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L’esperienza del lockdown prima, della ripresa graduale per contenere i contagi poi, ci hanno insegnato che è possibile ripensare il modo di lavorare, fare acquisti, collaborare, e che possono cambiare drasticamente le abitudini in fatto di mobilità, incontri, utilizzo del tempo libero. La sfida del futuro sarà però quella di riprogettare la mobilità, soprattutto a livello di grandi aree metropolitane, in modo da renderla più efficiente e più sostenibile. Infatti, tra poco più di 30 anni, il mondo sarà popolato da 10 miliardi di persone, di cui ben 7 miliardi residenti in agglomerati urbani. Con i sistemi organizzativi attuali, potrebbe essere il collasso.
A ricordarlo è l’Innovation Trend Report sulla Smart Mobility (scaricabile qui): redatto dalla struttura di Intesa Sanpaolo Innovation Center dedicata alla rilevazione e analisi dei trend di innovazione tecnologica e industriale, dei comportamenti di consumo e dei macro-cambiamenti ambientali sociali e culturali, il Report ci indica, come unica via d’uscita per mantenere il sistema in equilibrio, la tecnologia, che può aiutare a cambiare profondamente l’organizzazione dei centri urbani e la mobilità.
Superata l’emergenza covid, molto probabilmente torneremo a una situazione caratterizzata da:
C’è molto poco di smart in tutto questo. E’ quindi una sfida che non possiamo permetterci di perdere, alla luce del fatto che alcune grandi città stanno già facendo passi concreti: da Londra, con il progetto Smarter London Together, al programma Smart Mobility Amsterdam in Olanda, fino a Toronto, Dubai, Singapore.
Come sarà il futuro della mobilità? Nel Report sono ribadite le quattro caratteristiche della smart mobility: elettrica, connessa, autonoma e condivisa. Con alcune di esse stiamo già iniziando a familiarizzare, con altre ci vorrà un po’ più di tempo, leggendo alcune statistiche sul settore:
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L’ Agenda DEL SUMMIT DELL’8 LUGLIO 2020.