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Il contributo fondante dell’It alla sostenibilità aziendale

N. Luglio 2021

a cura di Roberto Bonino,
Giornalista di Technopolis e ICTBusiness.it,
Indigo Communication

 

Green data center, migrazione al cloud e digitalizzazione dei processi sono le scelte prioritarie per ridurre il carbon footprint di un’information technology tradizionalmente energivora. Dalla collaborazione fra CIO E CSR Manager derivano iniziative destinate a supportare le strategie complessive di sostenibilità aziendale.

Molti elementi stanno concorrendo a orientare verso la sostenibilità le strategie produttive e commerciali delle aziende. Il Green Deal Europeo, l’Agenda 2030 dell’Onu o, più semplicemente, l’aumento della sensibilità comune sul tema stanno incidendo su scelte che inevitabilmente si incrociano con i processi di trasformazione digitale in atto.

La Digital Business Transformation Survey 2021 di The Innovation Group (TIG) ha messo in evidenza come circa la metà delle aziende analizzate preveda un aumento, rispetto al 2020, del budget aziendale dedicato ad attività e progetti sostenibili. Molte intendono sfruttare le risorse che saranno messe a disposizione con l’attuazione del PNRR (58%), ma sull’accelerazione in questa direzione concorrono anche l’evoluzione delle dinamiche di mercato e la necessità di differenziare i prodotti (46%) e la maggior consapevolezza sulla necessità di promuovere investimenti virtuosi (38%).

Gli effetti di questo cambiamento si traducono soprattutto nella revisione dei processi produttivi in chiave green e in un ampliamento dell’offerta volta a evidenziare la componente di sostenibilità. Tuttavia, i benefici più immediati che le aziende pensano di ricavare riguardano in modo prevalente (70%) il miglioramento dell’immagine aziendale e della brand reputation, oltre che in misura minore (47%) delle relazioni con investitori e stakeholder.

Da queste basi, ha preso le mosse un progetto TIG/Indigo che ha coinvolto una ventina di aziende italiane di dimensioni grandi e medio-grandi e si è tradotto in una ricerca qualitative e in una tavola rotonda di commento e approfondimento sui principali temi emersi. Il panel è stato costruito mettendo a confronto realtà di settori diversi, con una certa prevalenza delle utility, del finance, del farmaceutico e dei servizi. Lo spaccato evidenzia innanzitutto come persista una certa differenziazione nel livello di maturità tanto sul versante digitale quanto su quello più legato alla sostenibilità. La cultura e la sensibilità sono in aumento un po’ ovunque, ma in molti casi la convivenza con infrastrutture legacy e scelte applicative vincolanti non rendono semplice l’attuazione di misure che mirino a ridurre l’impatto ambientale della tecnologia utilizzata in azienda.

Più che verso l’evoluzione green del data center tradizionale, appannaggio solo di qualche grande azienda, prevale l’idea di ridurre lo spazio occupato dalle risorse tecnologiche, tramite virtualizzazione ed esternalizzazione, come elemento fondante dell’abbattimento dei consumi dell’IT e a questo si associa un’attenzione crescente anche verso la scelta di dispositivi a basso impatto anche per la dotazione dei dipendenti e collaboratori.

In molti casi, i processi virtuosi sono partiti dal basso, ovvero dalla riduzione del consumo di carta, combinando la digitalizzazione di diversi processi con l’eliminazione delle stampanti personali. Lo smart working, divenuto preponderante durante la pandemia, ha velocizzato questa evoluzione, producendo effetti già misurabili nel breve periodo. Laddove la tecnologia entra nella visione “zero-carbon” più complessiva delle aziende, anche le iniziative correlate hanno un respiro di medio-lungo periodo.

Il cloud è uno degli elementi fondamentali di recupero di efficienza energetica in ambito IT. Non tutte le realtà lo interpretano in questa chiave, ma molte hanno fatto scelte dettate non solo dalla ricerca di agilità e flessibilità infrastrutturale, ma anche di maggior sostenibilità. Forse anche per questo, prevale l’orientamento a servirsi degli hyperscaler, che inseriscono le loro policy green nei contratti stipulati, rispetto a local provider solo in alcuni casi competitivi su questo fronte. Il futuro appare orientato verso l’integrazione fra scelte di digitalizzazione dei processi e di abbattimento del footprint ambientale della tecnologia. All’adozione di soluzioni innovative per il raffreddamento e i consumi (fonti energetiche rinnovabili) delle infrastrutture interne, si associano progetti sempre meglio definiti in direzione dello snellimento, del riutilizzo o della compensazione. Occorrerà però migliorare ancora la cultura delle persone e trovare risorse economiche non sempre disponibili, specie di questi tempi.

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