29.09.2025

Dalla ricerca al mercato: la sfida quantistica europea

L'Editoriale di

 

La computazione quantistica, e le relative tecnologie, stanno passando dalla ricerca ai mercati reali, aprendo scenari concreti in farmaceutica, energia e logistica. L’Europa può ancora incidere sugli standard globali, a patto di trasformare competenze scientifiche in applicazioni industriali. Se ne discuterà anche nella prima edizione di un nuovo evento di TIG, a novembre.

Il passaggio al post-digitale segna l’avvio di una fase in cui il calcolo quantistico, insieme a intelligenza artificiale e high performance computing, non è più confinato alla ricerca ma diventa un pilastro industriale destinato a impattare mercati, supply chain e modelli di competitività. Parlare oggi di quantum computing significa già affrontare un tema strategico, industriale e geopolitico, non più solo scientifico.

La trasformazione che stiamo vivendo non riguarda più soltanto il software o il cloud, ma l’integrazione tra potenza di calcolo, sensori e applicazioni reali. Le tecnologie quantistiche stanno aprendo spazi concreti: da un lato la comunicazione e il sensing quantistico, con sviluppi che vanno dalla crittografia agli orologi atomici per la metrologia e la navigazione; dall’altro l’informatica quantistica, che nel medio periodo promette di integrarsi con HPC e intelligenza artificiale per affrontare problemi di ottimizzazione, chimica computazionale e ricerca di nuovi materiali. Queste applicazioni non sono più scenari futuribili ma mercati già in formazione, come dimostra la crescita degli investimenti: nel 2024 le imprese di hardware quantistico hanno raccolto 1,59 miliardi di dollari, mentre quelle di software hanno superato i 600 milioni, confermando l’urgenza per l’Europa di non restare indietro.

Le ricadute attese sono dirompenti. Nel settore farmaceutico e chimico, la simulazione di molecole complesse potrà ridurre i tempi di ricerca, mentre nell’energia gli algoritmi quantistici offriranno strumenti avanzati per ottimizzare reti e sistemi di accumulo. In finanza il quantum computing è visto come un alleato per la gestione di rischi e portafogli complessi, e nella logistica e nella manifattura avanzata potrà supportare la pianificazione di sistemi industriali articolati. Accanto a queste applicazioni, la sensoristica quantistica sembra destinata ad arrivare più rapidamente sul mercato, con impatti immediati in ambiti come difesa, medicina e sicurezza delle infrastrutture.

In questo scenario la competizione globale è già accesa. Negli Stati Uniti la strategia è chiara: concentrare ingenti investimenti pubblici e privati su grandi progetti di scala, sostenuti da un ecosistema che integra università, colossi tecnologici e agenzie federali. La Cina ha scelto un approccio centralizzato, con piani quinquennali, distretti industriali verticali e un forte coinvolgimento delle aziende di Stato, con l’obiettivo di legare sovranità tecnologica e politica estera. L’Europa, pur vantando una ricerca scientifica di eccellenza e programmi di valore come il Quantum Flagship o EuroQCI, resta penalizzata dalla frammentazione e da capitali meno consistenti rispetto ai due grandi poli globali. Tra il 2014 e il 2024 i brevetti in tecnologie quantistiche sono quintuplicati, con Stati Uniti e Cina in forte accelerazione, mentre il continente europeo fatica a trasformare la ricerca in applicazioni commerciali scalabili.

Anche l’Italia si sta muovendo. La Strategia Nazionale per le Tecnologie Quantistiche, di quest’anno 2025, individua direttrici di sviluppo su ricerca, trasferimento tecnologico, formazione e industria, con un fabbisogno stimato di circa un miliardo di euro in cinque anni. È un primo passo importante, ma restano da sciogliere i nodi legati alla governance e alla reale disponibilità delle risorse. Il nostro paese può contare su una solida tradizione scientifica, con eccellenze in fisica, fotonica e sensoristica atomica, oltre a più di 4.200 pubblicazioni scientifiche sul tema. Tuttavia, il vero nodo resta la capacità di trasformare la ricerca in impresa e di trattenere talenti, in un contesto in cui la domanda globale di competenze quantistiche cresce a un ritmo ben superiore rispetto all’offerta.

Un ruolo decisivo è giocato anche dalle infrastrutture di calcolo. L’Italia ospita a Bologna il supercomputer Leonardo, tra i più avanzati al mondo, realizzato nell’ambito del programma EuroHPC, che costituisce un asset strategico per sviluppare scenari di calcolo ibrido in cui calcolo ad alte prestazioni e quantum computing si integrano. Questa sinergia apre la strada a nuove forme di simulazione, modellazione e ottimizzazione in settori industriali complessi, consentendo di fare dell’Europa un attore in grado di stabilire standard globali.

Le condizioni necessarie per non restare indietro sono chiare: investimenti stabili e di lungo periodo, che vadano oltre i fondi straordinari del Pnrr e garantiscano continuità; nuove competenze interdisciplinari, capaci di unire fisica, informatica e management; rafforzare il trasferimento tecnologico con strumenti finanziari adeguati per accompagnare startup e scale-up; infine, una governance coordinata che riduca frammentazioni e duplicazioni.

In questo contesto si inserisce il nuovo appuntamento di TIG – The Innovation Group: il Quantum Computing Summit, che si terrà il 27 novembre presso la sede di Cefriel a Milano. La giornata di lavori, intitolata “Tecnologie emergenti per industrie e business”, rappresenta la prima edizione di un evento dedicato interamente al potenziale del quantum computing per imprese e sistemi produttivi, insieme alle aziende che stanno sviluppando le tecnologie e alle istituzioni scientifiche italiane e internazionali, oltre ai manager delle imprese su cui il quantum computing più avrà impatto. L’iniziativa cade in un’annata dal valore anche simbolico, proclamata dalle Nazioni Unite come Anno internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica, e in un momento in cui il nostro Paese ha da poco varato la sua prima strategia nazionale in materia. L’obiettivo del Summit è fare il punto sulla frontiera della ricerca e dello sviluppo tecnologico, ma anche mettere in evidenza come i computer quantistici possano rivoluzionare settori come cybersecurity, intelligenza artificiale e ottimizzazione industriale, stimolando al contempo la crescita di infrastrutture complementari quali cloud, data center e software specializzati.

Il quadro che emerge è piuttosto chiaro: il quantum computing è già oggi un campo di investimento e di posizionamento strategico, non soltanto di ricerca accademica. Chi saprà muoversi rapidamente per trasformare eccellenza scientifica e infrastrutturale in ecosistemi industriali integrati, stabilirà gli standard e controllerà le piattaforme del futuro. Per l’Italia e l’Europa la finestra di opportunità è aperta, ma non resterà tale a lungo. Restare indietro significherebbe dipendere da soluzioni sviluppate altrove e adattarsi a regole fissate da altri. Agire subito, invece, permetterà di trasformare il quantum computing da promessa a leva concreta di sovranità tecnologica e competitività industriale.

 

 

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