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Competenze dei dipendenti pubblici, parte un piano strategico

Per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, le tecnologie da sole non bastano: servono innanzitutto le competenze. La risoluzione di un problema annoso richiederà tempo, ma il governo sembra essere sulla strada giusta: il 2022 si è aperto con l’annuncio di un “Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pubblica Amministrazione”, ovvero un programma di formazione e aggiornamento rivolto ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani. Due i filoni del programma, che coinvolgeranno sia il mondo dell’università sia quello delle imprese. 

Il primo filone, inaugurato dal protocollo d’intesa siglato a ottobre 2021 dal ministrio per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, migliorerà le competenze dei lavoratori pubblici grazie alla collaborazione della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e tramite l’iscrizione a corsi di laurea e master negli atenei del territorio. Il secondo filone prevede la creazione di programmi formativi specifici, focalizzati sugli obiettivi di trasformazione digitale indicati dal Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A tal fine verranno coinvolti partner pubblici e privati, sia nazionali sia internazionali. 

“Oggi comincia un percorso importante di ‘ricarica delle batterie’ della Pubblica amministrazione, che si aggiungerà al ‘cambio del sangue’ nella PA legato al turnover e alle decine di migliaia di assunzioni per l’attuazione del Pnrr”, ha spiegato Renato Brunetta da Palazzo Vidoni in occasione della presentazione del programma. “All’immissione di competenze dovuta ai flussi in ingresso si accompagnerà un investimento massiccio nella formazione dei dipendenti pubblici già in servizio, valorizzata nei nuovi contratti di lavoro, attraverso miglioramenti di carriera e di retribuzione, e rafforzata dal rilancio della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e di Formez PA”. Il ministro si è detto “onorato” di avere tra i partner dell’iniziativa il mondo dell’università e anche due aziende come Tim e Microsoft Italia.

La filiale tricolore dell’azienda di Redmond, d’altra parte, da tempo è impegnata sul fronte della formazione digitale con la propria iniziativa Ambizione Italia. “In Microsoft siamo impegnati da anni insieme ai nostri partner nella creazione di percorsi formativi in grado di offrire a tutti la possibilità di acquisire le competenze informatiche necessarie per le nuove professionalità e per gli evoluti paradigmi digitali di lavoro e di vita”, ha commentato Stefano Stinchi, direttore Pubblica amministrazione di Microsoft Italia. “Abbiamo già formato due milioni di italiani con i nostri corsi e iniziative di skilling e reskilling per accompagnare la crescita dell’Italia coerentemente con le indicazioni del Pnrr”. L’azienda parteciperà al progetto mettendo a disposizione oltre quaranta corsi di formazione e altre attività (sia in presenza, sia erogate in forma digitale) incentrate sulle competenze digitali oggi più richieste. Sono previsti anche percorsi di certificazione.

“Siamo orgogliosi di aderire a questo importante progetto nazionale a sostegno della formazione della Pubblica Amministrazione”, ha affermato Salvatore Rossi, presidente del Gruppo Tim, “e crediamo che soltanto grazie ad accordi di questa portata si possa dare la giusta spinta allo sviluppo delle competenze digitali nel Paese. Da diversi anni lavoriamo al fianco del Dipartimento della funzione pubblica per sviluppare nuovi percorsi di conoscenza, mettendo a disposizione la nostra esperienza in questo ambito. Siamo convinti che la transizione digitale si realizzerà riconoscendo la centralità delle risorse umane. Per questo ci proponiamo come promotori della diffusione delle competenze digitali nella società attraverso numerose iniziative, convinti che il nuovo sapere e le tecnologie siano abilitatori di opportunità, crescita e inclusione”.

Le azioni del Piano strategico per lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione

Marcello Fiori, Capo del Dipartimento della Funzione pubblica, ha spiegato che il piano riguarderà sia lo sviluppo di competenze giuridiche ed economiche, tipicamente necessarie per chi lavora ai piani alti della PA, sia lo sviluppo di “competenze manageriali e organizzative fondamentali per il Pnrr. “Il modello di riferimento per la formazione sulle competenze digitali”, ha aggiunto Fiori, “è il progetto ‘Syllabus’ del Dipartimento della Funzione pubblica che, organizzato in cinque aree e tre livelli di padronanza, descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni dipendente pubblico deve possedere per partecipare attivamente alla transizione digitale”. 

Come funzionerà il progetto? I dipendenti pubblici potranno seguire corsi di formazione online sulla piattaforma digitale del Dipartimento, che servirà anche per verificare le competenze di partenza e quelle ‘in uscita’. Ciascuno otterrà un “open badge” in cui saranno riportati i corsi frequentati e i test superati. Tutte le informazioni cofluiranno in un “fascicolo delle competenze” (parte integrante del fascicolo del dipendente) realizzato anche grazie al coinvolgimento di Sogei. Per le aziende che volessero unirsi a Microsoft Italia e a Tim come partner del progetto è stato aperto (e lo resterà fino a fine gennaio) un avviso pubblico.

Le istituzioni e le università coinvolte

Antonio Naddeo, presidente di Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ha sottolineato che uno dei punti fondamentali del nuovo contratto per il comparto Funzioni centrali è “il potenziamento della formazione e dello sviluppo delle competenze del personale, specie in questo particolare momento di riforma della Pubblica amministrazione, in cui è necessario completare la transizione digitale e investire, con specifiche risorse già stanziate dal Governo, incoraggiando i processi di reclutamento e di nuove professionalità e di riqualificazioni professionali del personale in servizio”. Su questa strada, ha assicurato Naddeo, proseguiranno anche gli altri contratti della sanità e del comparto funzioni locali.

Tra gli atenei impegnati fin dalla prima ora nella cabina di regia del progetto c’è l’Università “La Sapienza” di Roma, che si è resa disponibile a “garantire, fin dal secondo semestre dell’anno accademico in corso, l’iscrizione del personale in servizio nelle pubbliche amministrazioni a cinque corsi di laurea offerti dalla nostra Università”, ha spiegato la rettrice, Antonella Polimeni. Si tratta dei corsi di Scienze aziendali, Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione, Sociologia, Comunicazione pubblica e d’impresa, Diritto e amministrazione pubblica: le iscrizioni sono aperte fino al 24 gennaio.

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