NEWSLETTER - IL CAFFE' DIGITALE
Le neo-banche digitali che vogliono “sfidare” le banche tradizionali

N.  Settembre 2017
        

a cura di Francesco Manca 
Junior Analyst, The Innovation Group

 

Le contingenze temporali degli ultimi anni, riassumibili in fenomeni demografici, sociali, economici e regolatori ma soprattutto le tecnologie digitali, hanno contribuito ad una tra le più grandi rivoluzioni del settore bancario degli ultimi tempi come la nascita  delle Fintech. L’interrogativo è capire se la dimensione del fenomeno Fintech continuerà a crescere nel medio-lungo termine e, nello specifico, se il posizionamento nel mercato delle “challenger bank” rispetto alle banche tradizionali verrà consolidato. Negli ultimi anni si è infatti sempre più pronosticata una azione disruptive sull’attuale settore finanziario da parte delle Fintech, in realtà c’è chi pensa che in orizzonti di medio-lungo termine ci saranno due probabili scenari: alcune Fintech, ampliando la gamma dei propri servizi, verranno percepite come competitor delle vere e proprie banche tradizionali, altre invece daranno origine a modelli ibridi di collaborazione con banche tradizionali diventandone ad esempio piattaforme per i loro servizi digitali. Questa analisi si concentra sul primo scenario che vede protagoniste le nuove banche digitali, o challenger bank, definibili come istituti che fanno affidamento sul digitale come unico o predominante canale di interazione con il cliente e che stanno ottenendo (o hanno da poco ottenuto) una licenza bancaria.

Negli ultimi anni c’è stato infatti un contesto favorevole alla presenza di nuovi entranti nel mercato bancario, che ha spinto la creazione di nuove realtà che offrono servizi finanziari o che ha incentivato le stesse banche ad aprirsi al mondo digitale per non soffrire una competizione da parte di attori esterni al settore. Il contesto favorevole si concretizza in un cambiamento del profilo dei consumatori di servizi finanziari/bancari, che hanno così nuovi bisogni da soddisfare: i millennial stanno diventando i nuovi acquirenti di servizi bancari con esigenze di servizi on-demand, la diffusione pervasiva degli smartphone come mezzo di iperconnessione incentiva ulteriormente a richiedere tramite app servizi on-demand  con caratteristiche di immediatezza e semplicità ed infine il cambiamento   generale nel mondo occidentale che, dopo l’ultima crisi finanziaria, ha visto l’indebolimento della fiducia nei confronti del settore bancario tradizionale. Le nuove banche digitali hanno trovato così terreno fertile avendo tra i principali driver di riferimento una struttura asset light, l’offerta di prodotti semplici ed una interazione immediata e costante con il cliente. Queste neo-banche vogliono essere delle vere e proprie challenger bank e si stanno ora focalizzando su prodotti sempre più specifici del settore bancario, come prestiti, finanziamento a PMI e mutui, oltre ai servizi di money transfer che hanno da sempre caratterizzato il mondo Fintech. L’offerta è caratterizzata solitamente oltre che dal mezzo di interazione digitale, anche da una ampia flessibilità contrattuale e costi minore per andare incontro alle singole esigenze del cliente.

Alcuni esempi sono le inglesi Atom Bank e Starling Bank e la tedesca N26 Bank. La prima, che è stata tra i pionieri delle challenger bank, fornisce i suoi servizi bancari tramite app, non ha filiali fisiche e non dispone di un tradizionale outlet bancario online, caratteristiche che le permettono di abbattere gran parte dei costi fissi e di gestione a favore di una offerta con tassi di interesse favorevoli per il consumatore ed altamente competitivi per i competitor tradizionali. Atom ha acquisito la licenza bancaria nel giugno del 2015, ed è stata lanciata al pubblico nell’aprile del 2016. Attualmente ha un finanziamento venture superiore ai 200 milioni di sterline. Starling Bank ha ricevuto la licenza bancaria nel luglio 2016  e, dopo aver lanciato la sua beta nel marzo 2017, ha annunciato lo scorso giugno la sua espansione in Europa (il primo paese sarà l’Irlanda). Oltre ai servizi tipici delle challenger bank queste due banche ricorrono all’uso di tecnologie biometriche per garantire la sicurezza dei loro clienti e per aumentare l’immagine tecnologica ed innovativa delle loro aziende. N26 invece offre la proposta di banca digitale nell’eurozona; inizialmente nasce come interfaccia facente riferimento ad Wirecard, poi nel Luglio 2016, ricevendo la licenza bancaria da BaFin, è diventata autonoma con il nome N26 Bank. Attualmente è presente in 17 paesi dell’eurozona, offre tramite app l’accesso ai servizi MoneyBeam (servizio di money transfer), Mastercard e TransferWise  e progetta di fornire a breve l’accesso tramite app a servizi di credito a consumo, prodotti di risparmio ed assicurativi. Queste ed altre realtà del mondo bancario saranno presenti al Banking Summit 2017 organizzato da The Innovation Group il 21 e 22 Settembre a Saint Vincent. Il successo di alcune banche digitali testimonia le grandi opportunità in questo mercato. Il terreno fertile per i nuovi entranti e la basse barriere all’entrata possono però causare grande competizione tra questi nuovi entranti e  rischi di sopravvivenza nel lungo periodo o tempi troppo lunghi per raggiungere il break even point.

Il successo del mondo delle neo-banche, oltre ad essere fortemente influenzato dalle caratteristiche della loro offerta è anche strettamente vincolato dalla legislazione vigente. Vari paesi stanno agendo diversamente per regolamentare il mondo Fintech e le licenze bancarie per le neobanche. La Gran Bretagna, avendo l’esigenza di presentare proposte lungimiranti ed innovative in campo finanziario per far fronte ad un settore che impiega più di 1.2milioni di persone e produce più del 7% del valore aggiunto di tutta l’economia, presenta lo scenario più avanzato. La Financial Conduct Authority (FCA) inglese ha introdotto Project Innovative a supporto dell’autorizzazione bancaria per business innovativi che include anche una sandbox per testare nuove offerte in contesti scoperti dalle normative standard, in passato poi Bank of England ed FCA hanno formato un acceleratore di Fintech che supporta e da consulenza alle fintech per le implicazioni del processo di regolamentazione. Altri contesti innovativi internazionali sono Singapore che, data la spinta innovativa del suo settore finanziario, ha le potenzialità per essere hub di challenger bank nella regione asiatica e gli USA che dopo UK hanno il maggior numero di startup Fintech interessate a diventare neobank.

È quindi lecito pensare che nei mercati finanziari sviluppati con un’elevata penetrazione di smartphone e di retail banking, in cui la regolamentazione non offre sviluppi e o evoluzioni imminenti (Europa continentale), o in cui è ancora alta la fiducia nelle banche, nel medio periodo le challenger bank collaboreranno con gli incumbent per ripristinare la fiducia dei clienti migliorandone l’esperienza ed estendendo su di loro i vantaggi dei minori costi operativi. Al contrario, in paesi con un’elevata penetrazione di smartphone e una scarsa fiducia bancaria, o in cui la regolamentazione sarà sempre più accomodante all’istituzione di neo bank, è possibile che queste diventeranno sempre più alternative ai player tradizionali (con conseguenti effetti disruptive nel settore).

ULTIMO NUMERO
ARCHIVIO
LE RUBRICHE
COME NASCE IL CAFFÈ DIGITALE
REGISTRATI
Iscriviti alla Newsletter mensile!
Ricevi gli articoli degli analisti di The Innovation Group e resta aggiornato sui temi del mercato digitale in Italia!

Font Resize
Contrasto