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IMMUNI facciamola presto…ma non basta!

N.  Maggio 2020
        

a cura di Ezio Viola 
Co-Fondatore, The Innovation Group 

 

Dopo il lavoro svolto dalla task force per valutare le tecnologie da usare per combattere l’epidemia da coronavirus, il Ministero dell’Innovazione ha pubblicato pochi giorni fa i documenti a supporto della scelta della app di contact tracing da utilizzare nella fase 2 dell’emergenza Covid-19.

Per settimane questi documenti sono rimasti secretati e solo adesso sono stati quindi pubblicati. Il documento risale a quasi un mese fa e se fosse stato reso noto prima, avrebbe evitato analisi e valutazioni sui media inutili e a volte premature e sbagliate.  Gli esperti della task force, tenendo conto anche dei tempi messi a loro disposizione, hanno fatto un lavoro dal punto di vista tecnico serio e ben argomentato, evidenziando limiti, vincoli, interventi necessari e raccomandazioni da seguire nella fase implementativa successiva alla scelta. Ci sono alcune sorprese leggendo i documenti se paragonate con le scelte fatte successivamente dal Governo. Il lavoro presentato non arriva infatti a determinare i criteri che poi hanno portato alla scelta di Immuni da parte del Governo come app ufficiale per il tracciamento dei contagi. Le raccomandazioni della task force indicano infatti ad esempio di testare in via parallela due app, Immuni e CovidApp, un’altra soluzione proposta. Il Governo ha deciso di non seguire questa raccomandazione e di fare una scelta senza una fase di test per entrambe. La task force aveva indicato che la scelta della app fosse preceduta da un test per verificare una serie di requisiti tecnici che al momento della realizzazione del report non erano rispettati appieno da nessuna delle due app indicate. Dalla preparazione del report per il Governo molte cose sono cambiate e Immuni ora dovrebbe essere una soluzione più completa, compreso l’allineamento dell’app ai requisiti tecnici realizzati da Apple e Google sulle loro piattaforme di sistema operativo degli smartphone utilizzati dal 90% della popolazione.

Inoltre, è notizia recente che le due società pubbliche che gestiranno rispettivamente i dati e la tecnologia di Immuni saranno Sogei e PagoPA.

Inoltre, ciò che è scritto nel documento degli esperti è la parte più importante e di cui poco si parla per evitare, come è già accaduto in passato quando si progettano sistemi e app, di badare al front-end e dimenticare i processi a monte e a valle perché funzioni operativamente.

Riprendo quindi una sintesi delle raccomandazioni finali così come sono nel documento:

“La proposizione della soluzione tecnologica per il contact-tracing ​che uscirà vincente ai test, prima di essere implementata sul campo, dovrebbe infine essere calata in un quadro strategico-organizzativo più ampio a carico del decisore politico, il quale, per controllare la trasmissione dei contagi, dovrebbe tenere in considerazione non solo altre misure di prevenzione, in aggiunta a quelle basate su soluzioni tecnologiche per il contact tracing ma anche strategie di azione di carattere generale”.

Inoltre, vengono esplicitate e richieste alle autorità pubbliche alcune decisioni importanti per mettere in esercizio il sistema di contact tracing.

Nominare un Program Manager e scegliere tra le principali opzioni tecnico-organizzative che​ impattano su questioni chiave di salute pubblica e di tutela della privacy.

  1. Policy per le tecnologie di contact tracing. ​I sistemi di tracing​ e le proposte selezionate possono avvalersi di strumenti di rilevazione dei contatti che hanno diversi livelli di impatto atteso sull’efficacia degli interventi di salute pubblica e sul trattamento dei dati personali.
  2. Policy da applicare per allertamento a seguito di contagio​. Nel caso in cui un cittadino dotato di app risultasse positivo ai test, è possibile attivare due diverse procedure di allertamento attraverso una procedura volontaria e manuale o una pre-autorizzata e automatica.
  3. Policy da applicare per garantire l’enforcement delle azioni di carattere sanitario conseguenti​. A seguito della rilevazione di un caso positivo e dell’allertamento dei soggetti con cui è entrato in contatto, devono seguire azioni di carattere sanitario (ad esempio la quarantena e/o l’autoisolamento per i soggetti entrati in contatto con il caso positivo), che possano essere intraprese anch’esse con procedura volontaria e proattiva.

Queste scelte sono fondamentali e gli impatti in termini di risorse e tempi necessari per realizzarle sono critiche. Rimaniamo quindi in attesa del piano operativo e speriamo che adesso il Governo e il Ministero cessino di secretare i documenti dei loro stessi esperti e imbocchino la strada della completa trasparenza. Se vogliamo avere la speranza che l’ app sia adottata da gran parte della popolazione e che abbia una qualche efficacia, i cittadini devono potersi fidare e senza fiducia Immuni sarà un fiasco.

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