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La Stampa 3D a portata di check-up

N. Novembre 2018

a cura di
Massimo Zanardini e Andrea Bacchetti
IQ Consulting, Spin-Off di Università di Brescia

 

Nella nostra ricerca “Impresa 4.0. La trasformazione digitale della manifattura” conclusasi a Luglio 2017, abbiamo fotografato una situazione in cui le tecnologie additive risultano essere note a meno del 50% delle aziende intervistate (oltre 100); quelle che attivamente hanno implementato questi nuovi sistemi produttivi sono ancora di meno, circa il 20%.

La bassa rilevanza percepita della tecnologia si riscontra anche nei dati messi a disposizione dal MISE circa i risultati 2017 del piano nazionale “Industria 4.0”: le aziende che hanno sfruttato le misure per acquistare stampanti additive sono davvero una percentuale esigua se paragonata a quelle che hanno sfruttato l’iper-ammortamento per accedere a robotica e IoT.

Aldilà della situazione italiana, secondo recenti ricerche internazionali, le tecnologie di produzione additiva rimarranno anche nel 2018 tra quelle che potranno contribuire maggiormente alla diffusione del paradigma 4.0, con impatti dirompenti su diversi processi aziendali, dalla prototipazione (ambito applicativo storico e oramai consolidato) sino alla produzione diretta di componenti. LUX Research, società americana specializzata nell’elaborazione di previsioni sull’evoluzione delle tecnologie digitali, sostiene che la stampa 3D sarà nel 2018 la seconda tra le tecnologie a maggiore tasso di crescita e diffusione, alle spalle solo del machine learning.

Anche i numeri degli anni appena trascorsi fotografano una tecnologia ancora in forte evoluzione, nonostante non sia oramai più giovanissima (la prima stampante 3D fu commercializzata nel lontano 1985!). Secondo la società londinese Context, nel 2017, il segmento delle stampanti industriali ha avuto una crescita del 4% rispetto al 2016, dopo 3 anni di sostanziale stallo. Va però sottolineata la forte accelerazione che ha subìto a partire dall’ultimo trimestre del 2017, in cui le vendite di stampanti 3D per il mondo manifatturiero sono cresciute del 39% rispetto all’anno precedente (+44% in termini di fatturato), anche grazie all’ingresso sul mercato di nuove aziende in grado di offrire tecnologie stabili e performanti.

 

 

Anche i numeri di Wohlers e Context certificano questa ulteriore diffusione: nell’ultimo trimestre del 2017 le vendite sono aumentate di un valore tra il 60% e l’80%, per un totale di circa 1.800 stampanti 3D per il metallo distribuite nel 2017.

In questo contesto di continua crescita e evoluzione, sono ancora molte le difficoltà per chi vuole approcciare questa tecnologia. Quali materiali sono effettivamente lavorabili? Quali benefici si possono raggiungere sostituendo (o meglio affiancando) le tecnologie di produzione tradizionali? Quali sono le proprietà meccaniche, fisiche e chimiche dei prodotti realizzati tramite un processo additivo? Quanto costano questi sistemi di produzione?

Non servono ulteriori elementi per certificare l’estrema complessità legata all’impiego della tecnologia, ma ai più scettici si consiglia di prendere visione dell’hype cycle 2017 di Gartner, nel quale vengono esplosi gli ambiti applicativi ed i settori di impiego della manifattura additiva. Per i non addetti ai lavori, destreggiarsi tra tecnologie in fase embrionale e tecnologie mature, tra ambiti di applicazione consolidati e altri ancora in fase prototipale, è davvero molto difficile.

Un concreto aiuto per le imprese arriva da IQ Consulting, spin-off dell’Università degli Studi di Brescia, che da anni si occupa della trasformazione digitale dei processi aziendali, con una conoscenza verticale oramai radicata nelle tecnologie additive. L’approccio proposto prevede due step e due diversi “strumenti”, che possono essere applicati in sequenza oppure in modo indipendente.

La spin-off ha recentemente rilasciato il proprio tool online, pensato per le imprese che sono alla ricerca di indicazioni concrete circa l’applicabilità delle tecnologie additive per i propri componenti / prodotti. Collegandosi al sito www.checkupstampa3d.it, ed inserendo poche informazioni quali-quantitative relative a 3 elementi chiave (volumi di produzione, complessità e livello di personalizzazione), sarà possibile ricevere un report che illustrerà il livello di applicabilità delle tecnologie di stampa 3D, per ciascun componente / prodotto inserito.

 

Figura 1 – Esempio di report automatico del Check-up 3D Printing

 

Per i più esigenti, al termine di una prima fase completamente gratuita, sarà possibile accedere ad una sezione a pagamento in cui la spin-off andrà ad incrociare i fabbisogni indicati con le potenzialità delle tecnologie additive disponibili sul mercato, esplicitando in output il binomio stampante-materiale in grado di soddisfarli al meglio, con illustrazione della relativa fascia di investimento.

Per le aziende intenzionate ad approfondire ulteriormente la tecnologia, IQ Consulting propone un secondo servizio, resosi necessario a fronte di una duplice evidenza: da un lato la tecnologia sta evolvendo molto rapidamente, diventando sempre più appetibile per un maggior numero di settori e imprese, e dall’altro, la vastità di informazioni ad oggi reperibili sul tema, spesso veicolate dagli stessi produttori di stampanti, rende difficile una oggettiva comprensione del fenomeno e delle concrete opportunità.

Figura 2 – Fasi di lavoro per la valutazione della fattibilità tecnico-economica

 

A differenza del Check-up online sopra esposto, questo servizio prevede una presenza diretta dei consulenti in azienda, per sviluppare un percorso di analisi specifico, definendo con chiarezza le reali esigenze aziendali, focalizzando l’attenzione solo su quelle applicazioni per le quali ha senso considerare la tecnologia, tralasciando invece quegli ambiti dove palesemente i limiti tecnici sono ancora troppo forti. Circoscritte quindi le potenziali applicazioni aziendali e definiti i confini dell’analisi, IQ Consulting supporta l’azienda nell’identificazione di quali tecnologie, quali materiali, e quindi quali stampanti e fornitori (siano essi venditori di stampanti o anche solo service provider) siano in grado di soddisfare le esigenze mappate. La valutazione di fattibilità tecnica dell’utilizzo di tecnologie additive in azienda viene inoltre integrata da un’analisi economica, con cui poter confrontare lo scenario corrente (senza stampa 3D) con quello eventuale futuro.

 

Figura 3 – Esempio di analisi tecnica delle tecnologie in funzione dei prodotti di interesse

 

Figura 4 – Esempio di analisi economica: costo totale di possesso di diverse stampanti a pari volume produttivo

 

Per qualsivoglia approfondimento:

Massimo Zanardini: massimo.zanardini@iqconsulting.it

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