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Infrastrutture critiche e public safety: il digitale a supporto della sicurezza

N.  Gennaio 2018
        

a cura di Camilla Bellini 
Senior Analyst, The Innovation Group

 

Intervista a Angelo Gazzoni, Country Manager Italia, Hexagon Safety & Infrastructure

Abbiamo intervistato Angelo Gazzoni, Country Manager Italia, Hexagon Safety & Infrastructure, sul tema del ruolo delle tecnologie digitali nello sviluppo innovativo delle infrastrutture critiche di un Paese

Nel recente rapporto “Digital Italy 2017” sul processo di trasformazione digitale del nostro Paese, che The Innovation Group ha presentato a Roma lo scorso 13 novembre, si parla del ruolo centrale delle infrastrutture critiche nel supportare tale processo trasformativo. Cosa può fare il digitale per abilitare una nuova generazione di infrastrutture critiche sempre più sicure?

Le tecnologie ICT e il digitale possono avere un ruolo centrale nello sviluppo di soluzioni che garantiscano la sicurezza e la protezione di persone, beni e infrastrutture critiche. Questo tema diventa sempre più centrale in una logica di sviluppo digitale del Paese: digitalizzare la spina dorsale del Paese, le sue infrastrutture critiche, significa tenere in conto anche degli aspetti di sicurezza che questo processo comporta. D’altra parte, benché oggi in Italia si stiano facendo significativi passi avanti in questo ambito, resta evidente il gap che ci separa dal resto dei principali Paesi dell’Unione Europea. In particolare, nel nostro Paese siamo in ritardo rispetto all’utilizzo di tecnologie digitali innovative nell’ambito della public safety. Ad esempio, oggi anche l’Italia sta cercando di adeguarsi al numero unico integrato, che però non può essere considerato un vero è proprio salto di qualità rispetto al potenziale che oggi offre la tecnologia. Si pensi al caso degli incendi in Lazio: la possibilità di affiancare alla chiamata telefonica, tradizionale canale di segnalazione, altri canali (ad esempio un applicazione in grado di veicolare anche foto e video) può diventare critico nell’ottimizzazione e nell’efficacia di intervento delle forze dell’ordine.

Un altro tema centrale è quello poi, più in generale, dell’asset management, ossia del controllo e del governo delle grandi infrastrutture critiche, come ad esempio nell’ambito delle utility e dei trasporti. In questo ambito è soprattutto l’Internet of Things che sta avendo una portata innovativa, dal momento che mette a disposizione di queste infrastrutture una rete di sensori che alimenta il patrimonio informativo alla base dell’asset management. In questo ambito ci sono oggi progetti anche in Italia, benché però manchi ancora la sensibilità per quanto riguarda la sicurezza e la gestione dell’emergenza. L’utilizzo delle tecnologie digitali per supportare la sicurezza pubblica ha inoltre anche effetti per quanto riguarda la velocità di rispristino delle funzionalità dell’infrastruttura stessa, velocità che può tradursi non solo in vantaggi in termini sociali, ma anche economici.

 

Qual è il ruolo di Hexagon SI nel fornire soluzioni digitali a supporto della sicurezza pubblica?

Noi, come Hexagon SI, ci rivolgiamo proprio all’ecosistema nazionale (e non solo) che si occupa di pubblica sicurezza, dalla polizia di stato e dalle forze di sicurezza fino alla protezione civile e ai vigili del fuoco. A tutti questi attori noi offriamo soluzioni GIS che consentono di ottimizzare l’intervento, di identificare le persone da soccorrere, di localizzare le forze e le risorse in campo; in questi casi, l’input può essere una telefonata, un sms, una foto, un messaggio via whatsapp: noi facciamo in modo con le nostre soluzioni supportino questi attori nello svolgimento delle loro funzioni.

Tenete conto che noi offriamo soluzioni che supportano la sicurezza pubblica, sia che questa sia fisica o informatica. A noi piace parlare di effetto cinetico, di gestione kinetic- cybersecurity delle infrastrutture critiche: la minaccia e l’attacco informatico sono una fattispecie di criticità così come può essere un incendio o un attacco fisico alle infrastrutture critiche. Noi siamo in grado di dispacciare risorse informatiche e fisiche, che aiutano chi gestisce la sicurezza pubblica ad affrontare in modo completo tutte le sfide che la società moderna può porre. Dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda e all’India, fino ad arrivare all’esperienza della gestione della public safety durante le passate Olimpiadi di Rio, Hexagon SI ha sviluppato una significativa esperienza in questi ambiti.

 

Avete già sviluppato progetti anche in Italia?

Abbiamo già sviluppato diversi progetti in Italia, che hanno riguardato entità e infrastrutture nazionali. Ad esempio, recentemente abbiamo lavorato con la Provincia Autonoma di Bolzano, in Alto Adige. In particolare, abbiamo supportato la Provincia nell’assicurare ai cittadini e ai turisti assistenza in caso di emergenza, in modo rapido ed efficiente: grazie a questa collaborazione ora le agenzie di pubblica sicurezza altoatesine si basano sulla nostra soluzione I/CAD per la gestione degli incidenti, tema particolarmente rilevante in un territorio spesso frequentato da famiglie e da appassionati di attività all’aria aperta, dallo sci alle escursioni alpine. La protezione civile utilizza I/CAD per dispacciare centralmente dalla sua sala comandi a Bolzano l’attività di prima risposta. Da questa sala comando, composta da otto postazioni, vengono processate circa 130 mila chiamate e 66 mila incidenti all’anno, che coinvolgono sia le brigate dei vigili del fuoco sia altre 306 brigate di volontari. Grazie a questa soluzione ora questo call center riesce a processare e far sì che le forze dell’ordine intervengano entro il limite dei 10 minuti, come richiesto dalla normativa nazionale. Questo è sicuramente un esempio molto interessante e che ha supportato in modo significativo le forze dell’ordine anche in Italia.

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