardi, pari a utili per azione di 3,88 dollari. Le revenue, aumentate di un terzo, sono state di 28,07 miliardi. I risultati positivi sono stati determinati soprattutto dal dominio dell’azienda nell’ambito della pubblicità digitale, un mercato la cui crescita è stata legata in particolare al boom di acquisti online durante la pandemia (sebbene durante il primo lockdown sia stata registrata una forte diminuzione degli investimenti pubblicitari dovuta al ridisegno delle priorità e strategie aziendali).

Fonte: Statista, 2020

L’azienda ha, tuttavia, fatto sapere che potrebbe incontrare «significative incertezze» nel corso del 2021, a cominciare dalla pubblicità mirata, facendo riferimento, in particolare, al potenziale impatto di cambiamenti nella privacy da parte di Apple nel sistema operativo iOS 14.

Continua a crescere comunque il numero di utenti attivi, pari, allo stato attuale, a 2,8 miliardi mensili. La performance dell’azienda in Borsa, durante la pandemia, è stata meno brillante delle altre big tech: da inizio 2021 il titolo è sostanzialmente rimasto invariato, in rialzo del 27% in un anno.

Microsoft

Conti da record anche per Microsoft che, nel periodo ottobre-dicembre, ha fatto registrare un utile per azione pari a 2,03 dollari (contro le aspettative di 1,64 dollari per azione stimate dagli analisti di Refinitiv). In particolare, il fatturato del quarto trimestre si è attestato alla cifra record di 43,08 miliardi di dollari (contro le stime a 40,18 miliardi di dollari). I ricavi sono cresciuti del 17% su base annua, rispetto al 12% del trimestre precedente.

Ancora una volta a trainare la buona performance è stato soprattutto il segmento Intelligent Cloud, i cui ricavi sono stati pari a 14,60 miliardi di dollari (+23% su base annua). In particolare, il segmento include il cloud pubblico di Azure, prodotti server come Windows Server, GitHub e servizi aziendali. Senza specificare il valore economico, Microsoft ha affermato che il fatturato di Azure è cresciuto del 50%, contro le attese del mercato ferme a circa il 42%. Accanto a cloud e videogaming, l’azienda ha beneficiato anche delle migliori vendite dei suoi portatili Surface, così come di servizi quali Teams (nel complesso i ricavi dal segmento Productivity e Business sono stati di 13 miliardi di dollari, +13% su base annua).

Il CEO Satya Nadella ha affermato che «nell’ultimo periodo si è assistito allo sviluppo di una seconda ondata di trasformazione digitale che ha raggiunto ogni società e ogni industria».

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