LA SETTIMANA DIGITALE DI TIG
La settimana digitale di TIG

coronavirus

L’impatto del coronavirus sulla tech industry, la pubblicazione di Transizione 4.0 (il nuovo Piano che andrà a sostituire il più noto Industria 4.0) e la presentazione delle linee guida UE con cui gestire i cambiamenti legati all’Artificial Intelligence e la data economy. Le principali notizie della settimana qui ⬇️

L’impatto del coronavirus sulla tech industry

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Rapporto Censis sulla comunicazione: crescono ancora internet, smartphone e social network

Nell’era biomediatica per un giovane su dieci la propria identità coincide con il profilo social, una forma di identificazione più forte del lavoro, della nazionalità o della famiglia. A dirlo è il 16° Rapporto Censis sulla comunicazione secondo cui l’utilizzo di Tv e radio si rafforza grazie al web, mentre l’utenza di Internet passa dal 78,4% dello scorso anno al 79,3% della popolazione. Il Rapporto registra, infatti, una flessione dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: -2,5% in un anno) mentre resta salda l’utenza della tv satellitare (-0,1%) e crescono significativamente la tv via internet (web tv e smart tv raggiungono il 34,5% di utenza, registrando una crescita del 4,4% in un anno) e la mobile tv (che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 all’attuale 28,2%, con un aumento del 2,3% solo nell’ultimo anno).

COMUNICATO STAMPA

S&P: “Senza il digitale le banche italiane non avranno futuro”

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La maggior parte delle banche italiane si sta adattando al mondo digitale, migliorando i propri processi interni, offrendo ai propri clienti soluzioni multicanale e collaborando con le fintech. Tuttavia, l’adozione massiva dell’open banking potrebbe richiedere più tempo, visto il conservatorismo dei clienti nell’approcciare nuovi servizi finanziari e la preferenza verso i fornitori di servizi finanziari tradizionali. A dirlo è il report “Tech Disruption In Retail Banking: Italian Banks Not Adapting To The Digital World Quickly Will Be Left Behind” di S&P Global Ratings secondo cui uno dei principali ostacoli alla crescita delle banche è rappresentato dalla scarsa conoscenza e dall’uso del digitale da parte dei consumatori. L’analisi mostra, infatti, come i clienti italiani siano ancora in ritardo in termini di utilizzo dell’online banking rispetto alla maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale, uno scenario destinato a mutare, complici anche le offerte delle banche ai clienti per promuovere lo strumento digitale.

REPORT

Trentacinque data center delle PA per il cloud nazionale. Pisano: “Sarà una joint venture tra Stato-privati”

«Sarà una joint venture tra lo Stato e i privati a gestire il cloud nazionale per i dati strategici della Pubblica Amministrazione». Ad annunciarlo è stata la ministra per l’Innovazione Paola Pisano, in un’intervista al Sole 24 Ore, sottolineando che «Il Polo nazionale sarà un soggetto europeo selezionato con procedure a evidenza pubblica, dotato di adeguate capacità industriali e il partner (che avrà una quota di minoranza) sarà selezionato attraverso una gara pubblica». Tuttavia, in base al censimento Agid è emerso che su 1.252 data center delle PA 62 sono sicuri e possono continuare a funzionare, di questi solo 35 sono stati classificati per utilizzare da parte del polo strategico nazionale.

Piano Transizione 4.0, in arrivo le nuove misure per investimenti in innovazione, green e design

Si chiamerà Transizione 4.0 e va a sostituire il Piano Industria 4.0. Il Mise l’ha definita la politica industriale del Paese «più inclusiva e attenta alla sostenibilità», che prevede «una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica». In totale, verranno stanziati 7 miliardi, circa la metà rispetto ai 13 annunciati alla fine del 2019, mentre si stima che le imprese che potranno avere accesso ai bonus vadano dalle 53mila alle 55mila.

IL PIANO

Respinto il ricorso di Huawei contro il governo Usa mentre Vestager apre alla proposta Usa sull’acquisizione di quote Nokia e Ericsson

È legittimo che il governo americano impedisca alle agenzie federali statunitensi di acquistare prodotti da Huawei, opponendo ragioni di sicurezza informatica. Lo ha stabilito un giudice federale del Texas, respingendo, così, il ricorso di Huawei alla legge del Congresso Usa che impedisce alle agenzie governative di acquistare attrezzature e servizi della casa di Shenzhen o di lavorare con terze parti che sono clienti Huawei.

Il giudice ha motivato la sua decisione a favore del governo degli Stati Uniti, concludendo che il Congresso ha agito nell’ambito dei suoi poteri includendo la restrizione al business di Huawei (e anche della connazionale Zte) nella legge National defense authorization act (Ndaa). Nel frattempo la commissaria Ue al digitale e all’antitrust Margrethe Vestager apre la porta all’acquisizione di quote di maggioranza di Nokia ed Ericsson da parte del governo americano, purché non vi siano rischi di sicurezza. L’ipotesi era stata lanciata nei giorni scorsi dal procuratore generale degli Stati Uniti William Barr che aveva proposto appunto l’acquisizione da parte degli Stati Uniti e i suoi alleati di quote di controllo dei vendor europei Nokia ed Ericsson per contrastare Huawei e la Cina sul mercato delle attrezzature di rete 5G e mettere, così, l’Occidente al riparo dal presunto cyberspionaggio di Pechino sulle reti Tlc.

Dati e Intelligenza Artificiale, il piano della Ue per restare al passo con Usa e Cina

La Commissione europea ha presentato le linee-guida con cui intende affrontare i cambiamenti legati ad Intelligenza Artificiale ed economia dei dati per gestirne i rischi etici e coglierne le opportunità economiche.

In particolare, per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, la Commissione (nel White Paper sull’Artificial Intelligence) ha preannunciato l’arrivo di nuove proposte legislative per far sì che i sistemi intelligenti siano «trasparenti», «tracciabili» e «sotto il controllo umano». Con riferimento all’economia dei dati, l’obiettivo della Commissione (espresso nella comunicazione “A European Strategy for data”) è adottare regole che permettano un uso eticamente responsabile e trasparente dei dati generati, raccolti e gestiti dalle tecnologie digitali. Nel frattempo, la Commissione europea ha espresso la volontà di sviluppare un dibattito pubblico sul ruolo del riconoscimento facciale.

 

 

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