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DITE News: Afghanistan ed empowerment al centro del G20 delle donne

Empowerment femminile, riduzione del gender gap lavorativo e un impegno contro la violenza di genere a difesa di chi, come le donne afgane, oggi affronta la drammatica situazione e i pericoli di un Paese ripiombato in mano alla repressione reazionaria dei talebani. Questi i temi al centro del G20 delle donne, summit svoltosi a fine agosto a Santa Margherita Ligure, mentre le notizie della crisi afgana e dell’attentato dell’Isis-K all’aeroporto di Kabul riempivano le cronache.

Protagoniste del summit sono state non solo le donne, come la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e le rappresentanti di W20, guidate da Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale di Istat. Il messaggio di apertura è spettato al presidente del consiglio Mario Draghi (chiaro segno del fatto che la “questione femminile” non riguardi solamente le donne ma l’intera società), il quale ha assicurato che “L’Italia è pienamente impegnata nella lotta contro le disuguaglianze di genere e riteniamo che il G20 possa svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere le donne in tutto il mondo. Durante la Presidenza italiana, abbiamo adottato misure concrete per migliorare la posizione delle donne nel mondo del lavoro, promuovere la loro emancipazione e rimuovere gli ostacoli che frenano le loro carriere“. 

A tal proposito Draghi ha citato la roadmap per la riduzione della disparità di genere adottata a giugno dal governo, composta da 17 indicatori. Fra le altre cose, l’Italia si è impegnata contribuire a ridurre di oltre il 25% entro il 2025 l’attuale gender gap lavorativo esistente nei Paesi del G20. “Ogni perdita di talento femminile è una perdita per tutti noi”, ha rimarcato Draghi.

Sulla stessa linea di pensiero, da Santa Margherita Ligure la presidente della commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere nel mondo del lavoro le donne che attualmente non ne fanno parte (in Italia il tasso di partecipazione è del 53,1%, inferiore al 67,4% della media europea). La loro partecipazione è essenziale soprattutto negli ambiti del digitale e della green economy, i due grandi motori di cambiamento della nostra società.

In merito alla crisi afgana, la ministra Elena Bonetti ha chiesto ai Paesi del G20 e alla comunità internazionale una “chiara assunzione di responsabilità” per frenare il rischio di violenze, di abusi e di violazioni dei diritti umani cui nel Paese sono esposte le donne di ogni età. Bonetti lavorerà con altri ministri delle pari opportunità per esaminare la situazione e definire una linea comune. “Noi non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte e non lo vogliamo”, ha detto.

Presente al G20 delle donne, anche la commissaria europea per l’uguaglianza, Helena Dalli, ha promesso di presentare entro la fine dell’anno una proposta legislativa contro la violenza di genere. Dalli ha fatto appello a trovare una “risposta globale prioritaria” che tuteli i diritti delle donne, facendo leva sui principi definiti dalla Convenzione di Istanbul. Le nuove leggi saranno uno strumento importante, ma “se non cambiamo attitudine, se non cambiamo cultura, è inutile”, ha sottolineato la commissaria Ue.

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