Digitalizzazione del Paese e resilienza delle infrastrutture

Durante la crisi pandemica il digitale si è affermato come asse portante per la resilienza del Paese e la produttività delle imprese, a differenza dell’economia reale che ha subìto una paralisi. Ciò è avvenuto principalmente in Italia, uno dei Paesi europei in cui è stato rilevato il maggior ricorso al digitale: il traffico è aumentato dell’80/90% rispetto a valori molto più contenuti in altri Paesi mentre il Voip è cresciuto di circa 11 volte rispetto ai livelli pre-crisi.

Se da un lato, la situazione di emergenza ha portato l’Italia ad una crescita rapida nell’ultimo periodo, facendo sì che recuperasse parte del forte divario accumulato con i concorrenti internazionali, dall’altra l’aumento del ricorso al digitale non è stato equamente ripartito, acuendo, in alcuni casi, delle criticità pregresse.

Il forte ricorso alla rete, infatti, ha riportato l’attenzione sul digital divide, una problematica di cui l’Italia soffre da tempo ed emersa in maniera ancora più evidente nel periodo di emergenza quando è stata avvertita la forte necessità di riuscire ad erogare servizi universali.

Tuttavia, quanto verificatosi durante il lockdown è stato più simile ad un processo on-off, dove è riuscito ad usufruire di determinati servizi solo chi poteva farlo già in precedenza: le infrastrutture e la rete, pur essendo state in grado di rispondere tempestivamente ad una domanda tanto elevata quanto inaspettata, hanno reagito meglio nelle aree dove le performance erano già elevate. Ciò è avvenuto in modo particolare nelle aree nere (in cui in alcuni casi si sono registrate delle duplicazioni e un eccesso di offerta che tradotto in un sotto-sfruttamento delle infrastrutture) e nelle grigie, mentre le reali problematiche sono state riscontrate nelle aree bianche, in cui è stato rilevato un peggioramento della situazione pre -crisi e in cui vengono richiesti ulteriori interventi per fornirvi una copertura universale.

Un altro ambito in cui bisogna intervenire è all’interno degli istituti scolastici.

Tim ha effettuato un’analisi, realizzando un database in tutte le scuole italiane per verificarne il cablaggio: su un totale di 47mila istituti scolastici pubblici le principali difficoltà sono emerse ancora una volta nelle aree bianche, nella maggior parte delle quali è stata rilevata una copertura insufficiente (in alcuni casi del tutto assente).

Sono, inoltre, in corso dialoghi con i sindacati per comprendere come gestire il tema dello smart working (attualmente 36mila dipendenti TIM lavorano da remoto) e come regolarizzarlo (differenziandolo dalle disposizioni attualmente in vigore per il telelavoro). Ciò sarà necessario soprattutto una volta terminata la situazione di emergenza: si ipotizza una ripresa graduale ma non completa, in cui lo smart working continuerà ad essere presente in molte realtà lavorative e in cui sempre più sarà necessario comprendere quali saranno le mansioni più adatte ad essere svolte nelle nuove modalità e quali, invece, on site.

Gli scenari attesi rendono, inoltre, fondamentale prestare molta attenzione alla tematica della sicurezza, in relazione non più solo al lavoro fisico ma anche e soprattutto a quello a distanza: assicurarsi di ripartire in sicurezza e avere un vasto network di migliaia di persone che accedono alla rete da remoto rende fondamentale una corretta gestione della cybersecurity.

L’Italia dovrà assumere un atteggiamento pragmatico, anche da parte delle autorità Antitrust: sempre più sarà importante riuscire a creare aziende che abbiano dimensione, solidità e capacità tali da permettere di reagire con ulteriore efficacia agli stress esterni. La rete TIM è stata capace di rispondere non solo alle normali necessità ma anche ai bisogni straordinari: in un futuro sempre più incerto bisogna assicurarsi di non farsi trovare impreparati qualora dovessero verificarsi eventuali nuovi shock.

CONTRIBUTI

I contributi di questa sezione comprendono documenti, relazioni e sintesi di interventi effettuati dai Relatori delle Web Conferences, degli Eventi Territoriali e del DIGITAL ITALY SUMMIT promosso da The Innovation Group.

Essi possono includere, inoltre, articoli e Paper che abbiamo ritenuto di particolare interesse per aprire o contribuire al dibattito sulle politiche industriali e sull’impatto dell’innovazione tecnologica sul mercato e sull’industria del digitale sull’organizzazione delle imprese, della Pubblica Amministrazione, del Terzo Settore e del lavoro.


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